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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Traffico di clandestini con bonifico

BRINDISI - Da Brindisi, in particolare dal centro di Restinco, gestivano il traffico di clandestini che dall’Asia (passando per la Grecia e per l’Italia) si dirigevano in Francia. Si tratta di 6 stranieri, quattro irakeni, un palestinese e un afghano, rinviati a giudizio oggi dal gup Tea Verderosa del Tribunale di Brindisi per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

BRINDISI - Da Brindisi, in particolare dal centro di Restinco, gestivano il traffico di clandestini che dall’Asia (passando per la Grecia e per l’Italia) si dirigevano in Francia. Si tratta di 6 stranieri, quattro irakeni, un palestinese e un afghano, rinviati a giudizio oggi dal gup Tea Verderosa del Tribunale di Brindisi per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Secondo quanto viene loro contestato, costoro, residenti in Italia al centro di accoglienza di Restinco o in altre strutture allestite per dare ospitalità agli immigrati, avrebbero favorito l’ingresso in Italia, dietro un corrispettivo che si aggirava attorno ai 200 euro, di cittadini extracomunitari, per lo più mediorientali, che poi venivano ‘smistati’ – stando a quanto si legge nel capo d’imputazione – in Francia.

Il compenso veniva fatto accreditare tramite agenzia Western Union, utilizzando i nominativi di soggetti regolari sul territorio dello Stato. Le indagini furono delegate agli agenti della Polizia di Frontiera diretti da Salvatore De Paolis. Il 22 febbraio del 2012 scattò il blitz con l’esecuzione di sei ordinanze di custodia cautelare. Gli stranieri sono difesi dagli avvocati Paolo D’Amico, Raffaele Missere e Cosimo Castrignano’. Il processo, dinanzi al Tribunale di Brindisi inizierà il 6 maggio prossimo.

I fatti risalgono al 2011, quando Brindisi era stata trasformata in una testa di ponte dell’organizzazione che, secondo gli investigatori, aveva anche basi in Grecia, punto di arrivo dei gruppi di immigrati dal Medio Oriente e dall’Asia Centrale. Il capo dell’associazione, sarebbe stato Abdul Kader Mohammed, irakeno di Baghdad, detto Abd, ufficialmente richiedente asilo politico e residente all’Hotel Venezia, ma fu preso a Perugia.

Con lui furono arrestate anche un altro iracheno, ma di Kerkuk, Nahro Muhamad di 21 anni, ospitato al Cara di Restinco, quello che andava ad incassare le rimesse, il cassiere, e Anwar Khadim, detto Anuar, 33 anni, ospitato a Casa Betania. Gli altri complici erano, secondo le tesi dell’accusa, il palestinese Ahamad Yunis di 38 anni, detto Ahmid, nato ad Homs e residente all’Hotel Venezia come il suo capo, e due compaesani del giovane cassiere (anche loro di Kerkuk), Kasem Khidr di 27 anni e Mariwam Kamaran di 30 anni, ospite di Restinco.

Secondo quanto riferì il dirigente della Polizia di Frontiera, Salvatore De Paolis, i sei si occupavano anche di convogliare nei paesi europei coloro che riuscivano a fuggire dal centro di Restinco e da Crotone. A tutti è stata contestata l’aggravante della natura transnazionale del reato. Furono fotografati, intercettati con un sistema semplice ma solido sul piano probatorio.

Una volta risaliti alle schede telefoniche dei sospettati, la polizia ha affiancato il servizio di osservazione a quello di verifica delle utenze, visto che i numeri erano intestati a persone che non ne facevano uso. Dalla sala operativa veniva effettuata una chiamata-civetta, e quando il sospettato rispondeva veniva anche immortalato dal servizio di osservazione.

Brindisi era una necessaria testa di ponte dell’organizzazione che ha grosse basi in Grecia, punto di arrivo dei gruppi di immigrati dal Medio Oriente e dall’Asia Centrale. Mohammed era l’emissario a Brindisi di quelle centrali e proveniva a sua volta dalla Grecia. Chiunque si rivolgesse a loro, sia se spedito via mare dalle sponde elleniche (spesso in condizioni fortunose e di rischio) a cura dell’organizzazione – madre, sia se in fuga dai campi di Restinco o Crotone, e ancora prima del permesso di soggiorno, doveva pagare 2-300 euro solo per garantirsi l’appoggio dei trafficanti in territorio italiano, oltre alle spese di viaggio.

La partenza verso il Nord avveniva solo quando ad un paio di tabaccherie brindisine di via Indipendenza e di corso Umberto (sempre nei paraggi della stazione ferroviaria, punto nevralgico delle indagini, partite proprio dai contatti che vi avvenivano), corrispondenti del circuito Western Union, giungevano i bonifici intestati a Nahro Muhamad. Soldi raccolti da amici o parenti già in Italia o in Francia, e contattati telefonicamente dal richiedente.

A quel punto, il gruppo di Abdel Kader Mohammed provvedeva all’accompagnamento ai treni e alla fornitura dei biglietti e delle indicazioni necessarie, o in altri casi anche all’accompagnamento sino alla frontiera francese, con ultimo tratto in auto. Dal paese di partenza a destinazione, il viaggio poteva costare tra i 3 e 4mila euro, il tratto italiano forse era il più economico.

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