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Cronaca Ceglie Messapica

Truffa la banca, condannato costruttore

CEGLIE MESSAPICA - Per ottenere un anticipo “cash” di 450 mila euro ha truffato la Banca Meridiana, presentato certificazioni che attestavano un credito di pari importo per lavori edili in realtà mai svolti. Un imprenditore di Ceglie Messapica, Rocco Palma, 53 anni, è stato condannato oggi dal giudice monocratico Simona Panzera a una pena di un anno e sei mesi di reclusione, ma non è tanto il conto dei giorni da trascorrere eventualmente in cella il tratto più singolare della sentenza .

CEGLIE MESSAPICA - Per ottenere un anticipo “cash” di 450 mila euro ha truffato la Banca Meridiana, presentato certificazioni che attestavano un credito di pari importo per lavori edili in realtà mai svolti. Un imprenditore di Ceglie Messapica, Rocco Palma, 53 anni, è stato condannato oggi dal giudice monocratico Simona Panzera a una pena di un anno e sei mesi di reclusione, ma non è tanto il conto dei giorni da trascorrere eventualmente in cella il tratto più singolare della sentenza.

Palma, in quanto incensurato, può beneficiare della sospensione condizionale della pena: tale beneficio, però, gli verrà concesso solo se sarà in grado di versare alla parte civile, per l’appunto la Banca Meridiana assistita dall’avvocato Massimo Manfreda, una provvisionale pari a 250mila euro. L’ammontare totale del danno da risarcire all’istituto di credito, invece, è da determinarsi in sede civile. La libertà dell’uomo è quindi subordinata alla restituzione, quantomeno parziale, dell’importo percepito con “artifici e raggiri” nel 2008.

La denuncia fu presentata dal direttore di Banca Meridiana, Armando Bressan, che si affidò all’avvocato Manfreda e pose nero su bianco l’intera ricostruzione della vicenda. Nel 2003 la Palma Srl, con sede a Ceglie, aveva sottoscritto un contratto di conto corrente presso la filiale di Brindisi. Nel 2004 aveva ottenuto un fido per importi sino a un massimo di 450mila euro.

Negli anni successivi la Meridiana aveva effettivamente elargito somme fino all’80 per cento del massimale e lo aveva fatto sulla base delle fatture presentate, delle quali era stata appurata sempre la veridicità. Nel luglio 2007, però, viene ceduto alla banca da Palma il proprio “credito pro solvendo”, per 571mila euro circa.

Si trattava di un credito l’imprenditore sosteneva di vantare nei confronti del ministero della Difesa, sezione di Taranto, per l’esecuzione di lavori di ristrutturazione e rifacimento della copertura di una palazzina. La Meridiana gli ha quindi anticipato i 450mila euro richiesti, soldi che non le sono mai stati restituiti. Nel 2008 sono partite le prime ingiunzioni di pagamento, fino a quando l’istanza non è stata girata al presunto “debitore” insolvente, per l’appunto il ministero della Difesa che ha dichiarato di non aver alcun conto in sospeso con Palma. La fattura citata non esisteva.

Al termine del processo, stamani, il 53enne cegliese è stato giudicato responsabile del reato di truffa aggravata. La parte civile ha chiesto il ristoro dei danni subiti e, stando al pronunciamento del giudice, dovrà ottenerlo pure in tempi rapidi. A meno che l’imputato non decida di rinunciare alla pena sospesa.

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