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Una lettera della fidanzata per l'addio all'operatore: ha saputo solo oggi

BRINDISI - “Amore mio rimarrai sempre nel mio cuore. Grazie per la luce e la gioia che mi hai dato nell'averti affianco. Non ti dimenticherò mai e non riuscirò mai ad accettare di averti perso.... avrei voluto venirti a salutare un'ultima volta .. ho saputo solo oggi che non ci sei più. Ti amo amore mio e avrei voluto stare con te. Ciao Bubu mio!”. Simona Pisani ha saputo solo oggi, ed è con queste parole consegnate nelle mani dell'avvocato Daniela D'Amuri che ha voluto salutare per l'ultima volta il suo Marco.

BRINDISI - “Amore mio rimarrai sempre nel mio cuore. Grazie per la luce e la gioia che mi hai dato nell'averti affianco. Non ti dimenticherò mai e non riuscirò mai ad accettare di averti perso.... avrei voluto venirti a salutare un'ultima volta .. ho saputo solo oggi che non ci sei più. Ti amo amore mio e avrei voluto stare con te. Ciao Bubu mio!”. Simona Pisani ha saputo solo oggi, ed è con queste parole consegnate nelle mani dell'avvocato Daniela D'Amuri che ha voluto salutare per l'ultima volta il suo Marco.

Nella chiesa di San Vito, nel rione Commenda, dove questa mattina si sono celebrati i funerali di Marco Semeraro, il cameraman di Telerama scomparso nella notte fra giovedì e venerdì scorso, mancava solo lei, che prima non aveva nemmeno immaginato. Stavano rientrando insieme dalle ferie trascorse in Marocco. Giovedì mattina erano atterrati a Bergamo, da qui si erano rimessi in viaggio. Lo schianto, a un soffio dalla meta, la casetta di Surbo dove vivevano insieme.

L'ampia navata della chiesa non è bastata a contenere la folla che ieri mattina si è stretta intorno ai famigliari, mamma Maria Bombacigno, papà Peppino, Valentina, la sorellina di Marco. Un addio silenzioso, commosso. Al quale nessuno ha voluto mancare. C’erano i giudici del tribunale di Brindisi. C’era una nutrita rappresentanza dell’avvocatura messapica. C’erano i colleghi dei genitori di Marco, i funzionari del palazzo di giustizia, quelli che qualche giorno prima della tragedia avevano festeggiato con Peppino Semeraro il congedo da una lunga vita di lavoro, l’agognata pensione. Brindato con lui al progetto: “Con la liquidazione comprerò una casa a mio figlio”. C'era il giudice di pace, Ennio Masiello, ma anche diversi consiglieri comunali.

C’erano i ragazzi della parrocchia, dove i genitori di Marco insegnano l’italiano ai giovani migranti. C’erano i destinatari di quel servizio prezioso e volontario, disseminati fra la folla. C’erano zii, cugini. E c’erano i colleghi di Telerama, raccolti in un angolo, stretti in un dolore composto, rotto a tratti dagli accessi di pianto. Ai colleghi di Marco, per tutti “Manina”, è toccato fare la conta, ieri mattina, per stabilire a chi sarebbe toccato il compito assai difficile di accontare le cronache dell'ultimo viaggio, parole e immagini.

Qualcuno, alla fine, ha preso la telecamera in spalla, sostenuto da una forza doverosa e necessaria. Il servizio che aperto il tiggì, è stato per l'ennesima volta il risultato di uno sforzo collettivo, un poco di cuore ciascuno, per l'ultima volta, per Marco-Manina, firmato anche da chi in redazione è tornato solo per lui.

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