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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Una famiglia davvero speciale: dalle estorsioni, alla droga, alle truffe

BRINDISI – Una intera famiglia a controllare lo spaccio delle sostanze stupefacenti nella zona di piazza Raffaello, nel quartiere Sant’Elia. E non solo. La stessa famiglia, capostipite è Teodoro Ostuni, 59 anni, soprannominato “Cacafave”, processato anche per mafia, attualmente agli arresti domiciliari, obbligava le imprese edili che operano nel rione a pagare per la guardiania, ovviamente abusiva. E tra una cosa e l’altra non ha disegnato di orchestrare un finto incidente stradale, con tanto di ricovero al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Antonio Ostuni, 42 anni, nipote del capofamiglia.

BRINDISI – Una intera famiglia a controllare lo spaccio delle sostanze stupefacenti nella zona di piazza Raffaello, nel quartiere Sant’Elia. E non solo. La stessa famiglia, capostipite è Teodoro Ostuni, 59 anni, soprannominato “Cacafave”, processato anche per mafia, attualmente agli arresti domiciliari, obbligava le imprese edili che operano nel rione a pagare per la guardiania, ovviamente abusiva. E tra una cosa e l’altra non ha disegnato di orchestrare un finto incidente stradale, con tanto di ricovero al Pronto soccorso dell’ospedale Perrino di Antonio Ostuni, 42 anni, nipote del capofamiglia.

Questa mattina sono finiti in carcere in sette: tutti i maschi della famiglia e tre gregari che abitano nella zona di piazza Raffaello. I carabinieri l’operazione l’hanno denominata “Familia”.  Sono stati arrestati Teodoro Ostuni, che è stato rinchiuso nella stanza 100 dell’ospedale Perrino perché colto da malore quando ha letto l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari distrettuale Maurizio Saso che lo riportava in carcere; Eddy Ostuni, 29 anni, figlio di Teodoro, Diego e Antonio Ostuni, rispettivamente di 36 e 42 anni, figli del fratello di Teodoro, noto in gioventù per la sua attività di pugile.

Poi  Giuseppe Lombardi, 28 anni,  residente nei paraggi di piazza Raffaello, domiciliato a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna: nella sua abitazione sono stati rinvenuto tredici grammi di hashish e un cartuccia per pistola calibro 7,65; Mario Polito, 25 anni, e Gianluca Sorge, 32 anni. Sono accusati di associazione per delinquere finalizzata alla detenzione e allo spaccio di cocaina e hashish (Teodoro, Eddy e Diego Ostuni, Lombardi e Polito), spaccio che avveniva nell’abitazione di Teodoro Ostuni, dove lui era agli arresti domiciliari, ma anche in piazza Raffaello e in altre zone di Brindisi; tentata estorsione e truffa in danno di una compagnia di assicurazione.

Il traffico di sostanze stupefacenti. Come si è detto il capo era Teodoro Ostuni. Lui gestiva dalla sua dimora grazie all’apporto del figlio Eddy e dei nipoti Antonio e Diego. Che a loro volta si avvalevano della collaborazione di Sorge e Lombardi. I cugini Ostuni si occupavano anche della riscossione dei crediti, contattando i tossicomani che non pagavano e andando personalmente presso le loro abitazioni per esigere il debito. La sostanza stupefacente commerciata, secondo i risultati delle indagini svolte dai carabinieri della compagnia di Brindisi era prevalentemente cocaina e hashish. Teodoro Ostuni era stato arrestato da agenti della sezione antidroga della Squadra mobile di Brindisi il 30 agosto del 2008 perché trovato in possesso di trentaquattro grammi di cocaina. E per questo era poi stato assegnato ai domiciliari.

Dal 10 settembre 2008 e fino al 10 ottobre 2009 i carabinieri intercettano tutto ciò che si dice nella vettura di Antonio Ostuni. Vale a dire la Fiat Tipo targata BR 310148 di proprietà di Marcellina De Giuseppe, moglie di Antonio Ostuni, assicurata con la Milano Assicurazioni. I carabinieri raccolgono prove sulla vendita della droga. Ad un tossicodipendente che ha un debito di tremila euro viene chiesta in cambio la sua vettura. E così via.

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ANTONIO:ehi...

TEODORO: ohu...

ANTONIO: zì...

TEODORO: è andato?...

ANTONIO: e...è andato ha detto...ha girato tutto oggi là...e non lo ha trovato proprio...

TEODORO: ma...che...

ANTONIO: no...è andato...gli ha dato pure la macchina banana...pure gli ha dato...

TEODORO: impossibile...

ANTONIO: eh..eh,  adesso me lo faccio passare...na...(in sottofondo chiamano Diego e gli dicono che c'è Teodoro)...

Diego: ohu.

TEODORO: uhei...

DIEGO: che c'è?...

TEODORO: che hai fatto?...niente?...

DIEGO: niente...banane...non c'era...fino a questa sera sono andato...

TEODORO: ma io..scusa...e...

DIEGO: a tutte parti sono andato TEODO'...a tutte parti...

TEODORO: tu dicesti...no...non ti preoccupare...oramai so io...ho visto...

DIEGO: e sono andato...che vuoi da me...

TEODORO: io ti ho detto non è che questo ti sta prendendo per il culo...no...no...no...

DIEGO: stava...(incomprensibile)..che sono andato anche da casa...

TEODORO: se gli levate la macchina...

DIEGO: ah?..

