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Venerdì, 19 Aprile 2024
Economia

Gasdotto sottomarino: dai ministeri richieste di integrazione a Tap

Il consorzio Trans Adriatic Pipeline, meglio noto a Brindisi e nel Salento come Tap, sta perfezionando la documentazione per l'iter autorizzativo su richiesta di due ministeri, e annuncia di aver avviato una nuova fase di studi

Il consorzio Trans Adriatic Pipeline, meglio noto a Brindisi e nel Salento come Tap, sta perfezionando la documentazione per l’iter autorizzativo su richiesta di due ministeri, e annuncia di aver avviato una nuova fase di studi poiché una di queste  prescrizioni chiede di “approfondire l’analisi delle alternative, sia di quelle sviluppate a nord di quella prescelta e già ipotizzate nel Sia e sia di ulteriori diverse alternative”. Tap inizialmente aveva preso in considerazione prima di quella di San Foca, altre ipotesi di approdo del gasdotto in Puglia a sud e a nord della città di Brindisi. Dove, comunque, intende eleggere una base logistica – se ne riceverà le autorizzazioni – per i mezzi navali da impiegare nelle operazioni.

“La Commissione Via presso il Ministero dell'Ambiente e la competente struttura del Ministero dei Beni e Attività Culturali nel quadro dell'esame preliminare dello Studio di Impatto Ambientale e Sociale presentato il 10 settembre del 2013 hanno inviato nei giorni scorsi a Tap”, fa sapere infatti una nota della società elvetica – tedesca – norvegese, “due distinte richieste di integrazioni e perfezionamento degli atti. Si tratta di un importante passaggio per il progetto del gasdotto transadriatico che porterà in Italia e, attraverso l’Italia, in Europa, fino a 20 miliardi di metri cubi all’anno di gas naturale proveniente dai giacimenti azerbaigiani del Mar Caspio, aprendo il cosiddetto corridoio meridionale del gas e contribuendo in modo significativo alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento energetico del Paese”.

Tutte le ipotesi di approdo del gasdotto TapI ministeri hanno richiesto integrazioni di particolari tecnici del progetto come la produzione di dettagliati computi metrici, di cartografie di dettaglio per alcune interferenze,  di precisazioni sulle caratteristiche di alcune lavorazioni “o della effettiva configurazione di alcune macchine che verranno utilizzate per la costruzione del gasdotto, di ulteriore documentazione su alcuni particolari dello studio ambientale e così via”, fa sapere Tap, che conferma come esse comprendano la richiesta di “approfondire l’analisi delle alternative, sia di quelle sviluppate a nord di quella prescelta e già ipotizzate nel Sia (studio di impatto ambientale, ndr) e sia di ulteriori diverse alternative”.

Quest’ultima richiesta “riprende l’ordine del giorno accolto dal governo nella seduta della Camera dei Deputati del 5 dicembre 2013; a questo proposito Tap ha già annunciato il 6 marzo scorso una nuova fase di studi. Quanto infine alla richiesta di una valutazione preliminare sugli impatti cumulativi derivanti dalle opere che Snam Rete Gas dovrà realizzare per collegare il terminale di ricezione di Melendugno alla rete di trasporto nazionale, Tap sta già collaborando con la stessa azienda del gruppo Eni.

Infine una rassicurazione indirizzata alla popolazione di San Foca: “Tap è già al lavoro per rispondere esaustivamente ai due ministeri nei termini previsti dalla legge e torna a dichiararsi aperta ad ogni forma di fattiva collaborazione per rispettare la bellezza dei luoghi e la vocazione turistica di San Foca e del territorio circostante”. 

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