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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Deiezioni canine nella discarica di bacino: in undici e tre ditte a processo

Avevano organizzato lo smaltimento nella discarica di rifiuti solidi urbani di Autigno di oltre una tonnellata di deiezioni animali provenienti dal canile privato Dog's Village di Brindisi, classificati come rifiuti speciali pericolosi, con la copertura di Cer falsi e di analisi altrettanto taroccate. Stralciata la posizione del dirigente comunale Fabio Lacinio: il gip deve decidere sull'archiviazione

BRINDISI – Avevano organizzato lo smaltimento nella discarica di rifiuti solidi urbani di Autigno di oltre una tonnellata di deiezioni animali provenienti dal canile privato Dog’s Village di Brindisi, classificati come rifiuti speciali pericolosi, con la copertura di Cer falsi e di analisi altrettanto taroccate. Il 18 giugno avevano ricevuto gli avvisi di conclusioni indagini dal pm Valeria Farina Valaori, che aveva ereditato da un altro collega l’indagine condotta dalla sezione informativa della Digos di Brindisi, e alcuni giorni fa sono stati rinviati a giudizio con decreto dello stesso pm. Il processo comincerà a dicembre.

Si tratta di undici persone e tre società coinvolte. Manca dal lotto iniziale degli indagati il dirigente comunale Fabio Lacinio, essendo stato stralciato il capo di imputazione di abuso di ufficio, che vedeva coinvolti oltre allo stesso Lacinio, difeso da Roberto Cavalera, anche l’imprenditore Rosario Mazzarella (il quale resta però imputato per reati connessi alle violazioni del Testo unico sull’ambiente).  Ed era questa la parte giuridicamente più complessa della vicenda, che vedremo in seguito.

A giudizio sono andati dunque, oltre a Mazzarella amministratore della società Secom, anche il gestore della discarica di bacino di Autigno e amministratore della Nubile Srl, Luca Screti; il gestore di fatto del Dog’s Village che si trova sulla ex statale 16 Brindisi-San Vito dei Normanni, Antonio Regoli, e per le responsabilità amministrative Secam e Nubile. Poi, sempre per le responsabilità penali, autotrasportatori, dipendenti del Dog’s Village, la sua legale rappresentante, un dipendente del laboratorio:  Arjana Markisic, formalmente amministratrice del canile, 41 anni, di Podgorica (Montenegro); Guglielmo Granafei, 59 anni, di Mesagne, perito della Sca; Salvatore Tondo e Carlo Scardia, entrambi di 47 anni e di Torchiarolo; Giovanni Monaco di Brindisi, 52 anni; Luigi Donno, 58 anni, di Brindisi; Rocco Giannini, 52 anni, di Brindisi; Francesco Baccari, 58 anni, di San Vito dei Normanni.

La discarica di Autigno 3-2I reati al momento sono quelli di falso materiale nella compilazione dei codici Cer di accompagnamento, trasporto non autorizzato di rifiuti pericolosi e attività non autorizzata di gestione dei rifiuti, e maltrattamento di animali. Il caso nasce da una relazione del dicembre 2012 della polizia giudiziaria, che denunciava lo smaltimento abusivo nella discarica comunale di Autigno, riservata ai soli rifiuti solidi urbani, di poco meno di una tonnellata di deiezioni canine provenienti dal Dog’s Village, effettuato da una delle tre società indagate, la Secom di Rosario Mazzarella, difeso da Massimo Manfreda, carichi accompagnati da Cer che riportavano codici identificativi infedeli e attestazioni che li identificavano come rifiuti di cucina o comunque tipologie accettabili per legge dalla discarica affidata dal Comune alla Nubile Srl.  Tra le pezze di appoggio c’era infatti anche un certificato di analisi svolte dal laboratorio Sca di Mesagne, la terza delle società individuate dal pm Valeria Farina Valaori come responsabile amministrativa.

Nella seconda metà del 2012, nel corso del sopralluogo al Dog’s Village, la Digos della questura di Brindisi (che ha ricevuto il supporto dei carabinieri del Noe di Lecce nelle attività di verifica) rilevò anche le precarie condizioni in cui erano tenuti i cani ospiti della struttura. Il sostituto procuratore Valeria Farina Valaori ha perciò contestato anche il reato di maltrattamento di animali, le cui deiezioni era state trasformate in business da Mazzarella, il quale era subentrato ad un'altra società che si curava dello smaltimento dei rifiuti organici del canile, invece, con Cer regolari e presso discarica autorizzata per ricevere rifiuti speciali. Mazzarella pare avesse garantito ad Antonio Regoli che sarebbero state ugualmente applicate alla lettera le disposizioni di legge. Insomma, il gestore del Dog’s Village sarebbe stato all’oscuro della falsificazione dei Cer che invece accompagnavano i carichi di escrementi canini.

Il sostituto procuratore Valeria Farina ValaoriLa parte della discussione sulla sussistenza dell’abuso di ufficio, e quindi sulla violazione del diritto di privativa che è posto in capo ai Comuni e agli ambiti territoriali dalla legge, che prevede l’affidamento del servizio di raccolta tramite bandi. Ma il difensore del dirigente comunale Fabio Lacinio, avvocato Roberto Cavalera, in una approfondita memoria, ha chiedo l’archiviazione delle accuse perché il funzionario avrebbe agito in un contesto, quello di Brindisi, in cui le attività di raccolta e trasporto rifiuti nell’area non coperta dal bando pluriennale (all’epoca affidata alla Monteco, sostanzialmente l’area urbana con esclusione della zona industriale e della zona commerciale lungo la statale 7), erano già regolamentate da una delibera, mentre la stessa suddivisione tra area sottoposta a bando e area non soggetta a concessione, era uniformata ad un decreto legge. Quindi una situazione cristallizzata che il funzionario non avrebbe potuto modificare.

Riguardo la questione dell’effettiva corrispondenza di tali assetti alle disposizioni di legge, per la difesa l’adesione c’è. Il convincimento della polizia giudiziaria e della pubblica accusa, che aveva di conseguenza considerato anche la sussistenza di un danno economico per il Comune, era che il servizio andasse sottoposto a procedura di evidenza pubblica. Comunque ora si attende la decisione del gip chiamato a decidere sulla responsabilità del funzionario, e di quella connessa di Mazzarella, dalla richiesta di archiviazione della difesa che è stata attentamente valutata anche dal pm Valeria Farina Valaori, che infatti non ha decretato per Lacinio il rinvio a giudizio. Gli altri difensori sono Stefano Palmisano per Antonio Regoli e Vincenzo Farina per Luca Screti.

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