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Cronaca Torchiarolo

Xylella, minacciarono i forestali per bloccare i campionamenti: indagati

Tre persone di Torchiarolo sono state raggiunte da un avviso di chiusura delle indagini preliminari e contestuale informazione di garanzia perché accusate in concorso tra loro di violenza o minaccia a pubblico ufficiale e due di esse per essersi rifiutate a indicare le proprie generalità

TORCHIAROLO – Si continuano a pagare le spese per le proteste messe in atto a novembre dello scorso anno per difendere gli ulivi colpiti dal piano di eradicazione finalizzato a bloccare la diffusione della Xylella Fastidiosa. Tre persone di Torchiarolo nei giorni scorsi sono state raggiunte da un avviso di chiusura delle indagini preliminari e contestuale informazione di garanzia, emessi dal pm Antonio Costantini, perché accusate in concorso tra loro di violenza o minaccia a pubblico ufficiale e due di esse per essersi rifiutate a indicare le proprie generalità. Si tratta di S.T. 40 anni, R.B. 33 anni e P.M. di 46 anni. Uno di questi a dicembre scorso, insieme ad altri due soggetti, fu raggiunto da un decreto penale di condanna per aver promosso e organizzato una riunione in luogo pubblico per manifestare contro il piano Silletti bis, senza aver dato avviso di almeno tre giorni prima al Questore. Accadeva il 10 novembre 2015, quando centinaia di torchiarolesi di ogni età preoccupati per la sorte dei loro uliveti scesero in piazza con i trattori per opporsi alle eradicazioni. Il piano Silletti bis, bloccato poi dalla magistratura, prevedeva anche l’eradicazione degli ulivi sani presenti nel raggio di cento metri da quelli infetti. A Torchiarolo si preannunciava una strage e i cittadini cercarono di fermarla in ogni modo. Oggi quegli alberi sono ancora lì.

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Le presunte minacce contro i forestali, risalirebbero al giorno prima della protesta con i trattori, il 9 novembre, quando i tre finiti poi sotto indagine, presidiarono, insieme a un numeroso gruppo di persone, un terreno cercando di impedire ai forestali di eseguire i campionamenti di alberi di ulivo finalizzati ad accertare la presenza del batterio killer. Gli agenti del Corpo Forestale dello Stato "minacciati" sono sei, più un operatore fitosanitario. I tre secondo quanto è spiegato nell’informazione di garanzia, si piazzarono davanti al mezzo di servizio nel tentativo di non farli passare chiedendo di lasciare i campioni prelevati sul posto. Poi posizionarono anche un furgone di proprietà di uno di essi davanti all’uscita del terreno, impedendo il passaggio spiegando che se non avessero lasciato i campioni non avrebbero potuto lasciare il posto “Oggi ci scappa il morto se non ci consegnate i campioni, avete violato la proprietà privata”. Due di essi, S.T. e R.B. poi si sarebbero rifiutati di fornire le proprie generalità.

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