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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Allegri, giovani, ma dalla rapina facile

OSTUNI – Tre allegri ragazzi: vivi. Anche se hanno rischiato parecchio. E terribili: tutti e tre. Anzi, tutti e quattro. Perché anche quello denunciato a piede libero (A. M., da poco diciottenne), con l’accusa di concorso in furto aggravato, di fatti e circostanze da chiarire davanti agli inquirenti ne ha parecchie e forse persino qualcuna in più rispetto ai suoi, altrettanto giovani, compari di sventura, finiti in carcere nella serata di ieri ma catturati praticamente nelle fasi immediatamente successive alla rapina consumata presso l’agenzia dell’Ufficio postale “Ostuni3”: là dove qualche minuto prima tre giovanotti, con il volto coperto da passamontagna ed armati di coltellino, avevano seminato il panico, mettendo a segno un colpo da circa 3 mila euro. Criminali incalliti? No, incensurati, di buona famiglia, ma evidentemente deviati: Mario Greco (20 anni, ostunese), Roberto Ungaro (21 anni, anch’egli del posto) e Larbi El Azri (24 anni, quest’ultimo originario del Marocco ma residente a Ostuni da una ventina d’anni).

OSTUNI – Tre allegri ragazzi: vivi. Anche se hanno rischiato parecchio. E terribili: tutti e tre. Anzi, tutti e quattro. Perché anche quello denunciato a piede libero (A. M., da poco diciottenne), con l’accusa di concorso in furto aggravato, di fatti e circostanze da chiarire davanti agli inquirenti ne ha parecchie e forse persino qualcuna in più rispetto ai suoi, altrettanto giovani, compari di sventura,  finiti in carcere nella serata di ieri ma catturati praticamente nelle fasi immediatamente successive alla rapina consumata presso l’agenzia dell’Ufficio postale “Ostuni3”: là dove qualche minuto prima tre giovanotti, con il volto coperto da passamontagna ed armati di coltellino, avevano seminato il panico, mettendo a segno un colpo da circa 3 mila euro. Criminali incalliti? No, incensurati, di buona famiglia, ma evidentemente deviati: Mario Greco (20 anni, ostunese), Roberto Ungaro (21 anni, anch’egli del posto) e Larbi El Azri (24 anni, quest’ultimo originario del Marocco ma residente a Ostuni da una ventina d’anni).

Sarebbero stati loro, nella tarda mattinata di ieri, a fare irruzione nella sede distaccato delle Poste di Ostuni, in via Gaetano Sansone, alle spalle della centralissima Via Giovanni XXIII.  I tre sono stati catturati nelle campagne tra Ostuni e Ceglie Messapica, al termine di una rapida attività di indagine ed a seguito di un rocambolesco inseguimento da parte degli agenti del Commissariato di Pubblica sicurezza della Città bianca. Tallonati dalle pattuglie della polizia, i tre giovani, a bordo di una Fiat Punto (risultata rubata mercoledì scorso, sempre ad Ostuni) hanno ingaggiato una folle corsa, nel tentativo di far perdere le loro tracce.

Più volte, per nulla intimoriti dai colpi di pistola sparati in aria dagli agenti che stavano alle loro calcagna, avrebbero tentato anche di mandare fuori strada una delle auto della polizia. Ma alla fine, in preda alla foga da fuga, sono stati loro a perdere il controllo dell’automezzo, finendo in un dirupo alto quattro metri e andando a sbattere contro un muretto a secco. Di fatto il loro capolinea. La loro cattura ha consentito di ricostruire nei dettagli anche le fasi della rapina: il marocchino avrebbe arraffato i soldi, Ungaro avrebbe tenuto a bada gli utenti in coda all’interno dell’Ufficio postale. Mentre Greco avrebbe fatto da palo e da sfrenato “pilota”, al volante della Fiat Punto.

Per tutti e tre sono scattate le manette ai polsi, con l’accusa di rapina aggravata e resistenza a Pubblico ufficiale. E non solo. Saranno chiamati a rispondere in concorso con uno studente appena 18enne (A.M., ostunese, frequentante il locale liceo Classico Calamo) anche di concorso in furto aggravato e ricettazione aggravata. Nelle prossime ore la dirigenza scolastica, a prescindere dai risvolti penali che potranno scaturire a seguito dell’attività investigativa, deciderà se e quali provvedimenti disciplinari e cautelativi assumere nei confronti dello studente.

Evidenti appaiono le sue responsabilità. All’interno dell’utilitaria, infatti, ridotta ad un ammasso di rottami, gli agenti hanno rinvenuto non soltanto il bottino della rapina con armi e armamentario vario utilizzato per l’incursione all’agenzia postale, ma anche la refurtiva, consistente in un Mac di ultima generazione, un computer portatile e una pen-drive , frutto di un’incursione che gli stessi, stando all’accusa, avrebbero compiuto, poco prima di eseguire la rapina, all’interno di una villa sui colli di Ostuni di proprietà di una coppia di professionisti del posto. Ed è qui che la storia si complica, entrando in gioco anche il quarto ragazzino (A. M), compagno di classe del figlio dei due professionisti vittime del furto.

Sarebbe stato proprio A. M., infatti, frugandogli tra le tasche del giubbotto, a rubare nei giorni scorsi le chiavi di casa del giovane, durante l’orario di lezione. Una volta fuori dalla scuola, A. M. avrebbe quindi consegnato ai tre compari il mazzo di chiavi (rinvenuto dai poliziotti, in sede di perquisizione domiciliare, a casa di Mario Greco). Così gli stessi,  senza ricorrere ad effrazione alcuna, sono riusciti nella mattinata di ieri a penetrare all’interno della villetta di famiglia del giovane, arraffando i due computer. Per quale ragione avessero deciso di prendere di mira il ragazzo non è chiaro, o meglio: sul tema sono tuttora in corso ulteriori accertamenti ed approfondite indagini.

L’impressione, dunque, confermata nel corso di una conferenza stampa dal vice questore Francesco Angiuli, è che dietro alla storia del furto ci sia altro. E non è escluso che l’irruzione nella villa del giovane possa aver rappresentato una sorta di missione punitiva. Domani prime udienze di convalida, davanti al Gip Paola Liace. Il primo a comparire sarà Roberto Ungaro (difeso dagli avvocati Mario e Sergio Laveneziana). A seguire Mario Greco (difeso dall'avvocato Domenico Tanzarella) e  Larbi El Azri (difeso dagli avvocati Vito Melpignano e Carmen Monopoli).

L’attività investigativa, intanto, prosegue. Gli inquirenti sono certi che dietro alla  giovanissima banda dedita alle rapine e ai furti ci siano schegge di criminalità ben più mature, con le quali l’insospettabile gruppetto sarebbe entrato in contatto, in affari: sporchi e pericolosi.

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