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Cronaca

"Tommaseo, salviamo qualche pezzo"

BRINDISI - Se e quando si potrà procedere con il progetto di recupero dell'ex Collegio Navale Tommaseo, già sede anche dell'Accademia Navale di Livorno dopo l'8 settembre del 1943, poi centro di raccolta dei profughi giuliani, quindi a lungo sede dell'Istituto tecnico nautico "Carnaro", ed infine il degrado di una lunga occupazione abusiva e l'abbandono, non lo sa nessuno.

BRINDISI - Se e quando si potrà procedere con il progetto di recupero dell'ex Collegio Navale Tommaseo, già sede anche dell'Accademia Navale di Livorno dopo l'8 settembre del 1943, poi centro di raccolta dei profughi giuliani, quindi a lungo sede dell'Istituto tecnico nautico "Carnaro", ed infine il degrado di una lunga occupazione abusiva e l'abbandono, non lo sa nessuno.

Si era partiti in quarta con il bando per la migliore idea di trasformazione in sede del polo universitario brindisino, adesso l'oblio. Il problema è che il degrado aumenta, e al consigliere comunale Francesco Cannalire (Allenda per l'Italia) è venuta l'idea di proporre nel frattempo lo smontaggio e il restauro di alcune piccole parti del complesso, come la fontana.

Quindi Cannalire ha scritto al viesindaco Mauro D'Attis e al presidente del consiglio comunale Angelo Rizziello per proporre l'operazione. Ecco cosa dice Cannalire, tra ricostruzione storica e proposta: "L’8 settembre del 1934 Benito Mussolini diede simbolicament” il primo colpo di piccone per dare inizio ai lavori del Collegio Navale Nicolò Tommaseo, gioiello dell’architettura razionale italiana, progettato dall’arch. Gaetano Minnucci e inaugurato il 5 dicembre 1937, subito dopo il Collegio Navale Francesco Morosini di Venezia".

"Purtroppo - lamenta Cannalire - agli anni di grande lustro, con i gloriosi corsi dei cadetti ufficiali di Marina, sono seguiti anni bui con l’occupazione abusiva di numerosi senza tetto che in qualche modo hanno morfologicamente cambiato l’intero complesso, ricavando da piccoli anfratti dei tuguri abitati con le proprie affollate famiglie. Negli anni successivi diversi e numerosi sono stati i proclami mediatici che annunciavano progetti faraonici per il recupero dell’intero complesso, e come sede per le attuali facoltà universitarie a Brindisi e come grande centro congressual".

E invece "attualmente questa struttura è in completo stato di abbandono e di degrado. Nel suo interno tuttavia ci sono angoli e spazi che ancora oggi ricordano la sua lunga storia e parallelamente quella di Brindisi, che bisogna necessariamente valorizzare ma soprattutto tutelare. Sulla scalinata d’ingresso (lato mare) del Collegio - e veniamo alla proposta - vi è una interessante fontana in marmo che un tempo dava aspetto solenne ed elegante all’imponente struttura: essa è composta da una vasca con all’interno due delfini dalla cui bocche sprizzava evidentemente acqua".

"Nella parete di fondo vi è una iscrizione in marmo - tipica di quel Ventennio - sulla quale, profeticamente, è scritto 'Il futuro dell'Italia è sul mare': dato lo stato pietoso in cui versa l’ex Collegio, si può dedurre che qui a Brindisi così non è stato. Attualmente i delfini della fontana giacciono completamente abbandonati nella vasca, esposti alla corrosione degli agenti atmosferici e, peggio, alla possibile attenzione di vandali e malintenzionati, come già più volte paventato, attraverso comunicazioni fatte all’ufficio preposto, dal Gruppo Archeologico Brindisino".

E il consigliere comunale conclude: "Per questo, cari vicesindaco e presidente, mi appello alla vostra sensibilità e alla vostra competenza affinché queste sculture possano essere recuperate ed esposte in luoghi idonei, in attesa del restauro dell’intero Collegio Navale al quale le due sculture comunque appartengono".

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