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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Un abbraccio tra marinai, poi lo sbarco

BRINDISI – Il primo ufficiale di coperta Velimir Hadzic potrà finalmente riabbracciare sua figlia. Ma essendo l’unico ed ultimo affidatario della nave, ne aveva assunto il ruolo di comandante ed è stato lui l’ultimo ad abbandonare la Ionian Spirit, ormeggiata dallo scorso settembre nel Seno di Levante.

BRINDISI – Il primo ufficiale di coperta Velimir Hadzic potrà finalmente riabbracciare sua figlia. Ma essendo l’unico ed ultimo affidatario della nave, ne aveva assunto il ruolo di comandante ed è stato lui l’ultimo ad abbandonare la Ionian Spirit, ormeggiata dallo scorso settembre nel Seno di Levante, sotto sequestro conservativo.

Grazie a una sottoscrizione promossa dalla Capitaneria di Porto, Hadzic ha ricevuto la somma necessaria per rientrare in patria. Il montenegrino era rimasto da solo all’interno del traghetto. Non aveva i soldi per rientrare nella sua Kotor, in Montenegro. Per 14 mesi, del resto, lui e gli 24 membri dell’equipaggio incluso il comandante greco dell’unità (tornato a casa da tempo) sono rimasti senza stipendio.

Nel dicembre del 2012, la società armatoriale, la “Flanmare Lines”, aveva tagliato ai suoi dipendenti anche il gasolio e i viveri. Venti giorni fa, anche il marittimo greco che per settimane aveva fatto compagnia al 60enne di Kotor, ha lasciato il traghetto. Ma Hadzic, ufficiale di lungo corso con più di 40 anni di servizio alle spalle, ha tenuto duro fino a questa mattina.

“Stasera – dichiara il capitano di vascello Giuseppe Minotauro, comandante della Capitaneria di Porto di Brindisi, nel corso di una conferenza stampa convocata nel pomeriggio – il comandante Hadzic raggiungerà Bari per imbarcarsi alla volta del Montenegro”. Hadzic siede accanto a Minotauro, dietro al tavolo della conferenza. Al termine dell’incontro con la stampa, i due si abbracciano fraternamente, da vecchi amici e marinai. Entrambi non riescono a contenere la commozione.

L’odissea dell’equipaggio della Spirit è iniziata lo scorso 29 settembre, quando l’imbarcazione, con marchio commerciale Agoudimos Lines, venne raggiunta da un provvedimento di pignoramento da parte del tribunale di Brindisi per debiti dell’armatore. Questi, a partire da dicembre, abbandonò l’equipaggio al proprio destino. Da dicembre a gennaio, tutti e 25 i marittimi (di nazionalità ghanese, egiziana, greca, albanese, serba, ucraina e montenegrina) sono rimasti a bordo della nave.

Fu il comitato territoriale del “Welfare della gente di mare”, presieduto dallo stesso Minotauro, a mobilitarsi per garantire all’equipaggio viveri e gasolio, assieme all’agente marittimo della nave, Franco Aversa. A partire da febbraio, man mano che i marittimi trovavano nuovi impieghi, l’imbarcazione ha cominciato a svuotarsi (i primi a lasciare, quelli che si sono costituiti in giudizio contro l’armatore davanti al tribunale di Brindisi, pignorando il traghetto).

Ad aprile, erano rimasti a bordo solo 9 uomini (4 montenegrini, 2 albanesi, un serbo ed un ucraino). Da giugno, solo Hadzic e il primo commissario di bordo (nel frattempo nominato custode giudiziale) sono rimasti a Brindisi. Oggi, con il ritorno in patria del comandante facente funzioni, l’emergenza umanitaria si chiude.

“Da due anni – dichiara il comandante Minotauro – il capitano Hadzic vive lontano da casa. Siamo rimasti colpiti dal suo dramma e abbiamo fatto il possibile per aiutarlo a riabbracciare la madre e la figlia. Ci stiamo anche interessando affinché presto possa trovare lavoro presso un’altra compagnia”.

E il capitano si mostra profondamente riconoscente nei confronti della Capitaneria e di tutte quelle persone che in questi mesi lo hanno supportato. “E’ stato un anno – dichiara Hadzic – molto difficile. Io e i miei compagni siamo stati lasciati senza luce, acqua, energia e cibo. Ringrazio la Capitaneria di porto, la Caritas, l’Apostolato del mare, l’Autorità Portuale e l’agente marittimo Franco Aversa. La mia situazione economica non mi ha consentito di lasciare la nave prima”.

Hadzic si mostra riconoscente soprattutto nei confronti di Minotauro, che dal prossimo 28 settembre lascerà Brindisi per prendere servizio in Campania. Ma il ruolo della Capitaneria di Porto, in questa partita, si chiude qui. Adesso, la palla passa esclusivamente alle aule di giustizia.

Con il ricavato della vendita all’asta della nave, si pagheranno, innanzi tutto, gli stipendi dei marittimi. Ma c’è anche un’emergenza ambientale cui far fronte. L’imbarcazione, infatti, va svuotata dai liquami accumulatisi in questi mesi. E sarà l’Autorità Portuale, con ogni probabilità, ad anticipare la somma necessaria (circa 6mila euro) a bonificare il traghetto, non appena il nuovo custode giudiziario (l’agente marittimo Franco Aversa) e il tribunale di Brindisi, daranno il via libera.

 

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