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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Troppi "insospettabili" ad alto rischio

BRINDISI – Un commerciante di carburanti di Copertino che era insospettabile sino a quando non ha fatto saltare in aria un gruppo di studentesse, e del quale non si sa ancora, a due mesi da processo, dove ha fatto il suo apprendistato di bombarolo e chi siano i suoi complici. Un geometra insospettabile di Brindisi che va a Valona e carica nel bagagliaio della sua auto dieci fucili d’assalto, cinquecento cartucce e trenta bombe a mano, ma viene bloccato all’imbarco e arrestato dalla polizia albanese. Una notizia che la polizia di Brindisi non diffonde, anche se ora è chiamata a indagare, malgrado si tratti di uno degli episodi più gravi e allarmanti degli ultimi anni, attentato alla Morvillo Falcone a parte.

BRINDISI – Un commerciante di carburanti di Copertino che era insospettabile sino a quando non ha fatto saltare in aria un gruppo di studentesse, e del quale non si sa ancora, a due mesi da processo, dove ha fatto il suo apprendistato di bombarolo e chi siano i suoi complici. Un geometra insospettabile di Brindisi che va a Valona e carica nel bagagliaio della sua auto dieci fucili d’assalto, cinquecento cartucce e trenta bombe a mano, ma viene bloccato all’imbarco e arrestato dalla polizia albanese.

Una notizia che la polizia di Brindisi non diffonde, anche se ora è chiamata a indagare, malgrado si tratti di uno degli episodi più gravi e allarmanti degli ultimi anni, attentato alla Morvillo Falcone a parte. Sia che quelle armi fossero destinate alla criminalità organizzata locale, che a questo punto rivelerebbe il proposito di progetti inquietanti, sia che fossero destinati a gruppi della criminalità organizzata calabrese, o campana, l’allarme riguarda sempre questo territorio, e bisogna dire che forse gli albanesi in questa faccenda del geometra Elvis Bozzetti di 34 anni c’entrano solo come fornitori. Se la malavita albanese vuole trafficare armi per proprio conto, non ha certo bisogno di imbarcarle su un traghetto.

La storia di Elvis Bozzetti è strana, è in apparenza un  tentativo quasi suicida di attraversare i controlli del porto di Brindisi. E’ strano come sia stato individuato subito all’imbarco, quasi segnalato. Da chi, dai servizi? Da chi gli aveva venduto le armi? Oppure è in corso una indagine durante la quale è stato deciso di fare catturare il corriere delle armi? A Brindisi, in questura, le fonti dicono – almeno a noi - di essere state all’oscuro sino a quando non è arrivata la notizia dall’Albania, e che ora stanno cercando di capire chi sia Bozzetti. Gli albanesi hanno inquadrato l’arresto di Bozzetti nell’ambito dell’Operacioni Vizitori, una attività permanente di controllo sugli spostamenti sospetti di cittadini stranieri.

E l’intercettazione del corriere brindisino la raccontano così ai media di Valona: la collaborazione tra l’ufficio immigrazione e la polizia criminale è strettissima (Operacioni Vizitori), i controlli sono severi, e il geometra italiano, quando gli è stato chiesto il passaporto all’imbarco, si è dimostrato troppo nervoso. Da qui la perquisizione. Bozzetti era alla guida della sua Fiat Multipla targata BR530HH, e le armi erano semplicemente nella parte posteriore dell’auto: dieci Kalashnikov modello 56 con calcio pieghevole, 13 caricatori ricurvi e 500 cartucce per le stesse armi, 30 granate (15 delle quali di tipo offensivo e difensivo), 50 cartucce del calibro 7,65 e 50 del calibro 9, ovviamente parabellum.

Simili arsenali non si vedevano dai tempi della enclave di trafficanti di “bionde” in Montenegro e della cosiddetta “polizia deviata”, quando un carico di armi da guerra fu oggetto di un finto rinvenimento da parte di alcuni agenti della squadra catturandi dell’epoca, mentre invece era stato fornito loro dai capi contrabbandieri di Zelenika. Molto probabilmente altre armi sono entrate dal Salento, affidate agli scafisti. Mai un carico così era stato oggetto di un tentativo di imbarco su un traghetto.

Bozzetti è in galera a Valona, ma si ritiene ragionevolmente che sia già – o lo sarà presto – a disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, che da tempo ha costruito  rapporti con la magistratura inquirente della città portuale albanese su vari filoni d’inchiesta. Le domande che ci poniamo al momento sono tutte senza risposta, a partire dalla destinazione del carico di armi: criminalità o una cellula eversiva ancora semisconosciuta?

Ma i fucili d’assalto derivati dall’Ak 47 in tutte le loro versioni balcaniche e cinesi, sia nel calibro 7,62 che in quello 5,56 sono molto richieste anche dalle bande di rapinatori che si dedicano agli assalti ai furgoni blindati, e anche le bombe a mano sono comparse in azioni di questo tipo. Chissà chi aveva ingaggiato “l’ingenuo” Elvis Bozzetti, o di quale gruppo faceva parte. E chissà quanti sono i Bozzetti in circolazione.

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