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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Traffico di clandestini a Brindisi, tre condanne del Tribunale

A capo della cellula un afgano detto “mano mozza”, arrivato in città come richiedente asilo politico: sette anni e due mesi di reclusione. Gli incontri in Centro fra la stazione ferroviaria, piazza del Popolo e nei pressi della Chiesa delle Anime. Il blitz risale al 23 febbraio 2012, dopo l’evasione di due clandestini da Restinco

BRINDISI – Nel Centro di Brindisi, tra la stazione ferroviaria e la chiesa delle Anime, esisteva una cellula che nel corso degli anni si è occupata del traffico di clandestini: il capo del gruppo, un afgano, detto “Mano mozza”, è stato condannato a sette anni e due mesi più 140mila euro di multa, dal Tribunale di Brindisi a conclusione del processo scaturito dall’inchiesta chiamata Passeur Express degli agenti della Polizia di Frontiera che il 23 febbraio 2012 portò agli arresti.

Il gruppetto dei trafficanti ripreso dalla polizia-2

La pena più alta è stata inflitta a Abul Kader Mohammed, 50 anni, arrivato a Brindisi da Bagdad tre anni prima come richiedente asilo politico e all’epoca residente in un albergo del capoluogo (venne arrestato a Perugia). Era conosciuto come Mano mozza perché gli mancano quattro dita di una mano.  Il collegio presieduto da Domenico Cucchiara ha affermato la responsabilità penale anche di Kasem Khidr, 32, ritenuto il collaboratore più stretto, e lo ha condannato a sette anni più 135mila euro di multa. Due anni e due mesi di reclusione con 17.500 euro sono stati inflitti a Nahdro Muhamad, iracheno, 26 anni, considerato il cassiere, ospite del centro Cara di Restinco. Per tutti, è stata confermata l’accusa di aver fatto parte di un’associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, ma è stata esclusa l’aggravante della natura trasnazionale del reato contestata dalla Procura di Brindisi. Pene accessorie sono l’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e interdizione legale durante l’espiazione.

Assolti gli altri due imputati: Anwar Kadim, detto Anuar, e Ahamd Yunis perché il fatto non sussiste. Nel collegio difensivo gli avvocati Paolantonio D’Amico, Raffaele Missere, Giuseppe Pomarico, Fortunato Calò e Cosimo Castrignanò, tutti del foro di Brindisi.

L’inchiesta è stata coordinata dal sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro, in stretta collaborazione con l’allora dirigente della polizia di Frontiera Salvatore De Paolis: partì dopo la fuga di due clandestini dal centro Cara-Cie di Restinco, rintracciati nei pressi dei giardinetti della stazione ferroviaria e in procinto di partire in treno. Secondo l’accusa il gruppo riceveva a Brindisi gli extracomunitari che erano privi del permesso di soggiorno ai quali chiedevano somme comprese fra duecento e trecento euro a persona, al netto delle spese di viaggio, e garantivano loro il viaggio in treno per raggiungere una serie di località estere. Sono stati accertati diversi viaggi verso la Francia, in altri casi i viaggi avvenivano in auto. Da qui il nome dell’inchiesta passeur, ossia accompagnatori, express perché il più delle volte il trasferimento avveniva a mezzo treno espresso.

Da sinistra, il pm Pierpaolo Montinaro, il procuratore Marco Dinapoli e il vicequestore Salvatore De Paolis-2

La partenza prevedeva una prima tappa verso il Nord e avveniva solo quando ad un paio di tabaccherie brindisine di via Indipendenza e di corso Umberto, corrispondenti del circuito Western Union, giungevano  i bonifici. Era denaro raccolto da amici o parenti già in Italia oppure in Francia. A quel punto, il gruppo provvedeva all'accompagnamento ai treni e alla fornitura dei biglietti e delle indicazioni necessarie. Dal Paese di partenza a destinazione, il viaggio poteva costare fra i tremila e i quattromila, il tratto italiano forse era il più economico.

Diversi clandestini, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, sapevano già a chi rivolgersi. Altre volte invece gli extracomunitari venivano “agganciati” in piazza Crispi, nei pressi della stazione ferroviaria, oppure nei pressi della chiesa delle Anime e nella vicina piazza del Popolo. Nel cuore di Brindisi, parallelamente alla vita ordinaria della città.

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