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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"Zio Carlone non affiliato, ma è Scu"

FRANCAVILLA FONTANA - “Nessun rito per le affiliazioni, nessun grado, ma so che faceva parte della Scu, lo avevo sentito dire”. Ha parlato in videoconferenza oggi di “Zio Carlone” l’ultimo dei pentiti, il mesagnese Cosimo Giovanni Guarini, alias Maradona, durante l’udienza del processo con rito abbreviato a carico di Giancarlo Capobianco, francavillese, il re dei casalinghi che sarebbe stato il riferimento di Ercole Penna, detto Lino lu biondu per Francavilla Fontana, di Gaetano Leo, e di Salvatore Capuano.

FRANCAVILLA FONTANA - “Nessun rito per le affiliazioni, nessun grado, ma so che faceva parte della Scu, lo avevo sentito dire”. Ha parlato in videoconferenza oggi di “Zio Carlone” l’ultimo dei pentiti, il mesagnese Cosimo Giovanni Guarini, alias Maradona, durante l’udienza del processo con rito abbreviato a carico di Giancarlo Capobianco, francavillese, il re dei casalinghi che sarebbe stato il riferimento di Ercole Penna, detto Lino lu biondu per Francavilla Fontana, di Gaetano Leo, e di Salvatore Capuano.

Si tratta di uno stralcio tutto francavillese dell’indagine Last Minute, che si sta celebrando con rito abbreviato (condizionato all’ascolto di testi) dinanzi al Tribunale di Brindisi. Guarini ha risposto a una sfilza di domande, sostenendo di sapere – de relato – che Capobianco fosse persona in grado di acquistare armi e di finanziare il gruppo malavitoso, vista la disponibilità di denaro che gli consentiva di contribuire alla causa della Scu con ruolo da protagonista.

Confermata la tesi di Penna, dalla cui collaborazione si è partiti per procedere negli ultimi giorni del 2010 all’esecuzione di 28 fermi di indiziato di delitto, secondo cui negli ultimi tempi le affiliazioni erano passate di moda. Evitate per scongiurare pentimenti e per contare su persone formalmente “pulite”, in grado di foraggiare il sodalizio per canali formalmente leciti.

E’ risultato che Capobianco che anche secondo quel che sapeva il mesagnese “Maradona” era un imprenditore in vista, titolare di negozi di casalinghi a Francavilla e Milano, aveva la possibilità di procurare armi, su richiesta. E che forse, a quanto si vociferava in quegli ambienti, lo aveva fatto proprio nei periodi in cui la criminalità nella città degli imperiali stava alzando il tiro.

Dinanzi al Tribunale di Brindisi si sta celebrando anche il processo agli ai presunti componenti di un’associazione per delinquere di stampo mafioso che hanno scelto il rito ordinario. In sette hanno scelto il rito abbreviato e sono stati condannati circa un mese fa.

I 28 della nuova Scu sono: Lucio Annis, 42 anni di San Pietro Vernotico; Martino Barletta, 39 anni di Villa Castelli; Angelo Buccarella, 34 anni di Tuturano; Salvatore Buccarella, 53 anni di Tuturano; Antonia Caliandro, 55 anni di Tuturano; Francesco Campana, 39 anni di Mesagne; Sandro Campana, 37 anni di Mesagne; Giancarlo Capobianco, detto Zio Carlone, 49 anni di Francavilla Fontana; Salvatore Capuano, 42 anni di Francavilla Fontana; Antonio Centonze, 44 anni di Brindisi; Domenico D’Agnano, detto Nerone, 44 anni di San Pietro Vernotico.

Quindi Ronzino De Nitto, 37 anni di Mesagne; Pasquale D’Errico, detto Mutunati, 68 anni di Latiano;Vito Antonio D’Errico, 44 anni di Torre Santa Susanna;Antonello Raffaele Gravina, detto Pizzaleo, 44 anni di Mesagne; Francesco Gravina, detto Chicco Pizzaleo, 53 anni di Mesagne; Francesco Gravina, detto Gabibbo, 33 anni di Mesagne.

L’elenco prosegue con Benito Leo, 43 anni di Brindisi; Gaetano Leo, 47 anni di Francavilla Fontana; Cosimo Leto, detto Mimino lu Luengu, 59 anni di Brindisi; Franco Locorotondo, 38 anni di Mesagne; Alessandro Monteforte, 38 anni di San Pietro Vernotico; Cosimo Nigro, 41 anni di Tuturano; Andrea Pagliara, 28 anni di Mesagne; Massimo Pasimeni, detto Piccolo Dente, 44 anni di Mesagne; Elia Pati, 37 anni di Tuturano; Raffaele Renna, detto Puffo, 33 anni di San Pietro Vernotico; Antonio Vitale, detto Marocchino, 44 anni di Mesagne.

Di questi in 7 sono stati condannati in primo grado con rito abbreviato: 6 anni per Angelo Buccarella, 34enne figlio del capo storico Salvatore, coinvolto col padre qualche settimana fa nell’ambito di un’inchiesta sulle estorsioni chieste agli imprenditori del fotovoltaico per foraggiare i nuovi esponenti Scu.

Sei anni anche per Francesco Gravina, mesagnese di 33 anni. E poi 3 anni e 4 mesi per Lucio Annis, 42enne, il referente del sodalizio nella zona di San Pietro Vernotico, Antonio Centonze, brindisino 44enne, e Cosimo Leto, 59 enne. Pena di 2 anni e 8 mesi per Raffaele Gravina, 44 anni mesagnese, e per Benito Leo, 43enne di Brindisi.

Per quel che riguarda il filone principale, il processo è alle battute conclusive. La prossima udienza si terrà venerdì prossimo, con la requisitoria del pm Alberto Santacatterina, per poi procedere con le arringhe degli avvocati difensori (Ladislao Massari, Elvia Belmonte e Michele Fino) e la sentenza.

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