"Vogliono portare a Lecce il faro di Sant'Andrea: il commissario intervenga"
Mauro D'Attis: "Soprintendenza Arti e Paesaggi vorrebbe tenere a Lecce l'opera, se non è vero ciò che dico mi smentisca"
BRINDISI – La città di Brindisi rischia di perdere anche il faro di Sant’Andrea. E’ l’ex consigliere comunale Mauro D’Attis (Forza Italia), a mettere in guarda la cittadinanza sul rischio che la Soprintendenza Arti e Paesaggio possa decidere di portare a Lecce l’opera. “Vorrebbero tenerlo a Lecce – si legge in una nota di D’Attis - ma deve restare a Brindisi e l’androne di Palazzo Guerrieri è la location ideale visto che si trova anche vicino al porto, in attesa poi che finiscano i lavori al Castello”.
D’Attis ha affrontato la questione con il commissario straordinario del Comune di Brindisi, Santi Giuffré, al quale ha chiesto “di intervenire decisamente sulla vicenda”. “Se non è vero ciò che dico – prosegue il forzista - la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio mi smentisca, dica cosa vuol farne e assicuri ufficialmente ai brindisini che il faro smontato dall’isola di Sant’Andrea resterà a Brindisi”.
Già nel 2016, da capogruppo di Forza Italia al Comune di Brindisi, D’Attis interessò l’amministrazione comunale con una interrogazione relativa allo smontaggio e successivo recupero del Faro dell’isola di Sant’Andrea per il quale, essendo stato smontato, si chiede cosa è stato previsto. “Credo che valga la pena mobilitarsi per questa causa – conclude D’Attis – per questo spero che anche l’intervento del Commissario serva a chiarire tutto, a rendere pubblica ogni decisione e, soprattutto, a evitare l’ennesima scelta in spregio a Brindisi”.
La smentita della Soprintendenza
La risposta della Soprintendenza, breve e secca, è giunta alle 15,16 alla nostra redazione. Il soprintendente, architetto Maria Piccarreta, ha definito "completamente falso e fuorviante" ciò che D'Attis sostiene, senz'altro aggiungere. Per la storia, Il faro è stato inserito in una pubblicazione della Università di Bologna ed è stato oggetto di un intervento da parte dell’Unesco, oltre che dell’Ordine degli Architetti della provincia di Brindisi.
Italia Nostra, Legambiente, Touring Club Italiano – Club di territorio di Brindisi, Amici dei Musei, Fondazione Tonino Di Giulio e Club per l’Unesco di Brindisi, ottennero a proposito dello smontaggio e della successiva conservazione del prezioso segnalamento, considerato a tutti gli effetti un bene di archeologia industriale (fu costruito negli anni '30), nell'aprile del 2016 ottennero rassicurazioni dal dirigente della sede di Bari del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche, che confermò per l’intervento la somma di 200mila euro, rivenienti dal piano triennale per le opere marittime, ma restava il dubbio sulla conservazione delle parti del faro stesso.