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Cronaca Torchiarolo

"Se non fermo i camini rischiamo una multa di 29 milioni dalla Ue"

Torchiarolo anche nel 2014 ha segnato il record pugliese con 60 superamenti registrati dalla centralina Arpa di via Don Minzoni, 20 da quella di via Fani e 7 da quella di Lendinuso. Per un raffronto nella stessa zona, a fine 2014 Mesagne aveva registrato 23 sforamenti, San Pancrazio Salentino e il quartiere Perrino di Brindisi 17, San Pietro Vernotico 11

TORCHIAROLO - Premettendo che la media massima giornaliera di polveri sottili PM 10 ammessa è di 50 milligrammi per metro cubo di aria, e che il limite annuo di sforamenti è di 35, Torchiarolo anche nel 2014 ha segnato il record pugliese con 60 superamenti registrati dalla centralina Arpa di via Don Minzoni, 20 da quella di via Fani e 7 da quella di Lendinuso. Per un raffronto nella stessa zona, a fine 2014 Mesagne aveva registrato 23 sforamenti, San Pancrazio Salentino e il quartiere Perrino di Brindisi 17, San Pietro Vernotico 11.

I dati Arpa Puglia al 22 gennaio 2015 sono i seguenti. Torchiarolo (centralina via Don Minzoni) 9 sforamenti, Torchiarolo via Fani 2 sforamenti, Lendinuso 1 sforamento. I raffronti territoriali: Mesagne 7 sforamenti, San Pancrazio salentino 6 sforamenti, San Pietro vernotico 5 sforamenti. Anche in questo caso Torchiarolo ha il record pugliese nelle prime settimane del 2015.

E alla luce di questi dati, sempre più preoccupanti, che il 10 gennaio scorso il sindaco di Torchiarolo, Giovanni Del Coco, ha emesso l’ordinanza che vieta l’accensione di caminetti e stufe a legna? Disposizione che ha fatto infuriare i cittadini specie coloro che non hanno altre fonti di riscaldamento.Giovanni Del Coco

“No” risponde il primo cittadino contattato telefonicamente da BrindisiReport, “Innanzitutto ho i miei dubbi sulla veridicità di questi dati, personalmente ritengo che sia impossibile che il 92 per cento delle emissioni di polveri sottili nell’atmosfera (così come è stato accertato in uno studio sulla qualità dell’aria) sia causato dai camini di Torchiarolo ma questo aspetto fa parte di un contenzioso amministrativo in piedi contro Regione ed Enel. Il problema è che, in attesa di altri risultati, i dati parlano di inquinanti emessi dai camini, la Regione Puglia ha imposto a Torchiarolo un piano di risanamento Pm10, e se non viene rispettato si rischia una multa di 29 milioni di euro da parte dell’Unione europea. Torchiarolo da questo punto di vista è al pari di Taranto”.

Il piano di risanamento dell’aria prevede anche interventi sulle fonti civili di emissioni attuati attraverso l’installazione di appositi filtri sui camini. Torchiarolo già quattro anni fa si attivò per redigere il progetto per l’installazione dei filtri. Furono individuati i dispositivi adatti e censiti tutti i camini (522), la spesa tra acquisto e montaggio si aggira, secondo quanto spiega Del Coco, intorno ai duemila euro a filtro per un totale di circa 110mila euro.

“La Regione Puglia ne ha già stanziati 40mila, il resto è a carico del Comune ma verrà restituito secondo un preciso piano di rimborso. Il problema è che il Comune non ha 70mila euro da anticipare, anche questi soldi, quindi, verranno da fondi regionali, così come mi è stato assicurato. In attesa degli altri finanziamenti, per evitare la maxi multa, bisogna bloccare qualunque tipo di combustione. Ho dovuto anche riproporre l’ordinanza che vieta l’accensione delle stoppie in campagna. Non devono essere prodotti fumi in nessun modo almeno fino a quando i dati delle centraline non forniranno risultati più confortanti. L’altra soluzione è quella di acquistare filtri per 40mila euro e di piazzarli sui comignoli che si trovano in prossimità delle centraline, solo così possiamo dimostrare se davvero sono i fumi delle combustioni ad aumentare l’immissione di polveri sottili nell’atmosfera”.

A Torchiarolo ci sono tre centraline Arpa. Una si trova in via Don Minzoni, l’altra in via Fani e l’altra alle porte di Lendinuso. La prima è quella che registra il maggior numero di sforamenti. Secondo il primo cittadino su questi risultati influisce anche la posizione della centralina. “Si trova in una specie di avvallamento e soprattutto ci sono molti camini vicini. Quella zona è spesso caratterizzata da bassa pressione, altro elemento che condiziona la concentrazione delle polveri”.

In attesa di altri riscontri, quindi, resta il fatto che dal 10 gennaio scorso a Torchiarolo è stata vietata l’accensione di camini e stufe a legna, provvedimento che ha incontrato disappunto da parte di quasi tutta la cittadinanza. Chi non rispetta questa ordinanza rischia una multa di 500 euro.“Mi rendo conto che la situazione economica generale non è delle migliori. Cercherò di apporre delle modifiche per permettere di accendere i camini almeno a coloro che non hanno altre forme di riscaldamento. Purtroppo, però, al momento questa è l’unica soluzione”.

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