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Cronaca Carovigno

Dimissioni coatte: estorsione, titolare ristorante a giudizio

Aveva subordinato la liquidazione delle retribuzioni e del Tfr per una sua dipendente alla firma di una lettera di dimissioni. Non solo la donna, che aveva lavorato come cameriera in un locale di Carovigno (Brindisi)

CAROVIGNO - Aveva subordinato la liquidazione delle retribuzioni e del Tfr per una sua dipendente alla firma di una lettera di dimissioni. Non solo la donna, che aveva lavorato come cameriera in un locale di Carovigno (Brindisi), ha ottenuto dal giudice del lavoro una sentenza favorevole e quindi il versamento delle somme che le spettavano, ma ora l'ex datore di lavoro è finito a processo per estorsione. Era stato il giudice del lavoro a trasmettere gli atti alla procura di Brindisi, ritenendo che vi fossero condotte penalmente rilevanti da valutare.

L'inchiesta l'ha condotta il pm Iolanda Daniela Chimienti che ha formulato richiesta di rinvio a giudizio. Oggi il gup Paola Liaci ha ritenuto che fosse indispensabile un approfondimento dibattimentale. Si è costituita parte civile la lavoratrice con gli avvocati Carmen Monopoli, che ha approfondito i risvolti civilistici della vicenda, e Vito Melpignano. I fatti risalgono al 2010. La donna prestava servizio presso un noto ristorante - bar di Carovigno, il "Caffè sotto la torre" gestito da Cosimo Palmisano, di 32 anni.

Riteneva la persona offesa di non essere stata retribuita secondo quanto previsto dal contratto. E aveva quindi richiesto al datore di lavoro le differenze retributive per le ore trascorse tra i tavoli a servire caffè e aperitivi, oltre che il trattamento di fine rapporto. A quanto è stato accertato anche attraverso l'ascolto di testimoni (dinanzi al giudice del lavoro) l'uomo aveva "costretto" la dipendente a sottoscrivere una lettera di dimissioni quando in realtà non aveva alcuna intenzione la donna di rinunciare volontariamente all'impiego, con tutte le conseguenze in termini contrattuali che una rinuncia "spontanea" comportano per il lavoratore.

Ci sono infatti una serie di diritti che si perdono, in tal caso, a vantaggio del datore di lavoro. 
Non solo il giudice del lavoro Francesco De Giorgi ha riconosciuto il diritto della ex cameriera di ricevere il denaro che le toccava, ha stabilito che il rapporto di lavoro non era stato interrotto per le dimissioni ma a causa di un "licenziamento orale" e ha anche rilevato comportamenti più gravi. Il fascicolo, dopo la sentenza del 22 maggio 2013 è stato mandato in procura. Il pm inquirente ha avviato un'inchiesta per estorsione e ha proceduto dando avvio all'azione penale. Imputato il titolare del bar ristorante, dovrà ora affrontare un processo dinanzi al Tribunale di Brindisi in composizione monocratica. La parte civile ha richiesto un risarcimento dei danni pari a duemila euro.

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