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Cronaca

La solita storia: un nostro collega minacciato impunemente

Ciò che segue ha funzione preventiva. Considerando che la tappa odierna di Matteo Salvini a Brindisi, come del resto altri eventi di altre forze politiche che l’hanno preceduta, è solo l’avvio di una lunghissima campagna elettorale

Ciò che segue ha funzione preventiva. Considerando che la tappa odierna di Matteo Salvini a Brindisi, come del resto altri eventi di altre forze politiche che l’hanno preceduta, è solo l’avvio di una lunghissima campagna elettorale, il fatto che siano già cominciati gli episodi di insulti e minacce ai giornalisti ci induce ad informarne pubblicamente i vertici delle istituzioni affinché nel corso delle manifestazioni questi fatti vengano immediatamente stroncati.

Purtroppo a Brindisi c’è l’abitudine da parte di alcune frange di rivolgere minacce e intimidazioni ai rappresentanti degli organi di stampa. Stamani il nostro collega incaricato di realizzare un video sulla manifestazione con il leader della Lega in via Ponte Ferroviario appena arrivato sul posto è stato duramente minacciato in presenza di molti da un personaggio in preda all’ira (circostanza non giustificativa).

Come è stato poi possibile appurare, la persona in questione era andata su tutte le furie per una battuta fatta da un operatore tv. Ma ha rivolto la sua rabbia contro il nostro collega del tutto estraneo a tale fatto, il quale non riusciva a capire per quale ragione il soggetto di cui parliamo urlava di volergli rompere i denti e lo insultasse.

Qualche attimo di tensione all tappa brindisina di Matteo Salvini (3)-2

Pur essendo perfettamente in grado di reagire fisicamente a tale minaccia, il nostro video operatore ha mantenuto la calma ed è stato evitato perciò un increscioso incidente nel corso di una manifestazione politica. Successivamente si sono verificati gli scontri verbali tra oppositori di Salvini e sostenitori dello stesso, subito sedati dalle forze dell’ordine (sul posto c’era un adeguato presidio di polizia, carabinieri e vigili urbani).

In tale contesto alcune persone sono state identificate dal servizio d’ordine, ma non quella che ha minacciato il nostro collega, il quale aveva fatto presente ciò che gli era capitato. Le ingiurie a distanza, le urla contro i giornalisti fanno parte purtroppo di una squallida routine che va in scena con una certa frequenza ovunque.

Ma quando si arriva ai cosiddetti ferri corti, alla distanza ravvicinata, si determina una situazione in cui è assolutamente opportuno che intervengano le forze dell’ordine, sia per accertare i fatti, che a tutela della incolumità dei giornalisti minacciati. La faccenda, per quando riguarda il nostro video operatore, è finita con le scuse da parte della persona che poco prima lo aveva minacciato, alla quale era stata preannunciata una querela.  Ma cosa accadrà le prossime volte?

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