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Bronzi di Brindisi: il Principe a Firenze, poi a Los Angeles e Washington

C'è anche uno dei Bronzi di Brindisi, il Principe ellenistico, tra i 50 capolavori in bronzo della mostra dal titolo "Potere e pathos", che racconta gli straordinari sviluppi artistici dell'età ellenistica (IV-I secolo a.C.), periodo in cui, in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre, si affermarono nuove forme espressive, grazie anche ad Alessandro Magno

C’è anche uno dei Bronzi di Brindisi, il Principe ellenistico, tra i 50 capolavori in bronzo della mostra dal titolo "Potere e pathos", che racconta gli straordinari sviluppi artistici dell'età ellenistica (IV-I secolo a.C.), periodo in cui, in tutto il bacino del Mediterraneo e oltre, si affermarono nuove forme espressive, grazie anche ad Alessandro Magno, che, insieme a un grande sviluppo delle tecniche, rappresentano la prima forma di globalizzazione di linguaggi artistici del mondo allora conosciuto.

L’individuazione dei bronzi avvenne nel luglio del 1992 a 16 metri di profondità, a ridosso di una parete di grotto nelle acque di Punta del Serrone, nel corso di una immersione alla quale partecipavano i sub brindisini Teddy Sciurti, Pino Tamburrano e Giancarlo Scorrano, e l’allora maggiore dei carabinieri Luigi Robusto. Le statute erano ridotte in pezzi e sepolti dalla sabbia, tranne alcune parti che attirarono l’attenzione del gruppo di subacquei.

Le prospezioni del sito e il successivo recupero furono diretti dal capo della sezione di archeologia subacquea del Ministero dei Beni Culturali, Claudio Moccheggiani Carpano, con il nucleo sommozzatori dei carabinieri. Brindisi ebbe così i suoi Bronzi, esposti in una delle sale del Museo archeologico provinciale “Ribezzo”, lasciati involontariamente in eredità alla città da una nave da carico romana affondata certamente dopo una collisione con la vicina e insidiosa scogliera di Punta Penne. Tra i Bronzi di Brindisi che viaggiano di più, il Principe ellenistico è il più richiesto. Si ritiene raffiguri il console Lucio Emilio Paolo.

Dal 14 marzo al 21 giugno Palazzo Strozzi a Firenze è la prima sede della grande esposizione "Potere e pathos. Bronzi del mondo ellenistico", concepita e realizzata in collaborazione con il J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la National Gallery of Art di Washington e la Soprintendenza Archeologica della Toscana. Dopo la tappa fiorentina l'esposizione si sposterà al J. Paul Getty Museum di Los Angeles dal 28 luglio al 1° novembre per poi concludersi alla National Gallery of Art di Washington dal 6 dicembre al 20 marzo 2016.

potere-e-pathos-2Queste importanti collaborazioni confermano la reputazione di eccellenza a livello internazionale di Palazzo Strozzi. La rassegna vede infatti riuniti, per la prima volta a Firenze, alcuni tra i maggiori capolavori del mondo antico, provenienti dai più importanti musei archeologici italiani e internazionali come il Museo Archeologico Nazionale di Firenze, il Museo Nacional del Prado di Madrid, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il British Museum di Londra, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Archeologico Nazionale di Atene, il Museo Archeologico di Herakleion (Creta), il Kunsthistorisches Museum di Vienna, il Museo Archeologico di Salonicco, il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani.

Il titolo della mostra unisce l'immagine eroica del potere del principe con la capacità che hanno le opere ellenistiche di suscitare, con la loro potenza drammatica, intensa emozione affettiva e commozione estetica. Unica e irripetibile è questa esposizione kolossal, anche perché offre la possibilità di vedere affiancati l'Apoxyomenos di Vienna in bronzo e la versione in marmo degli Uffizi utilizzata per il suo restauro; i due Apollo-Kouroi, arcaistici conservati al Louvre e a Pompei. Benché spesso confrontate su carta, finora nessuna delle coppie era mai stata esposta fianco a fianco.

La maggior parte dei bronzi che sono vanto di musei e collezioni private ha provenienza marittima e non terrestre. Importanti tra l'altro i ritrovamenti della Figura virile rinvenuta nel 1992 nel mare presso Brindisi assieme ad altri parti di statue bronzee, e della Testa di uomo con la kausia, ritrovata nel 1997 nel mar Egeo, al largo dell'isola di Calimno.  Curata da Jens Daehner e Kenneth Lapatin, del J. Paul Getty Museum di Los Angeles, la mostra offre una panoramica del mondo ellenistico attraverso il contesto storico, geografico e politico.

Statue monumentali di divinità, atleti ed eroi sono affiancate a ritratti di personaggi storici e a sculture di marmo e di pietra, in un percorso che conduce il visitatore alla scoperta delle affascinanti storie dei ritrovamenti di questi capolavori, la maggior parte dei quali avvenuti in mare (Mediterraneo, Mar Nero), oppure attraverso scavi archeologici, che pongono i reperti in relazione ad antichi contesti.

Dai santuari, dove venivano utilizzati come "voti", agli spazi pubblici, dove commemoravano persone ed eventi, alle case, dove fungevano da elementi decorativi, ai cimiteri, dove rappresentavano simboli funerari.  La particolarità della mostra di Palazzo Strozzi è quella di contestualizzare le opere investigando e esplorando anche il processo di produzione, di fusione e le tecniche di finitura.

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