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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Vittime della Kater I Rades, iniziativa antirazzista per i diritti dei migranti

Martedì 28 marzo alle 16.30, sul lungomare Regina Margherita a Brindisi, iniziativa antirazzista per ricordare le vittime della Kater I Rades, e delle mille stragi in mare, in nome del rispetto dei diritti dei migranti, contro ogni tentativo stragista di farci vivere nel terrore e nella paura

BRINDISI -  Martedì 28 marzo alle 16.30, sul lungomare Regina Margherita a Brindisi, iniziativa antirazzista per ricordare le vittime della Kater I Rades,  e delle mille stragi in mare, in nome del rispetto dei diritti dei migranti, contro ogni tentativo stragista di farci vivere nel terrore e nella paura. Tutti invitati. 

Venti anni sono trascorsi dallo speronamento della barchetta albanese Kater I Rades  nel Canale d’Otranto da parte di corvetta Sibill, il 28 marzo del 1997, durante una operazione di “respingimento di profughi", con la classe politica italiana in piena tornata elettorale, dove faceva da padrona una campagna razzista e di terrorismo mediatico che dipingeva i profughi albanesi come la peggior specie dell’Umanità.
 Il Governo Prodi di allora  dichiarò guerra alle barchette albanesi  prendendo la decisione del blocco navale bellico, che dopo diversi assalti e respingimenti si concluse con quello che venne poi definito un "incidente non voluto".

In quell’occasione a pagare con la vita, l’accaparramento di un pugno di voti, furono un centinaio tra donne e bambini, anche in tenera età, colati a picco a centinaia di metri di profondità. Allora, un’ondata di sdegno percorse l’Europa per quanto accaduto e ci illudemmo che essa volesse rimediare praticando nei confronti di profughi e migranti l’accoglienza e la carità cristiana.

Varotsos e la Kater I Rades

Purtroppo, a vent’anni di distanza, altre guerre e calamità hanno colpito altri paesi determinando flussi di profughi e migranti in direzione del nostro continente.
 Guerre e calamità spesso volute e sostenute dalle cosiddette potenze mondiali che ricalcano politiche coloniali di altri tempi.
 A tutto ciò la classe politica Europea ha risposto con misure inadeguate e volte più a rassicurare l’opinione pubblica di ogni singolo Paese che  negli interessi della salvaguardia dei diritti umani dei migranti. 

Le orrendi stragi perpetrate in Mezza Europa, che condanniamo decisamente, sono inserite nel quadro di chi vuole importare nelle nostre città il clima della guerra civile a cui conseguono limitazioni dei diritti e il covare l’odio con chi è ritenuto diverso per il colore della pelle, della lingua, della religione, della condizione economica.
 Per dire no alle guerre, al razzismo e alla xenofobia montante  nell’Europa in crisi di identità e colpita dal terrorismo stragista ci ritroveremo a Brindisi, a lanciare in mare i fiori, come ogni anno  in segno di riconciliazione e amore nei confronti di tutti coloro che soffrono, che sono costretti a fuggire  e lasciare la terra natìa, le loro case, i loro cari, a causa della follia della guerra, della rapina dei loro territori, dallo sfruttamento, la fame, la paura per la propria vita e dei figli. 

Come antirazzisti e pacifisti brindisini riteniamo importante testimoniare il ruolo della nostra città come luogo di incontro, accoglienza, confronto e dialogo con i popoli che vivono sulle sponde  del mare che ci bagna  e ci unisce tutti.

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