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Cronaca

Zucchero e capannone: no di Italia Nostra

BRINDISI - Italia Nostra si schiera subito ufficialmente contro il progetto di utilizzo dell'ex Capannone Montecatini come deposito dello zucchero della raffineria Sfir di Brindisi, annunciato dal commissario dell'Autorità Portuale, Ferdinando Lolli. La sezione di Brindisi dell'associazione scrive allo stesso Lolli e al sindaco Mimmo Consales (il quale aveva espresso peraltro perplessità su tale scelta, riservandosi di incontrare il commissario), alla soprintendente ai Beni architettoni e paesaggistici per Brindisi, Lecce e Taranto, Alessandra Vittorini, e l funzionario della stessa Sprintendenza delegato per Brindisi e Taranto, architetto Augusto Ressa.

BRINDISI - Italia Nostra si schiera subito ufficialmente contro il progetto di utilizzo dell'ex Capannone Montecatini come deposito dello zucchero della raffineria Sfir di Brindisi, annunciato dal commissario dell'Autorità Portuale, Ferdinando Lolli. La sezione di Brindisi dell'associazione scrive allo stesso Lolli e al sindaco Mimmo Consales (il quale aveva espresso peraltro perplessità su tale scelta, riservandosi di incontrare il commissario), alla soprintendente ai Beni architettoni e paesaggistici per Brindisi, Lecce e Taranto, Alessandra Vittorini, e l funzionario della stessa Sprintendenza delegato per Brindisi e Taranto, architetto Augusto Ressa.

"Apprendiamo increduli e sconcertati che l’Autorità Portuale di Brindisi – su disposizione del suo Commissario Straordinario, ammiraglio Ferdinando Lolli – ha accordato allo zuccherificio Sfir Spa la concessione in uso del capannone ex-Montecatini per lo stoccaggio di zucchero da raffinare. Va immediatamente evidenziato che il manufatto, stante la sua importanza storico–architettonica, è soggetto a vincolo ai sensi della legge n. 1089 del 1939 che disciplina appunto la salvaguardia dei beni monumentali", scrive il presidiente di Italia Nostra Brindisi, Domenico Saponaro.

"Italia Nostra e Ordine degli Architetti, oltre quindici anni fa, dopo lunghe ed estenuanti azioni volte a scongiurarne addirittura il paventato abbattimento, riuscirono - ricorda Saponaro - ad ottenere il vincolo di tutela del capannone, cospicuo e raro esempio in Italia (e non solo) di archeologia industriale degli anni Trenta del secolo scorso per tipologia costruttiva e dimensioni. Pertanto, la decisione di destinare la struttura a deposito industriale – sebbene fosse tale la sua funzione originaria – dimostra evidentemente, se non una scarsa conoscenza della storia del porto di Brindisi, una chiara mancanza di attenzione nei confronti di uno dei monumenti più importanti della città".

"Chiediamo dunque al commissario Lolli - conclude Italia Nostra - di revocare la concessione di che trattasi, individuando all’interno dell’area portuale-industriale di Brindisi un sito alternativo da riservare a deposito delle merci della Sfir Spa. Ci riserviamo, infine, di porre in atto ogni azione necessaria a preservare il manufatto da qualsiasi utilizzo che possa pregiudicarne – nonché l’integrità fisica - una funzione confacente alla sua rilevanza storica, alla sua ubicazione e alle opportunità in termini socio-economici e culturali che esso rappresenta per la collettività".

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