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Cronaca

Truffe alle assicurazioni, manette alla banda Balestra. Indagati tre avvocati

BRINDISI – E’ nel Dna della malavita brindisina da molti anni, il gene della truffa alle assicurazioni. Con costi sociali pesantissimi, perché – come ha ricordato questa mattina il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi – alla fine il prezzo vero di questa attività criminosa non lo pagano le compagnie, che si rifanno aumentando i premi, ma i comuni cittadini costretti ad accollarsi gli aumenti vertiginosi delle polizze. Ecco perché l’operazione condotta stamani dalla Polstrada di Brindisi, con 7 arresti e 110 indagati inclusi tre avvocati, dei quali 20 per associazione a delinquere, è in realtà una spina estratta dal fianco dei contribuenti più che delle società assicurative.

BRINDISI – E’ nel Dna della malavita brindisina da molti anni, il gene della truffa alle assicurazioni. Con costi sociali pesantissimi, perché – come ha ricordato questa mattina il procuratore aggiunto Nicolangelo Ghizzardi – alla fine il prezzo vero di questa attività criminosa non lo pagano le compagnie, che si rifanno aumentando i premi, ma i comuni cittadini costretti ad accollarsi gli aumenti vertiginosi delle polizze. Ecco perché l’operazione condotta stamani dalla Polstrada di Brindisi, con 7 arresti e 110 indagati inclusi tre avvocati, dei quali 20 per associazione a delinquere, è in realtà una spina estratta dal fianco dei contribuenti più che delle società assicurative.

Gli arrestati sono personaggi già noti, come i fratelli Angelo e Luciano Balestra, un loro fratellastro, Massimo Martucci, Gianluca Palma cognato di Angelo Balestra, e poi Angelo Rollo e Maurizio Rillo, tutti brindisini, e Pancrazio Vergari di Cellino S.Marco. Era questo il nucleo promotore del giro di truffe fondato su falsi incidenti o su incidenti provocati ad arte. Il capo, Angelo Balestra, assieme a Luciano già arrestato un anno fa dalla Squadra mobile di Lecce perché ricettavano la refurtiva razziata o rapinata dalla banda della Lancia Thema nera.

Angelo Balestra è un ex carrozziere con officina in via Aniene al Perrino, ma ha anche venduto auto usate, in una concessionaria di via Osanna, la World Car. Ora gestiva un bar al quartiere Casale. Il fratello Luciano è uno ex Lsu dell’ospedale “Perrino”, già conducente di ambulanze. Vergari ha un’officina a Cellino, Angelo Rollo dice di lavorare in un’autocarrozzeria alla zona industriale. Quasi tutti del ramo.

Le indagini, hanno spiegato gli inquirenti, dal procuratore aggiunto Ghizzardi, al pm Pierpaolo Montinaro, al vicequestore comandante della Polstrada di Brindisi, Silvano Retucci, non si sarebbero potute concludere con esito positivo senza le intercettazioni telefoniche. Trattandosi di un reato di criminalità ordinaria, l’attuale testo del decreto sulle intercettazioni avrebbe consentito alla banda Balestra di farla franca, obbligando gli investigatori al solo utilizzo delle prove documentali. E quelle, oggigiorno, raramente si rivelano inoppugnabili.

Tutto è cominciato infatti quando la sezione di polizia giudiziaria della Stradale di Brindisi, attorno al novembre 2007, seppe addirittura in anticipo che in un certo luogo e ad una certa ora si sarebbe verificato un incidente. Era uno dei 36 episodi che la polizia è riuscita a monitorare ma anche dimostrandone inconfutabilmente la vera natura, quella del raggiro alla compagnia assicuratrice. Altro punto di partenza, un sinistro a Brindisi il 12 marzo 2008 con quattro auto coinvolte, presunti feriti (il colpo di frusta è un classico), ma dove due delle vetture risultarono rubate, e quindi sottoposte a sequestro, ma con targhe di auto “pulite”. Mentre una serie di persone coinvolte nell’incidente risultarono protagoniste di altri fatti analoghi nel recente passato.

Non ci voleva altro per avviare una indagine che ha preso in considerazione anche avvenimenti del 2009. Ben presto al centro dell’attenzione degli investigatori finì Angelo Balestra, un recidivo con un ruolo particolare nell’organizzazione, tanto da poterlo considerare il capo della banda. A lui faceva capo il giro di prestanome utilizzati per i falsi incidenti, e il giro dei soldi dei risarcimenti, “per centinaia di migliaia di euro” ha detto oggi il pm Montinaro. Per Angelo Balestra lavoravano anche tre avvocati del Foro di Brindisi, che avevano non solo il compito di fornire assistenza legale alla banda, ma anche quello di accompagnare in banca le persone incaricate di riscuotere i risarcimenti stessi. Balestra provvedeva poi a spartire le quote tra i vari protagonisti delle truffe, incluso se stesso.

“Quel 12 marzo 2008 capimmo subito che qualcosa non quadrava”, ha detto il dirigente della Polstrada, Silvano Retucci. “Le persone coinvolte erano le stesse che comparivano in altri 4-5 incidenti, quasi tutte erano imparentate tra loro. Ma senza intercettazioni non avremmo potuto provare il nesso tra esse e chi andava invece a riscuotere i risarcimenti, trattandosi di soggetti diversi da quelli che figuravano nei verbali sui sinistri”.

E poi c’era il solito vecchio trucco di fotografare per le perizie – oltre che di usare nei finti incidenti – non solo auto rubate, ma anche la stessa auto per più episodi denunciati alle assicurazioni: bastava ogni volta apporre targhe diverse di auto circolanti. Un trucco inventato negli anni ruggenti di Marlboro City, quando con una solo moto incidentata incassavano premi i proprietari di molte altre moto dello stesso modello e colore, semplicemente apponendo a turno la targa della propria “maxi” giapponese a quella danneggiata.

La media dei sinistri con lesioni a persone in Puglia tocca il dato record del 43%, mentre il valore nazionale è del 21% e quello in Europa è del 15%. Nell’incidenza dei danni fisici in testa la provincia di Brindisi con un 41%, è stato evidenziato nel convegno dell’Ania Puglia dell’1 luglio a Bari. “Numeri che – denunciò il sindacato degli agenti assicurativi - insieme alla falsificazione dei bollini assicurativi, fanno lievitare le tariffe e i premi della Rc-auto, con un incremento medio del 30% dei premi assicurativi (rispetto ad un +18% su base nazionale)”.

E secondo la Federconsumatori, che oggi ha diramato un comunicato, “su un campione che analizza il 67% del mercato ( Nord, Centro, Sud), non accenna ad arrestarsi la corsa al rialzo delle polizze Rc auto. Maggiormente penalizzati sono i 50enni, che conoscono aumenti a due cifre, che si attestano, in media, al 18%. Per questa fascia di età, gli aumenti più considerevoli si registrano soprattutto per chi si trova in classe 14  ed abita al Sud, con un rincaro medio intorno al 19-20%. Continuano ad essere scandalose, inoltre, le tariffe per i neopatentati”. Le cause? Per la Federconsumatori il fatto che le compagnie fanno pagare alle famiglie i costi della crisi in atto, ma anche la permanenza di una forte percentuale di truffe sugli incidenti denunciati.

La conferenza stampa in procura

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