TEODORO: la macchina...gli devi togliere a quello...e basta...

DIEGO: e lo so...ma se non c'è...che devo fare?...banane...fino a stasera...mi sono fatto prestare la macchina...dal ragazzo pure...di banana...per andare...

TEODORO: va bene...

DIEGO: e...cazzo...

TEODORO: domani...quello...si deve andare...e si deve prendere la macchina...gli devi togliere la macchina...e gli devi dire...quando porti i soldi allora ti prendi la macchina...ti diamo due giorni di tempo...se in questi due giorni...(incomprensibile)..la macchina ce la vendiamo...

DIEGO: uh!...

TEODORO: hai capito?...

DIEGO: va bene dai...che da quant' è che sono venuto...tre quarti d'ora fa...

TEODORO: fatto sta...no?...che non si sta combinando...niente...stai vedendo?...

DIEGO: che vuoi zì...mannaggia...(bestemmia)...se non c'è...adesso mi faccio io a persona...

TEODORO: non mi hai capito, non è quello..ti ho detto si deve perdere un po’ di tempo...

DIEGO: (inc.)

TEODORO: e si deve trovare...solo così...riesci a fare qualcosa...

DIEGO: sto chiudendo...dai...

TEODORO: va bene...dai...

DIEGO: ciao...

La “Famiglia” funziona alla perfezione. Il meccanismo è ben oleato.

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Tentata estorsione. Gli Ostuni avevano cercato di imporre la guardiania agli imprenditori edili che lavoravano nella loro zona. Un caso è stato scoperto, ma i carabinieri ritengono che più di qualcuno abbia pagato o paghi per evitare ritorsioni. Non ha invece accettato il ricatto l’ imprenditore Mario Lagalla che si è aggiudicato l’appalto per ristrutturare un palazzo dello Iacp nella zona di piazza Raffaello. Pochi giorni dopo avere iniziato i lavori, è la fine del 2007, Teodoro ed Eddy si presentano all’imprenditore dicendo che deve dar loro 1.600 euro a testa al mese, per effettuare la sorveglianza delle impalcature e dei lavori in generale.

L’imprenditore dice di no. Viene ripetutamente avvicinato, minacciato: “qua sanno che io guardo… a qua a te non ti tocca nessuno… quando incomincia un cantiere per forza lo devono mettere uno come guardiano… qua a Sant’Elia, stiamo… mi dai 1.200 € e lavori garbato”. E poi di nuovo: “poi non ti lamentare se ti sparisce qualcosa”; “siamo tutto una cosa… tutti di Sant’Elia siamo”. Arrivarono anche i danneggiamenti. Viene abbattuta una recinzione e in un appartamento viene versata sul pavimento vernice rossa.

Teodoro Ostuni, in una delle sue apparizioni sul cantiere dice che fa parte di una grande famiglia e che è legato al boss della Sacra corona unita di Campi Salentina,  Gianni De Tommasi. I Lagalla, è giugno 2008, denunciano e l’estorsione viene sventata.

Tentata truffa. L’incidente si verifica nel rione Sant’Elia. Le vetture coinvolte sono una vecchia Fiat Tipo, utilizzata da Antonio Ostuni, intestata alla moglie, assicurata con la Milano, e il Doblò condotto da Carmelo C., un loro amico, connivente per quanto riguarda il tentativo di truffa. Il botto tra i due mezzi è molto forte. Almeno questo secondo la loro denuncia. Antonio Ostuni batte la testa (così dice lui) e finisce in ospedale.  E anche gli altri occupanti di entrambi gli automezzi. Ovviamente viene avviata la pratica per il risarcimento dei danni al mezzo e alla persona. Risarcimento che non avviene. E vedremo perché.

A bordo della Tipo, come terzi trasportati, ci sono  i fratelli Angelo e Giuseppe Cavaliere. L’accordo  sulle modalità dell’incidente sono state prese in precedenza e risultano dalle conversazioni intercettate nella autovettura di Antonio Ostuni nei giorni dal 16 settembre al 25 settembre 2008 e quindi nelle date immediatamente antecedenti e successive al falso incidente che si verifica il 24 settembre 2008. La Tipo mentre percorre via Benvenuto Cellini all’incrocio con la strada Palmarini, in contrada Muscia, tampona volontariamente il Fiat Doblò condotto da Ciullo sul quale viaggia Francesco Simmini. Il danno viene riscosso ed all’incirca 1.700.

Le indagini. Subito dopo avere ricevuto la denuncia per il tentativo di estorsione, i carabinieri della compagnia avviano le indagini. Il pubblico ministero è Milto De Nozza che, siccome nel comportamento dei taglieggiatori c’è una certa connotazione mafiosa, viene distaccato alla Procura distrettuale antimafia. Le intercettazioni telefoniche ed ambientali consentono non solo di scoprire che la famiglia Ostuni è implicata nel traffico delle sostanze stupefacenti, ma che sta anche cercando di truffare l’assicurazione con quel falso incidente. Il magistrato inquirente chiede il provvedimento di custodia in carcere nei confronti dei sette indagati. Provvedimenti che sono stati eseguiti questa mattina.

“Avevamo predisposto un servizio molto particolare – dicono gli investigatori  – perché temevamo che nel rione Sant’Elia ci potesse essere qualche testa calda pronto a dare sostegno agli Ostuni. Ma per fortuna non è accaduto nulla. Gli arresti sono stati effettuati senza alcun problema”.

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