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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Usura all'aspirante consigliere regionale: altra serie di attenuazioni misure

Misura cautelare ritenuta eccessiva, quella disposta, anche per altri indagati nell'inchiesta della Dda di Lecce sull'usura da 430 mila euro per finanziare la campagna elettorale di un aspirante consigliere regionale azzurro

BRINDISI - Misura cautelare ritenuta eccessiva, quella disposta, anche per altri indagati nell’inchiesta della Dda di Lecce sull’usura da 430 mila euro per finanziare la campagna elettorale di un aspirante consigliere regionale azzurro. Ai domicliari su decisione del Riesame ci vanno Sandro Bruno, difeso dagli avvocati Massimo Manfreda e Gianfrancesco Castrignanò, Pierpaolo Palermo, Francesco Poci, difesi da Carmelo Molfetta, Antonio Occhineri (che aveva già ottenuto una attenuazione della misura) difeso da Ladislao Massari; Roberto Antoniolli, difeso dagli avvocati Marcello Marasco e Gerardo Giorgione.

Rimesso in libertà dagli arresti domiciliari Carmine Palermo, difeso da Molfetta. I legali, nei loro ricorsi, avevano puntato tutto sull’attualità delle esigenze cautelari e sull’appropriatezza delle misure disposte alla gravità dei fatti e al loro collocamento nel tempo: le due campagne elettorali finite sotto la lente degli investigatori sono del 2005 e del 2010, il gruppo dei presunti usurai avrebbe battuto cassa fino al 2012.

L’ordinanza restrittiva fu disposta il 18 settembre scorso a carico di 16 persone, mentre altre sette risultavano solo indagate a piede libero. Tra questi anche lo stesso Crastolla che avrebbe esercitato abusivamente l’attività finanziaria e sulle cui dichiarazioni è incentrato l’intero impianto accusatorio. Intorno all’aspirante consigliere regionale, per vessarlo, c’erano secondo l’accusa imprenditori locali, un faccendiere, e anche un boss della Sacra corona unita, Francesco Campana, detenuto da tempo nel carcere di Voghera. Sono coinvolti nell’inchiesta anche imprenditori insospettabili che avrebbero prestato soldi, per svariate centinaia di migliaia di euro. Tra questi Luigi Devicienti. Devicienti ha ottenuto i domiciliari per motivi di salute, con braccialetto elettronico.

Due giorni fa erano tornati a casa su decisione dei giudici del Tribunale della Libertà T.T.,; Vincenzo Primiceri, difeso dall’avvocato Giancarlo Camassa, Angelo Bellanova, assistito da Camassa e Giulio Bellanova; Francesco Lavino, difeso da Cosimo Lodeserto.  

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