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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Raccolti in un volume gli atti del convegno su Brindisi e Federico II di Svevia

Nell’ambito del Medieval Fest domenica sera è stato presentato presso l’auditorium del Museo Mapri di Brindisi, il volume “Federico II. Le nozze di Oriente e Occidente. L’età federiciana in terra di Brindisi”. Il volume, edito da Pubblidea e curato dai professori Giacomo Carito e Giuseppe Marella, racchiude gli atti dell’importante convegno di studi organizzato dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia svoltosi nel novembre del 2013

BRINDISI - Nell’ambito del Medieval Fest domenica sera è stato presentato presso l’auditorium del Museo Mapri di Brindisi,  il volume “Federico II. Le nozze di Oriente e Occidente. L’età federiciana in terra di Brindisi”. Il volume, edito da Pubblidea  e curato dai professori Giacomo Carito e Giuseppe Marella, racchiude gli atti dell’importante convegno di studi organizzato dalla sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia  svoltosi nel novembre del 2013.  La presentazione è stata intervallata dall’interpretazione di sonetti e canzoni attribuite al sovrano svevo Federico II.  All’ingresso del museo il pubblico ha potuto inoltre ammirare riproduzioni fedeli di giochi medievali, spezie in uso al tempo e oggetti portati dai pellegrini di ritorno dai loro viaggi.

La serata culturale è stata introdotta dal professor Antonio Mario Caputo, segretario della sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, che nel suo intervento dopo aver evidenziato la differenza tra mito e personaggio mitico, ha definito Federico II come un “personaggio reversibile”, in quanto nel momento in cui si parla dell’ imperatore la sua figura si attualizza. Per il professore, lo svevo è un personaggio mitico e lo era già nel tempo in cui viveva e a tal proposito ricorda alcune delle espressioni con cui il sovrano svevo fu appellato: “Stupore del mondo”, “Sole invincibile” o “ragazzo di Puglia” e  le sue “numerose prerogative eccezionali per il suo tempo”.

Il pubblico-5-14“In un’epoca in cui i sovrani sapevano appena leggere e scrivere”, afferma Caputo,“egli fu poliglotta, poeta e studioso, nonché appassionato della natura”. Poi il ricordo dell’infanzia “singolare” dell’imperatore che, rimasto orfano dei genitori, ebbe come tutore papa Innocenzo III, la straordinaria capacità di apprendere di Federico II, che parlava, infatti, nove lingue, e i rapporti che intercorsero tra l’imperatore e la Puglia, “rapporti di reciproca empatia e attaccamento”.  Tra i castelli che il sovrano costruì in Puglia, il castello di terra di Brindisi. Per la sua costruzione lo svevo “impiegò tutte le rovina delle antiche mura e degli edifici distrutti della città vecchia” ricorda ancora il professore.  

Federico II fortificò Brindisi e ne curò la viabilità, “fornendola di resistenti mura, costruzioni e progetti che assegnarono a Brindisi una sua particolare fisionomia”. Quindi il celebre matrimonio di Federico II nella cattedrale di Brindisi il 9 novembre 1225, con la giovane Isabella di Brienne, quattordicenne figlia di Giovanni di Brienne, re di Gerusalemme. La giovane giunse nella nostra città scortata da venti galee imperiali. Il professore conclude quindi la sua relazione introduttiva parlando della spedizione che partì da Brindisi nel giugno del 1228 alla volta di Gerusalemme e la restituzione di quest’ultima ottenuta senza spargimento di sangue grazie all’opera di mediazione svolta dallo svevo con il sultano d’Egitto. Dopo la morte di Federico II nacquero molte leggende.

