Villanova, quel ristorante può essere ampliato. Via libera dal Tar
OSTUNI - Il ristorante di Francesca Laveneziana, situato a Villanova, a ridosso del mare, potrà essere ampliato con la struttura in gazebo su un'area scoperta acquistata dalla ricorrente, in questo stato, nel lontano 1987. A opporsi a questo ampliamento era stato il Comune di Ostuni che aveva emanato ordinanza di demolizione in quanto l'area in questione si estende in buona parte su terreno demaniale. La vicenda è finita dinanzi al Tar di Lecce che ha accolto il ricorso della ristoratrice annullando l'ordinanza della pubblica amministrazione.
OSTUNI - Il ristorante di Francesca Laveneziana, situato a Villanova, a ridosso del mare, potrà essere ampliato con la struttura in gazebo su un'area scoperta acquistata dalla ricorrente, in questo stato, nel lontano 1987. A opporsi a questo ampliamento era stato il Comune di Ostuni che aveva emanato ordinanza di demolizione in quanto l'area in questione si estende in buona parte su terreno demaniale. La vicenda è finita dinanzi al Tar di Lecce che ha accolto il ricorso della ristoratrice annullando l'ordinanza della pubblica amministrazione.
Francesca Laveneziana acquista l'area nel 1987. E' già recintata, anche se scoperta, e viene utilizzata dai vecchi proprietari ad area di ristorazione. Lei decide di coprirla con un gazebo. Anche perché nel frattempo, era il 13 febbraio 2001, aveva chiesto la cosiddetta "sclassificazione", facendo riferimento allo stato apparente dei luoghi (area demaniale da anni chiusa e in uso a servizio di un ristorante) per il relativo acquisto. Il Tar, come si diceva, ha accolto il ricorso sia per la mancata concessione edilizia in sanatoria, sia per ordinanza di demolizione.
"E' desumibile già dall'art. 4 della legge 28 febbraio 1985 n. 47 - scrive il presidente estensore Aldo Ravalli - un principio che impone al Comune, in sede di vigilanza, un onere di coordinamento con le amministrazioni comunque interessate al bene sul quale è stata riscontrata la commissione di un abuso (o perché bene pubblico, o perché bene vincolato). Nel caso, intanto tale onere diventava preciso obbligo, in quanto il Comune ben conosceva da anni la situazione dell'area (recintata) e il suo uso (ristorazione all'aperto). Ne consegue che è illegittimo il diniego di sanatoria dell'abuso basato esclusivamente sulla demanialità del luogo una volta che, in fatto, vi sia in corso una procedimento per la sua sclassificazione, situazione di cui il Comune avrebbe dovuto compiutamente tenere conto, mediante doveroso coordinamento con l'Amministrazione dello Stato?.
Francesca Laveneziana è stata assistita dagli avvocati Loredana Capone e Francesco Orlandino; il Comune di Ostuni da Cecilia Rosalia Zaccaria.