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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Ostuni

Uccise un 60enne con un pugno, ostunese chiede il giudizio abbreviato

BRINDISI – E’ accusato dell’omicidio preterintenzionale di Giacinto Tanzariello, 60 anni, ostunese. Si tratta di Antonio Prudentino, 30 anni, ostunese, figlio di Francesco, il contrabbandiere noto a Ostuni e alle cronache del contrabbando nazionale come “Ciccio la busta”, e in Montenegro rispettato e riverito, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “dottore”. Prudentino junior ha chiesto il giudizio abbreviato. La decisione è sospesa e sarà presa nei prossimi giorni quando sarà depositata una perizia sulla morte del sessantenne.

BRINDISI – E’ accusato dell’omicidio preterintenzionale di Giacinto Tanzariello, 60  anni, ostunese. Si tratta di Antonio Prudentino, 30 anni, ostunese, figlio di Francesco, il contrabbandiere noto a Ostuni e alle cronache del contrabbando nazionale come “Ciccio la busta”, e in Montenegro rispettato e riverito, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “dottore”. Prudentino junior ha chiesto il giudizio abbreviato. La decisione è sospesa e sarà presa nei prossimi giorni quando sarà depositata una perizia sulla morte del sessantenne.

Prudentino non ne ha mai fatto un mistero. Lo colpì con un pugno al volto e il sessantenne, cadendo urtò la testa contro il terreno e restò ferito gravemente. L’allora 27enne scappò. Mentre Tanzariello fu ricoverato in condizioni molto gravi. Venuto a conoscenza che il sessantenne era finito in ospedale, Prudentino, accompagnato dal suo avvocato, si presentò ai carabinieri. “Abbiamo litigato sul terrazzino confinante delle nostre case a Villanova. Non volevo colpirlo. Ho reagito quando mi è venuto incontro perché ho pensato che mi volesse spingere all’indietro”. Fu denunciato a piede libero per lesioni gravi. Dopo qualche giorno Tanzariello morì e l’accusa cambiò in omicidio volontario.

Nel corso delle indagini fu accertato che il litigio era avvenuto perché Tanzariello attribuiva ad una donna molto vicina ad Antonio Prudentino il deterioramento del rapporto di una delle due figlie con il marito. Quella domenica i due si incontrarono a Villanova, sul terrazzo comune (è una palazzina che ospita tre appartamentini). Tanzariello avviò il discorso che poi degenerò. L’autopsia riscontrò sul volto di Tanzariello una sola ecchimosi, compatibile con il pugno che Antonio Prudentino ammise di avere sferrato. Non vi erano altre ecchimosi nemmeno sul retro del corpo. Mentre un lato della testa presentava varie fratture compatibili con l’impatto sul pavimento. Tanzariello pesava una novantina di chili e dopo il pugno in faccia era caduto pesantemente.

Una serie di elementi che portarono il magistrato inquirente a riformulare il capo di imputazione, trasformandolo in omicidio preterintenzionale. Per il quale il giovane ora dovrà comparire dinanzi al giudice per l’udienza preliminare. Antonio Prudentino, figlio d’arte, è coinvolto in un altro processo che si sta svolgendo a Bari per associazione mafiosa, contrabbando e altro, dove è anche imputato il padre “Ciccio la busta”, ritenuto non solo il capo clan, ma anche il mandante di un omicidio avvenuto anni fa in Montenegro. Uno slavo, tale Jelenic, del quale si erano perse le tracce ma che nell’ultima udienza del processo da morto si è rifatto vivo. I resti trovati anni or sono, infatti, appartengono a lui e il processo ha assunto una valenza completamente nuova.

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