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Cronaca

Caccia alle frodi sui prodotti ittici: multe, chiusure e maxi-sequestri

Tonnellate di falso baccalà, una pescheria in condizioni igieniche pessime tanto da deciderne la chiusura immediata, pesce e frutti di mare privi di tracciabilità. Hanno trovato di tutto, gli uomini della Guardia Costiera di Brindisi e del servizio veterinario Siav B della Asl

BRINDISI – Tonnellate di falso baccalà, una pescheria in condizioni igieniche pessime tanto da deciderne la chiusura immediata, pesce e frutti di mare privi di tracciabilità. Hanno trovato di tutto, gli uomini della Guardia Costiera di Brindisi e del servizio veterinario Siav B della Asl, nel corso di una campagna di controlli durata due mesi, a cavallo delle festività di fine anno, estesa a tutto il territorio provinciale e inserita nell’ambito dell’operazione nazionale denominata “Labyrinth”, promossa dal comando generale delle Capitanerie di Porto.

I murici provenienti dalla Grecia-2Va detto che malgrado i controlli oramai si svolgano ogni anno, sia nelle settimane delle festività che in quelle estive, a tutela dei consumatori e dei turisti, non sono pochi gli operatori del settore vendita e ingrosso di prodotti ittici che continua a tentare di aggirare le norme amministrative e sanitarie. E’ una lotta continua, come sottolinea il comandante della Capitaneria di Brindisi, Mario Valente, il quale ha coordinato l’operazione in questo territorio (il dottor Adriano Rotunno ha diretto il personale Asl).

La frode alimentare in questo comparto merceologico è dietro l’angolo, e Valente invita “a prestare la massima attenzione nell'acquisto dei prodotti ittici, privilegiando quelli che rispettano le procedure di garanzia e salubrità alimentare, evitando di comprare quelli venduti illecitamente e senza garanzie per strada da ambulanti privi di qualsivoglia autorizzazioni. Le attività di controllo alla filiera della pesca, verranno implementate nel corso dell’anno 2015 – sottolinea il comandante della Capitaneria brindisina - secondo le direttive dell’Unione Europea e del Ministero delle Politiche Agricole, per garantire il cittadino, l’ambiente, la regolare commercializzazione dei prodotti ittici e tutti gli operatori onesti del settore”.

Blitz in una pescheria-2Gli episodi di maggiore rilievo dell’operazione Labyrinth nel Brindisino sono due. Il primo a San Pancrazio Salentino, dove i militari del nucleo di polizia giudiziaria della Guardia Costiera di Brindisi assieme al Sevizio Veterinario dell’Asl Br Siav B controllavano una pescheria del centro cittadino. Da questa verifica emergeva una grave carenza igienico-sanitaria del locale e delle attrezzature, un potenziale pericolo per la salute pubblica, e la mancanza di documentazione sanitaria. Per tale violazione veniva disposta, come già detto, la chiusura immediata del locale.

Ben 9025 chili (poco più di nove tonnellate) di Brosme sono stati sequestrati invece on un centro di distribuzione di Fasano. Cos’è il Brosme: è un pesce vagamente simile al merluzzo ma anche alla mostella (denominata moscia dalle nostre parti), e per la lontana affinità delle sue carni, non disprezzabili, con quelle dello stesso merluzzo viene spacciata sui mercati esterni ai Paesi scandinavi, dove viene invece pescato e venduto come Brosme, come baccalà, cioè un prodotto ittico di qualità e costo ben suoperiore.

I filetti di falso baccalà-2Durante il controllo condotto a Fasano, dunque, dai militari della Delegazione di Spiaggia di Savelletri, è stato individuato un grosso stock di filetti di Brosme contenuti in n. 341 colli confezionati in cartoni etichettati come “Filetto di Baccala”. Il consumatore inesperto può facilmente scambiare il Brosme per baccalà, molto richiesto nel periodo natalizio, e su questo giocava il titolare del centro di distribuzione, che ha subito il sequestro delle nove tonnellate di prodotto e una sanzione amministrativa (la legge italiana purtroppo non prevede ancora un deterrente più efficace”.

Durante i controlli allo sbarco dalle navi provenienti dalla Grecia, invece la Guardia Costiera di Brindisi con la collaborazione dei funzionari delle Dogane di Brindisi e dei militari della Guardia di Finanza, rinveniva in un furgone ben nascosti 40 chili di murici privi di qualsiasi documento commerciale utile alla sua tracciabilità. L’autista del mezzo è stato sanzionato e l’intero prodotto è stato rigettato in mare perché ancora vivo.

Infine, prodotti ittici senza la prevista documentazione obbligatoria per la tracciabilità in violazione delle norme comunitarie e nazionali in materia di corretta commercializzazione sono stati individuati in ristoranti e pescherie di altri centri del Brindisino. Per tale violazione sono stati perseguiti amministrativamente diversi esercizi commerciali con una sanzione di 1.500 euro e il prodotto è stato posto sotto sequestro amministrativo convalidato dal dirigente del già citato servizio Siav B della Asl, che ne ha disposto la distruzione. In particolare nella zona mercatale di Ostuni i militari del nucleo di polizia giudiziaria, hanno sanzionato un venditore abusivo di prodotti ittici che, su indicazione del servizio veterinario, considerato lo stato di freschezza veniva donato in beneficenza ad un istituto di beneficenza.

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