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Traffico di droga tra l'Albania e l'Italia: in manette emigrante ostunese

RAVENNA - Un ostunese nel clan italo-albanese dedito al traffico di droga tra la Romagna e il nord della penisola. Affari d’oro, e mani su un paio di chili di droga, per lo più eroina e cocaina. Dieci le persone arrestate. E tra loro anche Angelo Turi (56 anni di Ostuni, residente a Crespellano, in provincia di Bologna), già nei guai in passato per possesso di armi e sostanze stupefacenti. L’attività investigativa dei militari ravennati ha riguardato anche le province di Forlì-Cesena, Bologna e Gorizia. L'indagine, coordinata dalla Procura di Ravenna e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, è stata battezzata “Gazzella” perché era partita da tre arresti, e dal conseguente sequestro di 250 grammi di eroina, realizzati da una pattuglia del Norm di Cervia-Milano Marittima al termine di un inseguimento sulla Statale 16 'Adriaticà. I tre arrestati stavano rientrando verso Rimini dopo avere acquistato la droga a Ravenna.

RAVENNA - Un ostunese nel clan italo-albanese dedito al traffico di droga tra la Romagna e il nord della penisola. Affari d’oro, e mani su un paio di chili di droga, per lo più eroina e cocaina. Dieci le persone arrestate. E tra loro anche Angelo Turi (56 anni di Ostuni, residente a Crespellano, in provincia di Bologna), già nei guai in passato per possesso di armi e sostanze stupefacenti. L’attività investigativa dei militari ravennati ha riguardato anche le province di Forlì-Cesena, Bologna e Gorizia. L'indagine, coordinata dalla Procura di Ravenna e dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, è stata battezzata “Gazzella” perché era partita da tre arresti, e dal conseguente sequestro di 250 grammi di eroina, realizzati da una pattuglia del Norm di Cervia-Milano Marittima al termine di un inseguimento sulla Statale 16 'Adriaticà. I tre arrestati stavano rientrando verso Rimini dopo avere acquistato la droga a Ravenna.

Le successive verifiche dal Nucleo Investigativo dei carabinieri della città romagnola avevano permesso di stabilire che il presunto fornitore ravennate dello stupefacente era un trentenne tunisino in grado di rifornirsi sia da connazionali domiciliati nel nord Italia sia da un gruppo di spacciatori della provincia di Ravenna che faceva capo a due fratelli albanesi i quali, a loro volta, si rifornivano direttamente in Albania avvalendosi anche della collaborazione di un connazionale. Uno dei due fratelli era però morto a fine 2009 in Albania in un incidente stradale.

Nel giro c'erano anche due ravennati che si occupavano di custodire lo stupefacente. Nell'ordinanza di custodia cautelare, ai due fratelli sono state contestate inoltre cessioni di circa 200 grammi di eroina e cocaina nei primi giorni del marzo 2008 a cittadini magrebini, tra cui Elmi Ben Zinouba, morto per overdose il 23 aprile di quello stesso anno a Punta Marina, sul litorale ravennate. In una prima fase l'indagine ha consentito il sequestro di un chilo e 290 grammi di eroina e l'arresto in flagranza di otto persone, tra cui tre uomini provenienti dalla provincia di Trieste per comperare la droga (821 grammi di eroina) a Ravenna e altri due dalle Marche.

Le successive indagini hanno portato, secondo quanto riferito dall'Arma in una nota, all'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Anna Mori del Tribunale di Ravenna a carico di Ferdinand Deda (29 anni albanese), Besmir Malaj (26 anni albanese, residente a Ravenna), Emilio Ravaglia (50 anni, ravennate), Labinot Sahiti (28 anni, della ex Jugoslavia, domiciliato a Ravenna), Klodjan Sulaj (28 anni, albanese, residente a Ravenna), Jessica Sebastiani (21 anni, di Casola Valsenio, in provincia di Ravenna), Nader Ben Khalifa (30 anni, tunisino, residente a Ravenna), Leonardo D'Alaimo (46 anni, di Stigliano, in provincia di Matera, residente a Ravenna), Bekim Ademi (24 anni macedone domiciliato a Monfalcone, in provincia di Gorizia) ed Angelo Turi, appunto. Tutti sono ritenuti responsabili di un traffico di sostanze stupefacenti.

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