Dopo la lettura di un brano di Rinaldo D’Aquino, “Giammai non mi conforto”, interpretata dall’attore Luca Carbone, il medievista Cristian Guzzo ha spiegato invece la scelta di Federico II di celebrare il suo matrimonio in una piccola città come Brindisi. Per Guzzo, Federico II scelse di sposarsi in città, perché la nostra era “in qualche maniera una città da premiare per la fedeltà, per il grande sforzo che aveva fatto di elevare se stessa”. Brindisi, ricorda il medievista, all’arrivo dei Normanni era una città deserta e i Normanni la riportarono a nuova luce. “Federico II intuisce le potenzialità di questa città, intuisce l’importanza che avrebbe potuto avere non soltanto come naturale interfaccia crociato per la Terra Santa, ma soprattutto come città che avrebbe svolto un ruolo fondamentale da un punto di vista difensivo”.

Il tavolo dei relatori-3Da qui la scelta dello svevo di celebrare il suo matrimonio a Brindisi e di regalarle un castello. Il dottor Guzzo, dopo aver ripercorso i momenti più importanti della crociata di Federico II in Terra Santa ha sottolineato l’importanza del matrimonio tra l’imperatore e Isabella di Brienne, matrimonio tramite il quale si suggellò l’unione tra il Regno di Sicilia, l’impero e la corona di Gerusalemme. Dopo l’intervento dello studioso, la dottoressa Antonella Golia, socia ordinaria della sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, ha declamato il sonetto attribuito tradizionalmente a Federico II: “Misura, providenzia e Meritanza”.

Giacomo Carito, vice presidente regionale della Società di Storia Patria per la Puglia, ha ricordato lo spettacolare incremento demografico di Brindisi nell’età federiciana e come essa divenne probabilmente la città più importante della parte continentale del regno. Carito ha di seguito sottolineato l’importanza della preparazione culturale per lo sviluppo delle città e ricordato come Brindisi aprì le porte a Federico II al suo ritorno dalla crociata e come il suo consenso in città era massimo. Carito evidenzia infine il passaggio generazionale che c’è nel volume con i saggi dei giovani studiosi.

Giuseppe Marella, altro curatore del volume e socio ordinario della società di Storia Patria per la Puglia, ha ricordato come al suo arrivo a Brindisi, Federico II trovò sì una città dal clima pestilenziale ma al contempo trovò una città “straordinariamente bella” e questo grazie  al secolo precedente, il secolo normanno, che aveva visto Brindisi essere uno dei principali porti d’imbarco per la Terra Santa di tutto l’Occidente” con migliaia di pellegrini che ogni mese giungevano in città. “Avevano creato una città dal nulla”, spiega Marella, “l’avevano arricchita con edifici monumentali, con piazze, con alcune delle chiese medievali in assoluto più belle al mondo che per nostra fortuna sono, nella stragrande maggioranza, ancora in piedi. Questa è una cosa che non viene mai sottolineata abbastanza”, afferma lo studioso che conclude spiegando il titolo del volume e mettendo in risalto come nella Chiesa del Cristo di Brindisi vi siano elementi di derivazione orientale ed occidentale.

Antonella Golia-2Dopo le interpretazioni di Luca Carbone che ha declamato uno dei Conti del Saladino (da “Conti di antichi cavalieri”) e della dottoressa Golia che ha interpretato“Poi ch’a voi piace, Amore” (accompagnata dalla chitarra moresca di Marco Carrozzo e dal salterio di Vincenzo Pescatore),  il professor Caputo ha ricordato i prossimi appuntamenti della Società di Storia Patria per la Puglia.

Il 18 settembre, presso Palazzo Nervegna, in collaborazione con il Club Unesco di Brindisi, si parlerà della Via Francigena e della Chiesa del Santo Sepolcro in Brindisi. L’altro appuntamento si terrà invece il 22 settembre alle 17.30, presso il Grande Albergo Internazionale e si parlerà dell’esplosione della Benedetto Brin a cento anni dal drammatico evento. Al convegno interverranno l’ammiraglio Allegrini dell’Ufficio Storico del Ministero della Marina ed altri studiosi. Al termine della presentazione del volume, il pubblico ha potuto ammirare un’esibizione con duelli di spada medievale e gustare una cena medievale nella corte del museo.

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