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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

"Vogliamo che dica la verità. E paghi"

MESAGNE - "Domani sarà l'inizio di una lunga giustizia". Sono le parole di Selena Greco, una delle studentesse mesagnesi ferite nell'attentato del 19 maggio 2012 dinanzi la scuola Morvillo Falcone di Brindisi, alla vigilia dell'inizio del processo allo stragista, Giovanni Vantaggiato da Copertino. Saranno in aula come parti offese, Selena, insieme ai suoi genitori, Sabrina Ribezzi e Azzurra Camarda, tutte pronte a guardare negli occhi per la prima volta l'uomo che quel sabato mattina le ha fatte saltare in aria, uccidendo anche la loro compagna di vita e di scuola, Melissa Bassi di 16 anni.

MESAGNE - "Domani sarà l'inizio di una lunga giustizia". Sono le parole di Selena Greco, una delle studentesse mesagnesi ferite nell'attentato del 19 maggio 2012 dinanzi la scuola Morvillo Falcone di Brindisi, alla vigilia dell'inizio del processo allo stragista, Giovanni Vantaggiato da Copertino. Saranno in aula come parti offese, Selena, insieme ai suoi genitori, Sabrina Ribezzi e Azzurra Camarda, tutte pronte a guardare negli occhi per la prima volta l'uomo che quel sabato mattina le ha fatte saltare in aria, uccidendo anche la loro compagna di vita e di scuola, Melissa Bassi di 16 anni.

Sono giorni oramai che l'ansia, dettata da rabbia e dolore, si fa avanti nella vita delle famiglie che sono state colpite nell'attentato del 19 maggio 2012, quando una bomba fabbricata e fatta esplodere dallo stragista di Copertino Giovanni Vantaggiato ha segnato la loro esistenza. Il nome, quel nome, proprio il nome di quell'uomo anziano di quasi 70anni ma che ne dimostra almeno 15 in meno, con un tic alla mano destra, non riescono a pronunciarlo. Nessuna ragazza così come nessun genitore.

"Lui" oppure "quello lì", sono questi i termini usati per indicare Giovanni Vantaggiato. Eppure, Sabrina Ribezzi così come suo papà Marcello e mamma Doriana, sentono di avere la forza per guardarlo negli occhi e saranno in aula. "Quello che ha fatto - dice Marcello Ribezzi a BrindisiReport.it - è fatto. Ora vogliamo solo giustizia e qualsiasi essa sarà, gli anni che passerà in carcere saranno sempre pochi anche perchè lui la sua vita l'ha già fatta”.

Sono padri e madri di famiglia che vogliono e ricercano solo il bene per i propri figli, e ciò che è successo otto mesi fa resta inspiegabile. "A noi non interessa che sia arrivato al processo dimagrito e con le flebo - dice mamma Doriana, insieme alla zia di Sabrina che sarà presente in aula, Francesca Ribezzi - a noi non interessa il suo stato di salute, come non crediamo interessi ai giudici. Noi vogliamo la verità, il perchè abbia scelto quel gruppo di ragazze, perchè quel pullman, perchè quella scuola. Basta con le menzogne". Sabrina Ribezzi è una delle tre ragazze ferite maggiormente nello scoppio del 19 maggio scorso. Il suo corpo subì ustioni oltre il 50% ed oggi ne porta ancora i segni.

"Ho tanta rabbia addosso - confessa Selena Greco a BrindisiReport.it - da un lato voglio andare in aula e dall'altro no. E' difficile, c'è tanta ansia ma voglio guardarlo. C'è rabbia perchè ha creduto di prenderci in giro, ha detto troppe menzogne e spero che in questo processo possa realmente dire la verità, ma non credo che lo farà. Spero che la giustizia in ogni modo faccia il suo corso, anche se non ci credo molto ma vedremo". Selena Greco è più fredda adesso nelle risposte e meno accondiscendente, ora sa bene cosa le è successo.

Vincenzo Greco, papà di Selena, preferisce non parlare e andare via. Mamma Francesca, invece, è accanto alla figlia: "Spero che quello lì (si riferisce a Giovanni Vantaggiato, ndr) dica la verità, deve dire la verità. Credo nella giustizia e spero di continuare a farlo. O almeno lo spero”, sussurra. Anche loro saranno in aula, lo hanno sempre detto che ci sarebbero stati. Selena che era così fragile fino a pochi mesi adesso ha grinta e forza da vendere, lo si vede nei suoi occhi.

Poi c'è Azzurra Camarda, 17 anni, che insieme a Sabrina Ribezzi e Veronica Capodieci, è stata colpita maggiormente dall'onda d'urto delle tre bombole piene di nitrato d'ammonio fatte esplodere alle 7.42. Anche lei con mamma Rita e gli zii, sarà presente alla prima udienza del processo. "Ho tanta rabbia anch'io - dice silenziosa Azzurra - ma come dice mia mamma, solo quando entrerò lì dentro e lo vedrò potrò dire ciò che provo. Adesso ci sono tante emozioni mischiate alla consapevolezza di ciò che è successo e che ci ha fatto".

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