Addizionale Irpef: i più "ricchi" a Brindisi lavoratori dipendenti e pensionati
Su 7,4 milioni di addizionale Irpef a Brindisi, 4.089.980 euro, il 55% del totale, viene prelevato direttamente dagli stipendi dei lavoratori dipendenti; 2.627.000 euro, il 35,5% del totale, dalle pensioni; solo la residuale misera somma di 683.020, il 9,5 % circa del totale, dai versamenti di tutte le altre categorie di contribuenti
BRINDISI - Ammonta a 91 miliardi di euro, quasi 176.200 miliardi delle vecchie lire, la somma smisurata che il Ministero dell’Economia ritiene venga evasa annualmente dai contribuenti italiani, per mancati versamenti di Irpef, Iva, Irap e Ires. Una somma che se recuperata, anche parzialmente, potrebbe ridurre la pressione fiscale nei confronti di chi paga il dovuto, che ormai non riesce più a fronteggiare il livello esagerato di tassazione esistente nel paese.
L’Agenzia delle Entrate ritiene che la nostra città stia fornendo un valido contributo a quella situazione, collocandola fra quelle a “ rischio totale”, per l’alto livello di evasione fiscale e per il bassissimo tenore di vita della popolazione. Potrebbe apparire una delle tante favole metropolitane, una situazione inverosimile, ma a rifletterci un po’ ci si convince che è meno paradossale di quanto possa apparire a prima vista, anche perché fotografa dal punta di vista fiscale uno stato in linea con quanto molti cittadini pensano, che stia accadendo nel paese e in questa città. Anche senza essere in possesso dei dati fiscali.
A suffragare questa convinzione è sufficiente fare riferimento alla vicenda relativa agli inadeguati versamenti dell’ Ici da parte dell’Enel per diversi milioni di euro, molti dei quali mai versati, con grave oltraggio alla città e ai cittadini o anche agli accertamenti eseguiti in tutta Italia dall’ufficio delle entrate e dalla Guardia di Finanza, che nelle grandi e medie imprese, ma anche nella imprenditoria, nel commercio e nelle professioni hanno rilevato importanti sacche di evasione.
Se poi si vanno ad analizzare i versamenti relativi all’addizionale comunale Irpef pagata dai contribuenti brindisini, si ha modo di verificare che questa città, anche su questo versante della tassazione, si regge in modo sfacciatamente prevalente sui prelievi dei lavoratori dipendenti e dei pensionati.
E’ pure vero che pensionati e lavoratori dipendenti, che le tasse le pagano realmente fino all’ultimo centesimo delle risorse economiche che ricavano, sono più numerosi di tutte le altre categorie, ma la differenza è così rilevante da non poter non risultare sorprendente, al punto tale da far sorgere il ragionevole dubbio, che più di qualcosa non funzione come dovrebbe, anche in questo campo.
Ma soprattutto si ha modo di constatare, che al di là delle ricorrenti dichiarazioni di principio che si fanno da vent’anni a questa parte, non si fa concretamente niente di veramente efficace, perché si possa realmente cambiare verso. Infatti in base ai dati illustrati ed approvati in consiglio comunale, il Comune di Brindisi dovrebbe incassare, come è accaduto nel 2013, circa 7,4 milioni di euro dall’addizionale Irpef comunale, che incide per lo 0,8 per cento sui redditi superiori a 10.000 euro.
Di questi 4.089.980 euro, il 55% del totale, viene prelevato direttamente dagli stipendi dei lavoratori dipendenti; 2.627.000 euro, il 35,5% del totale, dalle pensioni; solo la residuale misera somma di 683.020, il 9,5 % circa del totale, dai versamenti di tutte le altre categorie di contribuenti ( lavoratori autonomi, imprese, professionisti, commercianti, ecc.). In pratica dai lavoratori e pensionati si prevede di prelevare, come è accaduto lo scorso anno, 6.716.980, sul totale di 7.400.000 euro. Quasi il 91 % del totale.
Un dato che fornisce l’immagine di una città in declino, in cui è difficile sopravvivere, soprattutto per alcune categorie, almeno sulla carta. Un osservatore esterno, basandosi sui dati, potrebbe essere portato a semplificare che i benestanti in questa città sono i pensionati ed i lavoratori, che conducono la loro vita nella spensieratezza e nell’agiatezza.
Ma sappiamo che non è così. Soffocati come sono dalla crisi un livello esagerato di tassazione, che sta corrodendo le loro esistenze, specie in questi anni di crisi economica, senza fine. C’è solo da provare sconforto per la persistente incapacità di mettere in campo gli strumenti e i deterrenti necessari a far pagare tutti in proporzione alle proprie capacità economiche, riducendole finalmente a chi da sempre le paga correttamente con il proprio lavoro e la propria pensione. Concretamente. Non solo a parole.