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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Cellino San Marco

Truffa sui fondi antiracket, sequestri a carico di cinque società

Nella mattinata odierna la Guardia di Finanza di Lecce ha eseguito un sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a 260.000 euro

Nella mattinata odierna la Guardia di Finanza di Lecce ha eseguito un sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a 260.000 euro, nei confronti di cinque società coinvolte nella indebita percezione di contributi pubblici, tra cui una destinataria anche di provvedimento di interdizione temporanea a contrattare con la Pubblica Amministrazione: All Energy, Saracino Costruzioni, South Production, My Italy Consulting e Yltour, una delle quali, la All Energy, è di Cellino San Marco.

Gli arresti del 12 maggio 2017

Si tratta di una misura collegata all’indagine sulla truffa consumata sull’impiego dei fondi antiracket nelle province salentine per due milioni di euro, anche con episodi corruttivi e altre circostanze di reato, sfociata nei quattro arresti e nei 36 avvisi di garanzia notificati il 12 maggio scorso tra le province di Lecce e Brindisi. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Lecce, Giovanni Gallo, su richiesta dei pm salentini Roberta Licci e Massimiliano Carducci, in relazione alle indagini condotte dalla polizia tributaria.

Le presunte complicità

Tra gli arrestati, la presidente di una locale associazione antiracket ed antiusura e di suoi stretti collaboratori, i quali,  associandosi fra loro, avevano prodotto falsa documentazione finalizzata alla percezione indebita di contributi, erogati dall'Ufficio del Commissario Straordinario per le iniziative contro il racket e l’usura.

I processi

Successivamente, gli investigatori della Finanza avvalendosi delle norme contenute nella legge 231/2001 sulla responsabilità in sede penale-amministrativa delle società in aggiunta a quella delle persone fisiche alle quali viene imputato il reato, hanno chiesto ai pm l’adozione di misure cautelari patrimoniali ed interdittive nei confronti di questi soggetti giuridici, risultati fornitori dell’associazione antiracket finita nella tempesta ( con false fatturazioni afferenti lavori edili, prestazioni pubblicitarie e fornitura di articoli per ufficio). 

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