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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca San Pietro Vernotico

Truffa e falsità ideologica: a processo un costruttore e tre tecnici

Il processo riguarda la messa in vendita di un'abitazione difforme rispetto al progetto visionato dall'acquirente

SAN PIETRO VERNOTICO – Sfocerà in un processo una controversia iniziata nell’ottobre 2013, riguardante la vendita di un’abitazione con annessa autorimessa situata a San Pietro Vernotico. Il pm della procura di Brindisi, Giampiero Nascimbeni, ha emesso un decreto di citazione diretta a giudizio a carico di quattro persone, nell’ambito di un procedimento scaturito da una querela sporta dall’acquirente dell’immobile, il brindisino Danilo Di Campi, 38 anni, difeso dall’avvocato Marco Masi. 

Il costruttore, il 44enne A.L., di San Pietro Vernotico, difeso dall’avvocato Salvatore Taurino, dovrà rispondere del reato di truffa. E’ stato contestato il reato di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale, invece, al direttore dei lavori, il 52enne L.D.A., residente a San Pietro Vernotico, al certificatore energetico, il 59enne G.P., residente a San Pietro Vernotico, e al collaudatore, il 59enne V.P., residente a Brindisi. I tre sono difesi rispettivamente dai legali Massimo Manfreda, Giovanni Pecoraro e Sandro Stefanelli. 

Il legale rappresentante dell’azienda costruttrice avrebbe messo in vendita un immobile che presentava delle difformità rispetto al progetto visionato dall’acquirente, inducendo lo stesso “in errore circa la effettiva regolarità dell’intero complesso abitativo”. In particolare sono state rilevate le seguenti difformità “parziali e totali per caratteristiche tipologiche strutturali”, tra quanto previsto dal progetto e quanto realizzato: “cordoli in calcestruzzo armato progettati conformemente alle Nct risultano realizzati in totale difformità”; “incroci d’angolo progettati e realizzati in totale difformità”; “giunto sismico progettato conformemente ma realizzato in totale difformità”; “travi rompitratta progettate conformemente, ma realizzate in totale difformità”, “attestato di prestazione energetica Ape parzialmente difforme”.

E poi ancora: “relazione strutture ultimate parzialmente difforme”; “Certificato di collaudo parzialmente difforme e calcoli statici realizzati in modo conforme, però le strutture realizzate sono nel complesso difformi”. Il costruttore dunque, da quanto si legge nel decreto di citazione diretta a giudizio, “avrebbe procurato a sé un ingiusto profitto, poiché la parte lesa non avrebbe stipulato il contratto di compravendita se avesse conosciuto le reali condizioni strutturali dell’immobile”. 

Il direttore dei lavori avrebbe invece “attestato falsamente che le opere erano state eseguite in conformità al progetto depositato, con l’osservanza delle norme e prescrizioni esecutive in esso contenute, nel rispetto delle norme tecniche vigenti e secondo le buone regole dell’arte”. Il certificatore energetico avrebbe “attestato falsamente la regolarità dell’attestazione prestazione energetica”. Il collaudatore, infine, avrebbe “attestato falsamente che le opere in conglomerato cementizio armato e muratura inerenti le costruzioni, risultavano collaudate ai sensi dell’articolo 67 del Dpr nr. 380/01”. 

La prima udienza del processo è stata calendarizzata per il 18 novembre 2019, presso il tribunale di Brindisi. 

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