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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Vantaggiato terrorista, i muhajeddin no

Discutibili lo saranno le considerazioni sulla ricostruzione del fatto e sulla colpevolezza o meno degli imputati, sulla loro identificazione e sulla decisione della Corte d’Assise di Roma che ha assolto entrambi i carcerieri di Fabrizio Quattrocchi.

Discutibili lo saranno le considerazioni sulla ricostruzione del fatto e sulla colpevolezza o meno degli imputati, sulla loro identificazione e sulla decisione della Corte d’Assise di Roma che ha assolto entrambi i carcerieri di Fabrizio Quattrocchi (rapito e ucciso in Iraq nove anni fa), ma c’è un passo, nelle motivazioni dei giudici, che servirà a Franco Orlando, il difensore di Giovanni Vantaggiato, il bombarolo della Morvillo Falcone, per argomentare ancor meglio dinanzi alla Corte d’Appello di Lecce la propria teoria secondo cui andrebbe esclusa l’aggravante della finalità terroristica al reato di strage riconosciuta in primo grado, a Brindisi. Le motivazioni sono state depositate il 24 novembre scorso.

Il rapimento di Maurizio Agliana, Umberto Copertino e Salvatore Stefio e di Quattrocchi, che fu l’unico a essere ucciso, “non fu un atto terroristico”. I fatti risalgono al 14 aprile 2004: celebre fu la frase che scosse il Paese interno, pronunciata dalla vittima prima di essere giustiziato: “Guardate come muore un italiano”. Il sequestro, secondo le ricostruzioni, fu organizzato dalle “Falangi verdi di Maometto” e dalle Brigate dei Muhajeddin”, nonostante durante il periodo di prigionia si chiedesse al governo italiano, in cambio della liberazione, il ritiro delle truppe impegnate in Iraq, nella guerra iniziata dal presidente americano George W Bush, i giudici non hanno ritenuto che vi fosse stata destabilizzazione per l’Italia.

Fu solo un atto delinquenziale. Perché? “Gli imputati nulla avevano a che vedere con gruppi organizzati”, visto che“quella pur grave azione delittuosa non poteva avere un’efficacia così destabilizzante da poter disarticolare la stessa struttura essenziale dello Stato democratico” e che “è chiaro come, nel caso in esame, detta finalità non risulti dimostrata alla stregua degli elementi di prova acquisiti”.

Per i due rapitori il pm aveva chiesto la condanna a 25 anni di reclusione, ritenendoli terroristi. Non lo sono. Non loro. Lo è Giovanni Vantaggiato da Copertino, il bombarolo che ce l’aveva con il sistema giustizia e mise una bomba davanti alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi e uccise Melissa Bassi, una 16 enne, e provocò il ferimento di altre 9 persone tra studenti e passanti. Per i giudici della Corte d’Assise di Brindisi, il bombarolo è un terrorista perché anche se non ha arrecato grave danno al Paese, intendeva farlo.

Vantaggiato nutriva “rabbia, delusione e frustrazione” nei confronti del “mondo” e quindi anche verso i pubblici poteri che non gli avevano reso “giustizia” per via di “una sentenza di condanna “inutile” perché non coinvolgeva nemmeno tutti i responsabili della truffa di cui era rimasto vittima”. E ancora “Vantaggiato non ha perseguito obiettivi di vendetta personale o di ritorsione, come nel caso del tentato omicidio di Cosimo Parato, ma ha escogitato e portato ad esecuzione una strategia criminale diversa e perfettamente compatibile con quella considerata, anche tradizionalmente di tipo terroristico”.

“Tale strategia – proseguono – per quanto originata da rabbia personale non è diretta contro qualcuno in particolare ma contro l’intero sistema, la giustizia, i processi economici principalmente per reagire a una situazione di sofferenza ma anche per sollecitare i pubblici poteri a tutelare i truffati con modalità adeguate”.

“Si deve concludere – scrivono i giudici nella parte dedicata alla sussistenza dell’aggravante della finalità terroristica – che Vantaggiato a differenza di quanto dichiarato avesse intenzione di proseguire la strategia criminale di tipo terroristico iniziando con l’attentato alla scuola Morvillo Falcone collocando altri ordigni esplosivi micidiali al fine di colpire una o più vittime indeterminate scelte a caso in maniera indiscriminata e non prevedibile, con l’obiettivo altrettanto evidente di creare allarme nella gente destabilizzando i pubblici poteri”. Seminò il terrore, cercò di indurre le istituzioni a “compiere o astenersi dal compiere qualsiasi atto”.

Non la pensa allo stesso modo la difesa dello stragista (nel caso di specie non vi sarebbero sconti di pena, in caso di esclusione dell’aggravante, bensì soltanto una differenza nel regime detentivo. Orlando, nel suo appello ha chiesto ai giudici il riconoscimento del vizio di mente totale o parziale e poi anche l’esclusione dell’aggravante.

“Nessuna estremizzazione può portare a ritenere che il gesto di Vantaggiato fosse destinato alla determinazione di un allarme sociale ed alla destabilizzazione dei poteri pubblici; piuttosto induce a ritenere che si tratti del gesto sconsiderato di chi, per una degenerazione patologica della facoltà di determinarsi, decide di ‘farsi giustizia’ da sé. Significativo è, in tal senso, l’episodio dell’attentato a Cosimo Parato, del quale Vantaggiato, si è attribuita la responsabilità”.

“La rabbia nutrita per Cosimo Parato ed i suoi complici (in particolare il maresciallo dei carabinieri Sebastiano Fiorita) sono la vera e confessata ragione di entrambe le azioni delittuose. Nessun fine politico, nessun atto eversivo, nessun fine destabilizzante o di costrizione dei poteri: piuttosto l’insano desiderio di vendetta nei confronti di Parato, ma anche nei confronti di quel Tribunale di Brindisi che, dal suo punto di vista, gli aveva reso una sentenza ‘ingiusta’”.

Se quello di Bagdad, in piena guerra in Iraq, non fu terrorismo, lo fu invece l’esplosione delle 7.42 a Brindisi, il 19 maggio 2012, un sabato, in tempi di pace. Pur senza ideologia o rivendicazioni politiche.

 

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