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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Turismo in crescita nel Brindisino, Ostuni e Fasano le città più visitate

Continua il trend positivo del turismo in provincia di Brindisi. Una serie di dati, raccolti dall'Ufficio statistica della Regione Puglia e presentati in uno studio redatto dall'Osservatorio del turismo di Pugliapromozione (Agenzia Regionale del turismo), che sottolineano il momento magico che da 5/6 anni vive il territorio brindisino

BRINDISI - Continua il trend positivo del turismo in provincia di Brindisi. Una serie di dati, raccolti dall’Ufficio statistica della Regione Puglia e presentati in uno studio redatto dall’Osservatorio del turismo di Pugliapromozione (Agenzia Regionale del turismo), che sottolineano il momento magico che da 5/6 anni vive il territorio brindisino: un aumento, in alcuni casi esponenziale, di arrivi e soggiorni in quasi tutti i comuni del Brindisino.

In questo caso sono i numeri a parlare: nel 2014 sono stati 391.137 i turisti, tra italiani e stranieri, arrivati in provincia, una cifra maggiore di quella registrata nel 2013 (352.526 arrivi) e nel 2012 (316.007) e che alza la percentuale al 10,95 per cento rispetto all’anno passato. Sono 20 milioni gli euro di fatturato dovuti a questo miglioramento, fatturato ripartito tra il settore che fa capo all’ospitalità e quello dei servizi (ristoranti, bar, prodotti tipici e altro).

A fare la voce grossa i comuni di Fasano e Ostuni che in un’ipotetica premiazione sul podio occuperebbero il primo, secondo e terzo posto, da sole infatti registrano oltre il 54 per cento di arrivi dell’intera provincia, 213.455 presenze. Lode agli operatori del territorio fasanese che hanno improntato la propria offerta turistica su un target medio alto, con una predilezione per il turismo straniero ed un indotto che quest’anno ha fatto ricadere sulla zona 15/18 milioni di euro in più rispetto al 2013. E proprio qui che si conta la più alta concentrazione di 5 stelle e 5 stelle lusso di tutta la Puglia, un modo di fare turismo che ha portato 123.967 arrivi nel 2014, con un impatto economico a presenza senza eguali nella regione.

Ostuni, invece, ha almeno apparentemente adottato un modello di turismo più “commerciale”, con i sempre più affollati campeggi, che caratterizzano da 033Castello si-3anni le marine e le campagne circostanti insieme ai numerosi bar, pub, ristoranti e discoteche, che ultimamente convivono con un’offerta più ricercata: dall’apertura di un nuovo 5 stelle, all’aumentare di nuovi hotel a 4 stelle, fino al ristorante nel centro storico che si è guadagnato una stella Michelin. Tutto questo ha portato 89.488 arrivi, con un aumento dal 2012 al 2014 del 15,75 per ceno, poco più di 12.000 presenze.

Una buona fetta di questo successo è dovuta al target turistico che sceglie come meta le due località non solo nel periodo estivo potendo contare su un’offerta che spazia dall’enogastronomia al turismo culturale. Anche se in questo caso Ostuni paga il vecchio modello “commerciale” che vede una fortissima concentrazione del turismo di residenti e di turisti di passaggio (la città bianca è una delle mete più visitate sia in Puglia che in Italia) nei pochi mesi estivi, penalizzando la capacità di offrire servizi che siano all’altezza del “nuovo turismo pugliese” composto in prevalenza da stranieri, più ricercato nei canoni di valutazioni e di conseguenza anche più esigente.

La vera sorpresa, però, viene fuori dai dati raccolti a Brindisi, il capoluogo quasi inaspettatamente segna un incremento negli arrivi che la posiziona alle spalle dei comuni sopracitati, superando Carovigno. Anche se i dati relativi alle presenze sono maggiori in quest’ultima (il capoluogo conta per ogni arrivo una media di due notti trascorse nel comparto alberghiero cittadino mentre Carovigno, per essere precisi la sua costa, ne conta sei), Brindisi con 63.793 arrivi si dimostra essere competitiva per quanto riguarda la capacità attrattiva, trasformandosi in una meta accattivante ed appetibile.

Ancora in positivo Cisternino che perde in arrivi (-502), ma con 3.735 presenze guadagnate porta nelle casse degli operatori e dei cittadini 600.000 euro in più di redditività rispetto al 2012. Anche qui la presenza di turisti stranieri riesce a estendere le attività ricettive per l’intero anno. In uno scenario dai tratti più che positivi si registrano purtroppo dati in calo nei comuni di San Vito dei Normanni e Ceglie Messapica.

Se per la città dei Normanni il calo registrato è dovuto alla crisi economica che ha colpito l’intero territorio nazionale, avendo puntato negli anni passati su arrivi e presenze legate agli affari ed al lavoro, oltre al fatto di non aver mai rappresentato una meta turistica attrattiva rispetto ad altri comuni, il calo di Ceglie Messapica, nel 2013 registrò un negativo rispetto all’anno prima del 35,75 per cento di arrivi e del 26,54 per cent di presenze, è dovuto a politiche turistiche sbagliate e, in alcuni settori, completamente abbandonate. Il dato del 2014 (-10 per cento) non è tragico come quello registrato l’anno prima, ma lascia sempre diversi dubbi visto che prima dei dati da incubo del 2013 il comune a nord di Brindisi registrava percentuali a doppia cifra, ed in positivo. Anche Ceglie deve molto all’attenzione del circuito straniero che ha spalmato durante l’anno presenze salvatrici.

Un anno quindi da segno più, con conferme come Fasano e Ostuni che si spera possano essere d’ispirazione ad altre realtà del territorio. Da sottolineare la prestazione di Brindisi, che dovrebbe puntare su aeroporto e porto per confermare e migliorare i dati positivi finora raccolti. Anche l’esempio di Ceglie deve far pensare, ricordando come il settore turistico possa essere un punto vitale dell’economia locale, e come tale va affrontato, con serietà e professionalità. Altra conclusione che si può dedurre dai dati è l’importanza degli stranieri, la loro presenza ha in alcuni casi, come quello di Fasano, generato un imprinting superiore all’offerta turistica richiamando in un lasso di tempo che va da aprile ad ottobre turisti “ad alta capacità di spesa”, in altri ha salvato una stagione tutt’altro che positiva, è il caso di Cisternino, il piccolo comune della valle d’Itria che ha potuto contare fortunatamente sulla presenza straniera, infatti ben il 50 per cento degli ospiti delle strutture ricettive non era di nazionalità italiana.

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