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Cronaca

Traffico di droga, cade l’accusa per tre brindisini: dal carcere ai domiciliari

Il Tribunale del Riesame accoglie il ricorso per Damiano Libardo, Giuseppe De Simone e Attilio Di Bello, arrestati dai finanzieri lo scorso 30 giugno. Sotto inchiesta 14 persone, in dieci erano stati accusati di associazione per delinquere finalizzata al trasporto dall’Albania di marijuana

BRINDISI – Per tre brindisini il Tribunale del Riesame di Lecce ha escluso l’accusa di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al trasporto e all’immissione sulle coste salentine di ingenti quantitativi di droga: Damiano Libardo, 70 anni, Giuseppe De Simone, 68, e Attilio Di Bello, 57, hanno ottenuto i domiciliari, per effetto dell’accoglimento del ricorso discusso dai difensori.

Gli avvocati Gianvito Lillo e Vincenzo FarinaIl penalista Gianvito Lillo (nella foto accanto), avvocato di fiducia di Libardo e De Simone, di fronte al collegio ha sostenuto la mancanza di elementi tali da sostenere che i due indagati fossero inseriti nel narcotraffico ricostruito dalle indagini condotte dai militari della Guardia di Finanza, partendo dal ritrovamento di ingenti quantitativi di marijuana lungo le coste brindisine e leccesi. E per questo ha chiesto il riconoscimento della misura meno afflittiva dei domiciliari. Le stesse argomentazioni sono state sostenute da Cosimo Luca Leoci, difensore di Di Bello.

Il Tribunale, in funzione di Riesame, ha accolto entrambi i ricorsi e di conseguenza gli indagati hanno lasciato il carcere, dopo gli arresti eseguiti lo scorso 30 giugno. Restano indagati in relazione a singoli episodio ricostruiti nell’ordinanza di custodia cautelare.

Nel provvedimento di arresto ruolo di primo piano è stato addebitato a Gianfranco Contestabile ritenuto prima dai pm dell’Antimafia e poi dal gip che ha firmato le richieste di arresto, promotore dell’associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga (difeso dall’avvocato Ladislao Massari). Partecipi al sodalizio sarebbero stati Rosario Fioretti, Luca Sabetta e Andrea Esposito i quali, stando a quanto si legge, “vantano numerosi precedenti penali e risultano in buona parte attinti da carichi pendenti, anche per fatti di droga”.

In carcere anche Antonio Lococciolo, Antonio Zecca e Spiridione Baldacci, alias Spiros il greco. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Laura Beltrami, nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha respinto le accuse legate alla disponibilità di un villino sulla provinciale San Vito dei Normanni-Latiano, nel quale i finanzieri trovarono 70 chili di marijuana più un mitragliatore da guerra con 199 carucce, la sera del 4 agosto dello scorso anno: si è professato innocente. Lo stesso ha fatto, all’indomani dell’arresto, Sabetta, difeso da Francesco Cascione. Nei prossimi giorni sono stati fissati gli altri ricorsi al Riesame.



 

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