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Cronaca Torchiarolo

Xylella, avviate le eradicazioni degli ulivi a Torchiarolo tra rabbia e dubbi

"Da quello che sappiamo noi, che non siamo i tecnici, ma da quello che ci hanno detto i tecnici, la legna rimane nella disponibilità del proprietario, dopo che sono stati tolti tutti i rami: perché l’infezione è sui rami”

TORCHIAROLO – “Da quello che sappiamo noi, che non siamo i tecnici, ma da quello che ci hanno detto i tecnici, la legna rimane nella disponibilità del proprietario, dopo che sono stati tolti tutti i rami: perché l’infezione è sui rami” (video). Da queste dichiarazioni in poi, in contrada Case Bianche a Torchiarolo, dove questa mattina sono state compiute le prime eradicazioni “volontarie” di tre alberi di ulivo colpiti da Xylella, il batterio che ne provocherebbe il disseccamento, si è scatenato il caos. Agricoltori, ambientalisti ma anche semplici cittadini, non ci hanno visto più, la rabbia è diventata quasi incontrollabile: “Allora l’albero può restare in piedi, l’albero è sano. È la foglia che è malata”, si chiedevano in molti. Specie coloro che tra gli uliveti hanno trascorso l’intera vita e di malattie degli alberi ne hanno viste tante e che stentano a credere che un batterio possa cancellare per sempre la storia di un territorio e soprattutto che l’infezione di un solo albero possa pregiudicare l’esistenza di tutti gli alberi presenti nel raggio di 100 metri.

Le fasi delle eradicazioni degli ulivi infetti a Torchiarolo

A riferire questa versione uno dei forestali quando i manifestanti hanno chiesto per quale motivo dopo che l’albero era stato estirpato e i rami staccati e dati alle fiamme, poi il tronco veniva consegnato ai proprietari. Procedure, queste, previste dal nuovo piano redatto dal commissario straordinario per l’emergenza Xylella Giuseppe Silletti. Spiegazioni che non hanno per niente chiarito i dubbi sulla questione “disseccamento rapido dell’olivo” e che hanno contribuito ad alimentare i sospetti che dietro queste decisioni potrebbero esserci interessi di altro genere. Il Comitato “No Tap”, ad esempio, segnala la “strana coincidenza tra i territori che verranno attraversati dai possibili tracciati del metanodotto Snam, che dovrebbe collegare il Tap di Melendugno allo snodo di Mesagne, e quelli in cui sono stati rinvenuti i maggiori focolai di Xylella e su cui sono previsti gli abbattimenti più massicci, a Veglie, Trepuzzi, Oria e Torchiarolo, oltre a Masseria Visciglito di Strudà, dove sono stati denunciati anomali disseccamenti sugli alberi-scultura millenari più importanti del Salento”. Si legge nella nota che annuncia la manifestazione di domani.

Va ricordato che Torchiarolo è inserito nella fascia cuscinetto e si applica quindi la disposizione secondo cui oltre alle piante malate vanno eliminate anche quelle che si trovano nel raggio di 100 metri con la previsione di un indennizzo per chi lo fa volontariamente. Nella mattinata di oggi, ne sono state eradicate 3, appartenenti a uno dei proprietari terrieri che non hanno scelto la strada del ricorso al Tar del Lazio, come hanno fatto, invece, 21, tra i 36 destinatari delle notifiche di abbattimento.il proprietario del terrno, Michele de filippis-2

“Con questo non significa che io sono favorevole a questa manovra”, ha spiegato Michele De Filippis, proprietario insieme ai figli dei terreni colpiti dai decreti di estirpazione “sono favorevole ad agire nella legalità, mi è stato chiesto di estirpare tre alberi altrimenti avrei rischiato la denuncia, ho obbedito alla legge ma al tempo stesso ho avviato le pratiche per chiedere un risarcimento del danno subito, ogni albero produce circa 20-25 litri di olio all’anno, si tratta di un guadagno mancato, sono io ora che posso sporgere querela e far valere i miei diritti, se avessi disobbedito non sarei stato nel giusto. Certo è che non farò estirpare tutti gli alberi presenti nel raggio di cento metri dai tre abbattuti, significherebbe distruggere ettari ed ettari di uliveto, con ogni pianta che viene bruciata si brucia la ricchezza nazionale, questo ancora Silletti non lo ha capito. Certo è che combatterò con tutte le mie forze per evitare la distruzione di questo territorio”. Questa la posizione di uno dei destinatari delle notifiche di abbattimento. In rappresentanza del Comune di Torchiarolo c'era il consigliere Antonio Martellotti, impegnato anch'esso in prima persona contro l'estirpazioni e promotore insieme ad altri del gruppo che parteciperà  alla manifestazione.

Come già detto 21 agricoltori su 36 si sono rivolti, invece, al Tar del Lazio chiedendo l’emissione di un decreto monocratico che sospenda il nuovo piano Silletti. Anche cittadini di Torchiarolo contrari alle eradicazioni si uniranno alla manifestazione che si svolgerà domani, martedì 13 ottobre a Bari in occasione dello svolgimento del consiglio Regionale, per chiedere la sospensione del piano Silletti che per la provincia di Brindisi prevede il taglio di 2.032 alberi per 8 alberi, di cui 2 piante secolari, dichiarati malati da xylella.  Nella provincia di Lecce, invece, prevede il taglio di 1.071 alberi, di cui 99 piante secolari, per 1.071 piante infette.

Le eradicazioni riguarderanno anche i comuni di San Pietro Vernotico, precisamente 8 alberi ricadenti nelle proprietà dell'azienda vitivinicola Tormaresca e Cellino San Marco. 

Stamani il presidente della Provincia, Maurizio Bruno, ha incontrato una delegazione di olivicoltori, associazioni di categoria e sindaci dei Comuni coinvolti dal piano anti-Xylella, assieme ai parlamentari Salvatore Tomaselli ed Elisa Mariano, i quali hanno comunicato che presto ci sarà apposita audizione in Parlamento con il ministro delle Politiche agricole. Bruno ha proposto di convocare a breve un incontro istituzionale, con il coordinamento della Provincia, tra i sindaci del territorio, la Regione Puglia,  competente in materia, le Organizzazioni agricole di categoria e il Commissario Silletti. L’obiettivo è intanto di capire come procede la ricerca scientifica e la programmazione fitosanitaria per attenuare le conseguenze ambientali dell’attività batteriologica della Xilella fastidiosa, e poi, ribadita la necessità di attuazione dell’ordinanza, di discutere di un eventuale mutazione dell’area interessata dagli interventi.

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