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Cronaca

Contenzioso interno al Comune: "Carte inviate alla Corte dei Conti"

Sulla vicenda della causa dell'amministrazione civica brindisina e due avvocate dell'ufficio legale, l'avvocato delle due capo sezione, Massimo Ciullo, annuncia di aver informato il giudice contabile

BRINDISI – Lo scambio di puntualizzazioni e distinguo con l’ex assessore Carmela Lo Martire sulla vicenda dell’opposizione del Comune di Brindisi al decreto ingiuntivo depositato da due avvocatesse capo sezione dell’ufficio legale del municipio (bocciata dal giudice del lavoro), l’avvocato Massimo Ciullo lo chiuso trasmettendo via posta certificata alla Corte dei Conti l’incartamento sul caso. E’ lo stesso difensore delle colleghe Monica Canepa ed Emanuela Guarino.

“Mi dispiace che l'ex assessore Carmela Lo Martire abbia ritenuto offensive le mie dichiarazioni con le quali mi limitavo ad osservare che c’è una disparità di trattamento nella gestione del personale del Comune di Brindisi perché numerosi dipendenti, come le avvocate Canepa e Guarino, sono stati costretti a rivolgersi al Tribunale per ottenere il pagamento di emolumenti retributivi negati, mentre una diversa politica viene praticata con i dirigenti”, dice Ciullo.

“E non sono stato certo io a parlare di discriminazione di genere da parte della precedente amministrazione, bensì la Consigliera di Parità regionale Serenella Molendini, proponendo contro il Comune un giudizio che l’ex assessore, proprio in virtù delle sue deleghe, avrebbe potuto, nell’interesse pubblico, contribuire a transigere, così come l'Amministrazione Consales - della quale la Lo Martire era un assessore insostituibile - ha ritenuto di fare per altre differenti questioni”, aggiunge il legale.

Ciullo afferma di non riuscire a comprendere “quale sia stato l’interesse pubblico sotteso alla decisione del Comune di opporsi al decreto ingiuntivo delle due dipendenti, posto che lo stesso segretario generale aveva sospeso il pagamento dei compensi in favore del dirigente fiduciario avv. Francesco Trane e, successivamente, i revisori dei conti, invocati nella stessa delibera di opposizione, avevano anche rilevato l'erronea imputazione contabile per il dirigente”.

L’interesse pubblico, secondo Ciullo, “si garantisce quando, di fronte all'evidenza, in questo caso data dal contratto individuale, dalla copertura finanziaria valevole solo per le due avvocate e dalle sentenze della Corte d'Appello, non ci si ostina a difendere inesistenti diritti, come confermato dal giudice del lavoro, di un dirigente a scapito di quelli veri delle due dipendenti”.

“La costituzione in giudizio non era una necessità, ma andava valutata con cautela oltre che motivata. E a ciò non era estranea la Lo Martire, che oggi pare conferire a quello dell'assessore il ruolo di un nuncius del dirigente autore della relazione alla delibera. Non è vero l'assunto dell'avv. Lo Martire, dice ancora Massimo Ciullo richiamando la frase: “La costituzione in giudizio è una necessità ed una garanzia per non incorrere in responsabilità contabili amministrative e per dotare l'amministrazione di un provvedimento definitivo giudiziale”.

“Il giudice contabile ha stabilito che va valutato caso per caso se proporre opposizione a un decreto ingiuntivo e che ne sono responsabili i politici, i dirigenti e i segretari generali. Per Corte Conti, Centrale, numero 128/05 sussiste la responsabilità dell'organo politico per la scelta di proporre opposizione al decreto ingiuntivo dinanzi a una situazione debitoria prolungatasi nel tempo e per l'infondatezza dei motivi addotti; per Corte Conti, Centrale, numero197/16 comporta responsabilità della giunta e del segretario generale la condotta che ha portato il professionista ad attivare il giudizio per ottenere quanto a lui dovuto, al quale l'amministrazione ha resistito nel difetto dell'ordinaria diligenza nell'acquisizione della consapevolezza dell'infondatezza delle tesi difensive sostenute”, enuncia Ciullo..

Pertanto, fa sapere Massimo Ciullo, “proprio a causa della replica dell'ex assessore, ho ritenuto opportuno in data odierna trasmettere alla Procura presso la Corte dei Conti della Regione Puglia apposita segnalazione sulla questione, ovviamente affrontando l'intera questione, senza focalizzare l'attenzione sulla persona di Carmela Lo Martire”.

Inoltre, siccome quest'ultima ha affermato che “la decisione di costituirsi in giudizio non è dell'assessore”, “allora spieghi perché il suo nome risulta in calce alla proposta deliberativa del settore Risorse Umane quando lei non ne era l’assessore al ramo. Infatti, sarebbe stata sufficiente la firma del sindaco che risulta pure esserci”, obietta Ciullo. “Se poi, come dice l'avv. Lo Martire, fosse sempre necessario ‘dotare l'amministrazione di un provvedimento definitivo giudiziale’, come si spiegano le transazioni dell'amministrazione delle quali l'ex assessore comunque doveva avere contezza almeno in virtù della delega al Bilancio?”.

“A differenza di quanto l'ex assessore sostiene, io non ho voluto ‘dare enfasi ad una ordinaria notizia giudiziaria’ e mi dispiace che non si sia resa conto della gravità del fatto che, per anni, il dirigente si è autoliquidato i compensi non spettantigli. E ciò venne documentato dalle due dipendenti prima di essere costrette a ricorrere al decreto ingiuntivo, che l'amministrazione doveva e poteva evitare”, spiega ancora Massimo Ciullo..

“Come fa l'ex assessore – si chiede Ciullo - a dire che per le avvocatesse non vi era ‘posta inserita in Bilancio’, quando, con la specifica delega, doveva sapere che il relativo capitolo finanziario era coperto, nonché espressamente ed interamente dedicato a loro, come hanno pure riconosciuto i revisori dei conti? Infine, mi sembrava evocativo e non “stucchevole” parlare di una vittoria al femminile nella giornata contro la violenza sulle donne£

“La reazione dell'ex assessore è stata sproporzionata. Su di un argomento così attuale e dibattuto è doveroso pretendere una speciale attenzione dagli organi di governo soprattutto nel contesto lavorativo, dove è indubitabile che le donne siano ancora penalizzate. E comunque – conclude Massimo Ciullo - prima della giunta Consales mai delle dipendenti avevano lamentato discriminazioni di genere”. 

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