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Cronaca Ostuni

Ustionati dopo attentato: arrestati 2 ostunesi

ACQUARICA DEL CAPO – Restano ustionati gravemente dopo aver raso al suolo la villetta di un operaio edile, reo ai loro occhi di aver eseguito male dei lavori di ristrutturazione nella loro residenza. Finisce male per Giuseppe De Paola (55 anni originario di Ostuni ex gioelliere) che ha riportato ustioni sul 30 per cento del corpo e per il figlio Cosimo (farmacista di 31 anni) ricoverato l'uno presso il reparto grandi ustionati del Perrino di Brindisi e l'altro in chirurgia plastica.

ACQUARICA DEL CAPO – Restano ustionati gravemente dopo aver raso al suolo la villetta di un operaio edile, reo ai loro occhi di aver eseguito male dei lavori di ristrutturazione nella loro residenza. Finisce male per Giuseppe De Paola (55 anni originario di Ostuni ex gioelliere) che ha riportato ustioni sul 30 per cento del corpo e per il figlio Cosimo (farmacista di 31 anni) ricoverato l'uno presso il reparto grandi ustionati del Perrino di Brindisi e l'altro in chirurgia plastica.

Entrambi risiedono a Copertino, entrambi da professionisti e commercianti si sarebbero trasformati in perfetti attentatori, ma la loro imperizia è costata cara non solo per i guai fisici che ne sono derivati ma per i risvolti penali che assumerà la vicenda dopo l'inchiesta dei carabinieri della stazione di Presicce e della compagnia di Tricase, diretta dal capitano Andrea Bettini. Dovranno rispondere di crollo doloso di edificio.

Si delineano i contorni della distruzione dell'abitazione dell'artigiano edile nelle campagne tra Acquarica del Capo e Presicce avvenuta ieri, quasi un'ora dopo che il proprietario l'aveva abbandonata per andare al mare. Non si è trattato di uno scoppio accidentale di una bombola di gas, come era stato ipotizzato in prima battuta, ma di un vero e proprio attentato. I danni ammontano a circa 170mila euro. Un’intera famiglia, padre 52enne, madre e tre figli, senza un tetto. Dopo il crollo della casa i carabinieri hanno scoperto tra le macerie (catapultate fino a 200 metri di distanza dall'onda d'urto) una grossa tanica di benzina, poi un cappello bruciato e sono partiti con le ricerche in tutti gli ospedali, per verificare se fossero arrivati dei feriti, con ustioni.

Ricerca in senso contrario era quella che stavano effettuando nelle stesse ore i carabinieri della tenenza di Copertino, che stavano rintracciando la località in cui due persone, arrivate al nosocomio locale (il San Giuseppe), si avevano detto di essersi ustionate accendendo un barbecue nei pressi di Gallipoli. Questo avevano spiegato i due ostunesi ai medici che hanno subdorato una situazione anomala, dal momento che i presunti infortunati, viste le ustioni, avrebbero potuto recarsi proprio nell'ospedale di Gallipoli.

L'incrocio delle informazioni ha portato i carabinieri sulla pista di Acquarica del Capo. A far scattare il sospetto un altro particolare: interrogato dai carabinieri di Presicce, l’operaio ha spiegato di avere una causa in atto con un certo “Pino di Ostuni”, per il quale aveva lavorato, ma non era nemmeno stato pagato. “Pino di Ostuni”, alias Giuseppe De Paola, gioielliere ostunese residente a Copertino, lo avrebbe negli ultimi tempi anche minacciato. Così nel pomeriggio di ieri, insieme con il figlio Cosimo, farmacista, avrebbe messo a segno il piano.

Ad incastrare Cosimo De Paola anche il tappo di una tanica di benzina ritrovatagli in tasca ed il forte odore di benzina che entrambi avevano addosso. Padre e figlio si trovano ora agli arresti domiciliari nell'ospedale Perrino di Brindisi. Ustionati e trasformatisi di colpo da professionisti in attentatori dopo un contenzioso sorto con l'operaio edile per un debito di soli 1.300 euro, che non avevano nemmeno sborsato.

Un fattaccio che riportata alla mente un precedente della primavera scorsa. Protagonista un altro ostunese, Giuseppe Marzio (43 anni) ritenuto dagli inquirenti l’autore, insieme a un fiancheggiatore non ancora identificato, di un attentato dinamitardo compiuto l’aprile scorso ai danni di una villetta a Soleto, di proprietà di un pensionato di 77 anni di Galatina, Salvatore Angelo Lanzillotti, originario di Carovigno ma da diversi anni trasferitosi nel Salento.

Il quarantatreenne ostunese fu accompagnato e “abbandonato” dopo l’attentato al pronto soccorso del nosocomio brindisino con ferite al cuoio capelluto, trauma cranico, escoriazioni ed ustioni su tutto il corpo. L'attentato, messo a segno facendo esplodere una bombola di Gpl, semidistrusse la casa di campagna, in contrada Fiacone, lungo la strada che da Soleto porta a Sogliano Cavour.

Sulle spalle di Marzio  pende tuttora l’accusa di trasporto e detenzione di materiale esplodente, attentato incendiario e danneggiamento. A lui i poliziotti giunsero dopo aver trovato, nel giardino della villetta, alcune macchie di sangue, un passamontagna, anche questo sporco di sangue, e un accendino, presumibilmente appartenenti ad uno degli attentatori.

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