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Cronaca Via Giosuè Carducci

Sparatoria al Paradiso, scarcerati padre e figlio

Il Riesame rimette in libertà Antonio e Giovanni Mastrolia, arrestati con l'accusa di tentato omicidio. La notizia postata su Fb dagli amici del dipendente della Multiservizi: accolto il ricorso dell'avvocato Lillo. L'episodio avvenuto il 12 gennaio, ferito Giovanni Del Monte

BRINDISI –  Scarcerati  padre e figlio, arrestati lo scorso 20 gennaio con l’accusa di tentato omicidio ai danni di Giovanni Del Monte, ferito alle gambe da colpi di pistola sparati al rione Paradiso: Antonio Mastrolia, 56 anni, dipendente della Multiservizi, e suo figlio Giovanni, 31, sono stati rimessi in libertà dal Tribunale del Riesame questo pomeriggio.

I giudici di Lecce hanno accolto il ricorso discusso in mattinata dall’avvocato Gianvito Lillo, difensore di entrambi, puntando su questioni processuali e di merito, ma le motivazioni che hanno portato il Tribunale a decidere di revocare la misura degli arresti in carcere sono riservate. Sarà possibile conoscerle solo nei prossimi giorni.MASTROLIA Antonio-2-3-2

Padre e figlio hanno lasciato il carcere di Brindisi attorno alle 17 e subito dopo la notizia è rimbalzata su Facebook, dove alcuni degli amici di Antonio Mastrolia, hanno commentato la “liberazione”. Sia Antonio che Giovanni Mastrolia hanno respinto le accuse nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip del Tribunale di Brindisi Maurizio Saso, che ha firmato l’ordinanza di arresto in carcere per entrambi,  con l’accusa di tentato omicidio e di porto e detenzione abusiva di arma, in relazione a quanto avvenuto nel pomeriggio del 12 gennaio scorso. Attorno alle 17,30, in via Carducci, due uomini hanno esploso colpi di pistola ferendo alle gambe Giovanni Del Monte, 36, anni, nipote di Mastrolia senior, residente poco distante dal punto in cui è avvenuta la sparatoria.

MASTROLIA Giovanni-2-2-2A impugnare l’arma, secondo l’accusa, sarebbe stato Giovanni Mastrolia, dopo essersi appostato sotto casa di Del Monte, accompagnato dal padre: il colpo lo ha raggiunto alla coscia sinistra, lui ha cercato riparo sotto i portici della vicina via Egnazia, mentre sarebbe partito un altro colpo che, stando alla ricostruzione degli investigatori, si sarebbe inceppato. 

La spiegazione alla sparatoria, ritenuta dal pubblico ministero Giuseppe De Nozza, movente alla base del tentato omicidio è comunque arrivata a stretto giro, perché sono state disposte in via d’urgenza le intercettazioni ambientali per ascoltare le conversazioni tra Del Monte e i parenti. E infatti l’ascolto ha permesso di realizzare il collegamento tra la gambizzazione avvenuta nel pomeriggio con la lite in Tribunale fra alcuni componenti delle due famiglie.

Quella mattina c’era stata l’udienza preliminare in cui un congiunto di Giovanni Del Monte era imputato con l’accusa di molestie sessuali nei confronti di una parente di Antonio Mastrolia e di suo figlio. Mentre era in corso l’esame, all’esterno dell’aula si sono incontrati alcuni componenti dei due nuclei che hanno iniziato a parlare a voce alta. La litigata è degenerata al punto che una persona ha tirato per capelli una donna della famiglia considerata rivale. Sono interventi i carabinieri e i vigilantes presenti a Palazzo di giustizia per identificare i presenti e allontanarli. Nel pomeriggio, sempre secondo l’accusa, nei pressi della Corazzata del Paradiso, Mastrolia, padre e figlio, avrebbero invitato quello che consideravano come un nemico a battersi fisicamente, a regolare i conti con le mani. Nel giro di poco, la sparatoria.

In serata, in ospedale, commentando l’accaduto alcuni parenti di Del Monte hanno fatto riferimento a “zio Antonio” e a “Fischellovo”, soprannome di Antonio Mastrolia. Per l’accusa entrambi volevano uccidere. Da oggi sono liberi.

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