Un pedaggio pro-basole inapplicato
BRINDISI - Bisogna convenire che non è stato un colpo di genio. E’ stata invece una iniziativa che ha sminuito il valore e la dignità della proposta di candidatura della città a Capitale Europea della Cultura. Sono riusciti ad inventarsi il danneggiamento libero. Una vera e propria licenza a danneggiare il patrimonio pubblico, previo versamento di un obolo. Che non sia stato un progetto improvvisato, ma meditato, lo dimostra ampiamente la minuziosa articolazione della tariffa, l’individuazione del capitolo di bilancio in entrata nel quale si dovevano registrare le somme incassate, ma anche il capitolo di spesa nel quale riportare le somme necessarie per riparare i danni prodotti.
BRINDISI - La facile profezia che la pavimentazione in basole dei corsi principali della città sarebbe stata danneggiata gravente dal traffico dei veicoli commerciali pesanti ha trovato numerose e puntuali conferme nelle cadute rovinose di pedoni, nello spettacolo del basolato spronfondato o sollevato in più punti, e negli interventi di ripristino in corso. Ma molti non sanno che sul transito dei mezzi pesanti per i corsi pendeva un pedaggio stabilito dal commissario prefettizio proprio a ristoro di eventuali danni. Ma non ha prodotto neppure un centesimo. Lo denuncia Enzo Albano, ex consigliere comunale, esponente del Pd cittadino e di Left, e cittadino attento.
Bisogna convenire che non è stato un colpo di genio. E’ stata invece una iniziativa che ha sminuito il valore e la dignità della proposta di candidatura della città a Capitale Europea della Cultura. Sono riusciti ad inventarsi il danneggiamento libero. Una vera e propria licenza a danneggiare il patrimonio pubblico, previo versamento di un obolo. Che non sia stato un progetto improvvisato, ma meditato, lo dimostra ampiamente la minuziosa articolazione della tariffa, l’individuazione del capitolo di bilancio in entrata nel quale si dovevano registrare le somme incassate, ma anche il capitolo di spesa nel quale riportare le somme necessarie per riparare i danni prodotti.
Una sorta di catena di montaggio: uno paga e rompe, l’altro ripara. Fra l’uno e l’altro si consumano tempi abbastanza lunghi, come si è avuto modo di verificare. Di questo passo in futuro si potrebbero sdoganare altre iniziative della stessa classe, magari concedendo la licenza a chi ha il gusto o la voglia di rompere il vetro di una finestra del Comune o imbrattare i muri o sporcare una fontana e cosi via, articolando un tariffario completo a ore, a giornata, eventualmente anche in abbonamento. Come si dice comunemente, non ci sono limiti alla fantasia umana, anche se non pensavo che si potesse arrivare a tanto. Non credo ci siano in Italia altri Comuni che abbiano adottato un simile provvedimento.
E’ accaduto infatti che il commissario straordinario del Comune, con delibera n. 2 del 3 gennaio 2012, adottata con i poteri della giunta comunale, ha autorizzato il transito sulle strade in basolato del centro storico, per gli autoveicoli di peso superiore a 35 quintali, subordinandolo però al versamento da parte dell’interessato di una somma pari a 0.50 euro per metro lineare e per giornata lavorativa, con un minimo di 50 euro ed un massimo di 200 euro per autoveicolo. Raggiunta quella cifra, il danno aggiuntivo causato da ulteriori passaggi viene abbonato.
Era noto a tutti che quei veicoli avrebbero prodotto seri danni al basolato, come purtroppo è avvenuto, e per questo ne era stato interdetto il transito. Lo aveva attestato l’ufficio Lavori pubblici del Comune di Brindisi, già nel 2006, in una sua relazione indirizzata al sindaco dell’epoca e all’assessore ai Lavori pubblici (paradossalmente non estesa al settore traffico), precisando che tali pavimentazioni avevano una destinazione d’uso prettamente pedonale e per questo erano inadeguati a sopportare i carichi stradali delle automobili e degli autocarri.
Nondimeno, dovevano essere necessariamente “esclusi i mezzi pesanti superiori a 35 quintali” a causa dell’importanza del danno che potevano determinare. Il risultato di questa liberalizzazione adottata dal Commissario è sotto gli occhi di tutti. Il basolato si è letteralmente sbriciolato in moltissimi punti, la pavimentazione sconnessa, tante le basole sprofondate, tante altre pericolosamente inclinate. Ma bisogna aggiungere anche che tutto il capitolo riguardante la manutenzione delle strade è in grande sofferenza a causa dell’incuria della passata amministrazione comunale, che ha destinato annualmente risorse assolutamente insufficienti, rispetto a quelle che sarebbero state necessarie.
Basta farsi un giro in città, per via Ferrante Fornari, via Carmine, Via S. Barbara, per limitarsi solo a qualcuna del centro storico, per accorgersi che la rete viaria è ridotta in condizioni pietose, che va ad incidere inevitabilmente sulla sicurezza stradale, perché accresce la probabilità di incidenti e di cadute dei pedoni, con grave rischio per la loro incolumità fisica, come è già avvenuto purtroppo anche in quest’ultimo periodo. Una situazione pesante che va ad alimentare il già consistente contenzioso giudiziario comunale, che registra numerosissime condanne a carico del comune per il risarcimento danni a pedoni e veicoli, a causa della scarsa manutenzione stradale, con la conseguenza, che probabilmente si sta verificando il paradosso di spendere di più per pagare questi danni, anziché per organizzare ed effettuare la corretta e tempestiva manutenzione delle strade.
Ma c’è anche da considerare, che nonostante i tantissimi mezzi di peso superiore a 35 quintali, che giornalmente hanno impegnato le basole in questi ultimi 12 mesi, il famoso capitolo 355, art 2, di bilancio, in cui dovevano essere registrate le somme incassate, è miseramente vuoto. Zero euro. Nessuno ha pagato o almeno non si è riusciti a farli pagare. Un vero e proprio danno erariale, uno spreco di risorse pubbliche, che possono essere impiegate per far fronte alle tante esigenze di questa città, anziché per i sempre più frequenti interventi manutentivi necessari.
Solo chi è estraneo agli interessi della città poteva pensare ed autorizzare un simile oltraggio alla sua immagine,al suo decoro, alla sua vivibilità, che ha finito per mortificare l’anima dei suoi cittadini, ma anche il fisico di alcuni di essi. Per questo è necessario riconsiderare quella delibera, per tutelare il diritto dei cittadini di vivere in luoghi urbani, che offrano un dignitoso decoro estetico, ma anche per tutelare la loro incolumità fisica. (Enzo Albano)