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Cronaca

Vanni il banchiere: la pista dei soldi

BRINDISI – Alle 8,30 di questa mattina Giovanni Vantaggiato sarà seduto di fronte al giudice delle indagini preliminari Ines Casciaro per il secondo interrogatorio dopo quello della notte tra il 6 ed il 7 giugno, quando è crollato scegliendo di interrompere la ostinata catena di negazioni dietro cui si era arroccato mentre i poliziotti del pool investigativo costituito a Brindisi gli contestavano video, targhe, telefonate, sopralluoghi e altre circostanze e indizi raccolti in 18 giorni. Ines Casciaro è stata pm a Brindisi e sa benissimo dov’è la Morvillo Falcone, la scuola martire. Vantaggiato avrà accanto come nella notte della confessione il suo difensore, Franco Orlando, penalista di Nardò. Il minimo di collaborazione dimostrato ha garantito a Vanni Vantaggiato la custodia cautelare nel braccio femminile del carcere di Borgo San Nicola di Lecce, dove si svolgerà l’interrogatorio di garanzia odierno. Altrimenti gli sarebbe toccato l’incubo della cella di sicurezza nel settore maschile, pronto a diventare per lui peggio dell’inferno.

BRINDISI – Alle 8,30 di questa mattina Giovanni Vantaggiato sarà seduto di fronte al giudice delle indagini preliminari Ines Casciaro per il secondo interrogatorio dopo quello della notte tra il 6 ed il 7 giugno, quando è crollato scegliendo di interrompere la ostinata catena di negazioni dietro cui si era arroccato mentre i poliziotti del pool investigativo costituito a Brindisi gli contestavano video, targhe, telefonate, sopralluoghi e altre circostanze e indizi raccolti in 18 giorni. Ines Casciaro è stata pm a Brindisi e sa benissimo dov’è la Morvillo Falcone, la scuola martire. Vantaggiato avrà accanto come nella notte della confessione il suo difensore, Franco Orlando, penalista di Nardò. Il minimo di collaborazione dimostrato ha garantito a Vanni Vantaggiato la custodia cautelare nel braccio femminile del carcere di Borgo San Nicola di Lecce, dove si svolgerà l’interrogatorio di garanzia odierno. Altrimenti gli sarebbe toccato l’incubo della cella di sicurezza nel settore maschile, pronto a diventare per lui peggio dell’inferno.

Ma non è caduta invece la cortina di copertura del movente dell’attentato. Vantaggiato non difende solo quei complici che secondo gli inquirenti esistono, perché più volte l’indagato si è tradito parlando dei fatti in prima persona plurale, ma evidentemente anche la grossa ragnatela di interessi e lucro che lui ha sempre difeso con violenza estrema. La pista è quella dei soldi. Solo per questo il commerciante di carburanti si muoveva mettendo da parte ogni scrupolo. Come per quel caso di Torre Santa Susanna del 24 febbraio 2008 rimasto inspiegabilmente dormiente per oltre quattro anni, pur essendo presente nel fascicolo una deposizione della vittima ridotta in fin di vita da una bomba con congegno detonante comandato a distanza, piazzata nel cestino di una bici. Un atto di accusa a Vantaggiato.

Cosimo Parato, allora 42enne, spiegò a chi lo interrogava in ospedale che si era trattato di una faccenda di danaro, tanto (324mila euro) che doveva versare a Giovanni Vantaggiato che gli aveva fornito 700mila litri di gasolio agricolo e 6mila di benzina, sempre agricola. Ma Vantaggiato non fu mai messo alle strette, e quel fascicolo è stato rispolverato nei giorni scorsi grazie alla memoria storica di alcuni degli investigatori locali. Ora si presume che quello non sia stato affatto un caso isolato (peraltro, attorno alla truffa da 324mila euro era già nato anche un procedimento). E sembra questo il movente, il più lineare e probante, anche per l’attentato alla scuola Morvillo Falcone. I soldi di Vanni Vantaggiato e forse di un gruppo che assieme a lui gestiva un giro particolare, che l’indagato non vuole scoprire.

Un giro alimentato dalla grande liquidità assicurata dalla posizione predominante, nella zona, nel mercato dei carburanti agricoli. Tanti soldi, che non bastava più investire in case, tenute agricole, e in spese folli come la barca Hale Bopp, il nome di una famosa cometa. Un Camuffo 50 d’epoca, costruito interamente in legno ma capace di una velocità di punta di 33 nodi. Non si sa se Hale Bopp sia costata davvero oltre un miliardo di vecchie lire, al commerciante di carburanti con una lunga pratica di elettronica grazie agli anni trascorsi in una azienda del settore in Germania. Ma lui una volta, per una manovra sbagliata di ormeggio, danneggiò altre quattro barche e risarcì immediatamente ed in contanti i proprietari, si racconta in banchina. Sempre soldi, sempre in contanti.

Da qui la possibilità che presto potrebbe diventare molto concreta, di una rete di prestiti a terzi. Prestiti non garantiti necessariamente da tassi usurai. Una collocazione fruttuosa del surplus di liquidità, una maniera sicura per garantire la crescita ulteriore di questa massa valutaria. Tanto, chi non pagava avrebbe dovuto fare i conti con Vanni Vantaggiato e forse con qualcun altro non meno violento di lui. Altro che rabbia contro il mondo intero, frase veramente incredibile pronunciata da uno con la cassaforte rigonfia. A Vantaggiato non premeva che il denaro: questo il profilo che va prendendo forma e alla cui definizione sta contribuendo la ricostruzione del suo giro di affari anche nelle forniture per gli impianti termici delle scuole e degli edifici pubblici ( come il sopralluogo di ieri negli uffici della Provincia di Brindisi riportato dal nostro giornale). Ma che c’entra la Morvillo Falcone con i soldi di Vantaggiato? La risposta potrebbe giungere anche prima del previsto.

Vantaggiato era un uomo che non tollerava rischi per i propri soldi. E che esercitava un potere pressoché assoluto in casa, adeguatamente spalleggiato. Nei giorni delle indagini, sino a quando non è stato bloccato e prelevato dai poliziotti brindisini, ha praticamente impedito ai congiunti di seguire i telegiornali. Era inquieto, come solo uno abituato a braccare si sente quando è il suo turno di fuggire. Ma non è scappato, comunque, Vanni Vantaggiato. Ha aspettato senza immaginare che in pochissimi giorni la sua situazione stava precipitando, con il riaffiorare del fascicolo dell’attentato del 24 febbraio 2008 e con quella targa agganciata ad un fotogramma individuato tra migliaia da un investigatore della Digos aggregato al pool costituito in questura che lavorava senza sosta. La targa della Hyundai Sonica del commerciante di carburanti.

E dopo la confessione il cumulo di assurde giustificazioni per occultare qualcosa che evidentemente non appartiene solo a lui, o che lui sente intensamente come ragione centrale di vita: il denaro. Importante sino a richiedere vendette esemplari: Torre Santa Susanna 24 febbraio 2008, Brindisi 19 maggio 2012. E in mezzo forse molte altre. Verrà tutto a galla stamani davanti al gip Ines Casciaro? Tutto è possibile. Anche che dica chi voleva colpire nella scuola brindisina con la sua bomba costruita per fare strage, premendo quel telecomando con la sinistra perché la destra, sempre scossa da un fremito nervoso irrefrenabile, era costretto a tenerla in tasca, nascosta da sguardi indiscreti.

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