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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Violenza sessuale su minore, chiesti quattro anni e otto mesi per ex liceale

Il 19enne giudicato in abbreviato. Imputato anche lo zio del dodicenne per aver aggredito il maggiorenne con un martello

BRINDISI – Confermando l’accusa di violenza sessuale su un dodicenne, il pubblico ministero ha chiesto la condanna per un 19enne di Brindisi, ex liceale, arrestato a maggio dello scorso anno: quattro anni e otto mesi invocati nel processo in abbreviato.

Imputato è anche lo zio del dodicenne indicato come parte lesa, accusato di aver aggredito il maggiorenne con un martello: il pm ha chiesto due anni di reclusione. La decisione sull’affermazione della responsabilità e sul quantum della pena, spetta al giudice per l’udienza preliminare Ferraro di fronte al quale è stato incardinato il processo con rito alternativo, ottenuto dai difensori.

Stando alla ricostruzione del sostituto procuratore Pierpaolo Montinaro, il maggiorenne e il dodicenne si sarebbero conosciuti su Facebook. L’inchiesta è partita dalla denuncia della madre del ragazzino nel mese di marzo dello scorso anno: la donna riuscì a leggere alcune chat del figlio e scoprì che veniva contattato dal profilo di una ragazza per incontri nel parco del Cesare Braico. Sarebbe stato un fake, identità falsa, in realtà corrispondente a quella di un ragazzo di 19 anni, iscritto all’ultimo anno di un liceo.

Lo studente, a sua volta, denunciò di essere stato aggredito una domenica di novembre 2015 negli scantinati del complesso residenziale "Appia Verde", in via Cappuccini a Brindisi. Con questa accusa venne arrestato il padre del minore. Il genitore, difeso dall’avvocato Gianluca Palazzo, rimase ai domiciliari per 12 giorni, sino a quando negli uffici della Procura si presentò lo zio del minore per confessare di essere stato autore dell’aggressione. Ad accompagnarlo c’era l’avvocato Valentina De Mitri, disse di non aver usato un martello ma di aver sferrato due cazzotti al viso del ragazzo e di avergli fatto male perché aveva un anello.

Alla luce dell’ammissione di responsabilità da parte dello zio, il gip Luigi Forleo scarcerò il padre che, dal canto suo, aveva sempre respinto l’accusa. Nei mesi successivi è stato disposto l’incidente probatorio per ascoltare il dodicenne indicato come parte lesa e un ragazzino della stessa età che secondo gli agenti della Mobile sarebbe stato contatto su Facebook dal maggiorenne. E’ stata, inoltre, eseguita una perizia su telefonini e computer per leggere messaggi e chat di Facebook e Whatsapp.

Nel processo, sono parti civili i genitori del minore e lo stesso maggiorenne. Quest'utimo è difeso dall'avvocato Gianvito Lillo, per la  costituzione parte civile in relazione all'aggressione subita è stata, è rappresentato in giudizio dall'avvocato Emanuela De Francesco.

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