rotate-mobile
Cronaca Oria

Vicino ucciso con un pugno, rimesso in libertà uno dei due imputati

ORIA - Il Riesame restituisce la libertà al 57enne di Oria Michele Carbone, primo aggressore e imputato per l'omicidio volontario del 50enne Mario Nania, ucciso perchè disturbava il vicino mentre dormiva, coi rumori di una motosega adoperata per la potatura di un uliveto da alcuni braccianti che aveva ingaggiato. Resta in carcere invece il giovane Francesco Carbone, 19 anni, che intervenne in difesa del padre per poi, accortosi dell’orrore commesso, fuggire. Latitanza che non durò più di qualche giorno. Al centro della decisione del tribunale interpellato dai legali Ladislao Massari e Francesca Conte, potrebbe esserci la tesi sostenuta dalla difesa che ancora incerte sono le cause della morte del povero dipendente Asl, ucciso verosimilmente da un pugno (quello sferrato dal giovane Nania) oppure da un massaggio cardiaco inadeguatamente eseguito.

ORIA - Il Riesame restituisce la libertà al 57enne di Oria Michele Carbone, primo aggressore e imputato per l'omicidio volontario del 50enne Mario Nania, ucciso perchè disturbava il vicino mentre dormiva, coi rumori di una motosega adoperata per la potatura di un uliveto da alcuni braccianti che aveva ingaggiato. Resta in carcere invece il giovane Francesco Carbone, 19 anni, che intervenne in difesa del padre per poi, accortosi dell’orrore commesso, fuggire. Latitanza che non durò più di qualche giorno. Al centro della decisione del tribunale interpellato dai legali Ladislao Massari e Francesca Conte, potrebbe esserci la tesi sostenuta dalla difesa che ancora incerte sono le cause della morte del povero dipendente Asl, ucciso verosimilmente da un pugno (quello sferrato dal giovane Nania) oppure da un massaggio cardiaco inadeguatamente eseguito.

Entrambe le ipotesi scagionerebbero il primo aggressore, Carbone senior, sul quale continuerebbe a gravare la sola ipotesi di lesioni gravi. Per capire cosa effettivamente abbia determinato la decisione, bisognerà comunque attendere il deposito delle motivazioni, il cui esito sarà determinante per l'evoluzione del processo in corso. Fatto di sangue che ancora rapprende d’orrore la piccola comunità oritana. Non solo per il temperamento mite e sempre cordiale di Mario Nania, ma anche per la banalità dell’episodio scatenante. Il presunto assassino dormiva e il vicino potava gli alberi con una motosega. Svegliato dai rumori dell’ attrezzo, uccise il confinante.

I prodromi della tragedia, sono tutti qui. Accadde nel primo pomeriggio del 10 aprile 2010, intorno alle 14,30 a Oria, in contrada Pasquini, direzione Manduria. Prima dell’esplosione di rabbia degenerata in tragedia, i rapporti fra i due erano tesi ma non violenti. La discussione nacque mentre il giovane Carbone chiacchierava tranquillo con il vicino e con gli operai che eseguivano i lavori di potatura insieme alla vittima. L’ improvvisa comparsa del padre, che riposava in casa, colse tutti di sorpresa. Uscì sbraitando, aggredendo verbalmente il vicino, passando presto dalle parole ai pugni, fino all’ aggressione a colpi di bastone. Il ragazzo intervenne d’ istinto nella lite, prendendo le difese del padre. All’ aggressione assistettero impotenti due operai, che tentarono invano di sottrarre la vittima dalle grinfie di padre e figlio, denunciandoli ai carabinieri che arrestarono Carbone dopo poche ore. La vittima morì dopo dieci ore di agonia.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Vicino ucciso con un pugno, rimesso in libertà uno dei due imputati

BrindisiReport è in caricamento