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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Vertenza penalisti: "Andremo avanti"

BRINDISI - Rinnovata la fiducia al penalista brindisino Fabio Di Bello che ancora per altri due anni farà parte della giunta dell’Unione nazionale delle Camere penali, attiva la partecipazione alle iniziative che “non sono a tutela della categoria, ma di tutti i cittadini”. C’è fermento, anche a Brindisi, che può vantare una delle camere penali più antiche (intitolata al fondatore, Oronzo Melpignano).

BRINDISI - Rinnovata la fiducia al penalista brindisino Fabio Di Bello che ancora per altri due anni farà parte della giunta dell’Unione nazionale delle Camere penali, attiva la partecipazione alle iniziative che “non sono a tutela della categoria, ma di tutti i cittadini”. C’è fermento, anche a Brindisi, che può vantare una delle camere penali più antiche (intitolata al fondatore, Oronzo Melpignano).

C’è stato a fine settembre con l’adesione all’astensione dalle udienze, c’è partecipazione sui grandi temi di attualità. Le intercettazioni, la richiesta che le proroghe concesse dai giudici siano sempre accompagnate da un parere. La questione delle carceri, del sovraffollamento e delle condizioni disumane in cui spesso si ritrovano i detenuti ma anche gli agenti penitenziari.

Questo pomeriggio in una conferenza stampa alla presenza anche degli avvocati Mario Guagliani, Vito Melpignano, Cosimo Lodeserto e Pasquale Annicchiarico, il presidente Marcello Falcone ha spiegato che “la Camera penale di Brindisi aderisce del tutto alla linea nazionale. Devo dire che al congresso di Trieste, oltre alla presenza scontata dei tre delegati, c’è stata la partecipazione spontanea di una decina di colleghi”.

“Le nostre battaglie non intendono favorire una casta, sono battaglie di civiltà” ha aggiunto Di Bello, elencando una serie di proposte e di iniziative intraprese. Tra queste la posizione sul reato di diffamazione a mezzo stampa: “Siamo dell’idea che, laddove possibile, il carcere debba essere considerato una extrema ratio, e tanto la detenzione in regime di custodia cautelare, quanto la carcerazione. Si abusa del carcere, quando in realtà ci sono misure alternative, molto più efficaci”.

La diffamazione, che “non è un reato d’opinione – ha concluso il rappresentante brindisino nella giunta nazionale – non può essere punita con la detenzione”. C’è da lottare, dunque. E intendono farlo i penalisti brindisini: “Fortunatamente – ha spiegato Falcone – abbiamo ottimi rapporti con il palazzo, a Brindisi non ci sono grossi problemi. Ma ci sono numerose questioni nazionali che riguardano tutti i cittadini su cui è necessario far sentire la nostra voce”.

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