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Giovedì, 18 Aprile 2024
Economia

"Contratto per lo sviluppo, 14 priorità a Brindisi per 291 milioni di euro"

Il sindaco: “Sul tavolo della Regione nessun progetto per la città”. Proposte anche per accedere al fondo Invimit e per chiudere il ciclo dei rifiuti. “Questo territorio rivendica il principio di autodeterminazione”

BRINDISI – “La Regione Puglia dimentica Brindisi o decide di non decidere, noi non ci stiamo: il Comune rivendica il principio di autodeterminazione di questo territorio e propone al Governo 14 linee di intervento per il contratto istituzionale di sviluppo, per un totale di 291 milioni di euro”. Paradosso o chissà cosa, fatto sta che pur essendoci il “monocolore” politico da Roma sino a Brindisi, passando per Bari, l’amministrazione del Comune capoluogo lamenta l’assenza di interesse per questa latitudine e il sindaco Mimmo Consales, oggi ha lanciato l’offensiva al fianco (soprattutto) dell’Asi di Marcello Rollo, andando a cementare pubblicamente – qualora ce ne fosse bisogno – l’intesa che regge le sorti di Palazzo di città, con il sostegno dell’Invimit di Massimo Ferrarese (stessa area, benché alle regionali abbia personalmente sostenuto il candidato del centrodestra Schittulli).

“Non ci sono investimenti infrastrutturali per Brindisi, nell’elenco dei 120-130 presentati dalla Regione alla presidenza del Consiglio dei ministri”, sostiene Consales, forte dell’imbeccata avuta dal senatore del Pd, Salvatore Tomaselli, tornato in pubblico dopo un periodo trascorso dietro le quinte, complice la vicenda interna al partito in città. E in effetti il senatore conferma: “Ci sono patti per l’area metropolitana di Bari e per Taranto”.

E aggiunge: “Mi auguro che questo tavolo possa portare al rilancio della Cittadella della Ricerca e del Cetma, ma sin da ora dico che non credo molto nei grandi numeri come quelli emersi dall’elenco, per cui meglio sarebbe procedere con una scrematura”. Per tagli e aggiunte ci sono appena 24 ore di tempo, stando alla tabella di “marcia su Roma”, stabilita da Consales che ha riconvocato il tavolo per il 7 gennaio (alle ore 11) sempre a Palazzo Nervegna. Da dove si parte?

Dagli interventi ritenuti prioritari: innanzitutto il completamento della rete ferroviaria per il collegamento del porto alla rete nazionale Rfi (25 milioni di euro), a seguire ci sono la piastra logistica integrata retroportuale di Brindisi (39 milioni), il completamento della infrastrutturazione portuale mediante banchinamento, dragaggio dei fondali e realizzazione della retrostante colmata tra il pontile del Petrolchimico e Costa Morena Est (46 milioni), il recupero dell’area ex carbonile della centrale Brindisi Nord per adibirla ad attività logistiche portuali (2,2 milioni).

E ancora, sempre elenco alla mano, ci sono: l’allestimento della zona franca doganale sulle banchine di Costa Morena Ovest (0,8 milioni), un parcheggio a raso a Costa Morena per camion e auto in partenza per la Grecia completo di pensiline fotovoltaiche(1,2 milioni), il potenziamento degli accosti portuali per navi traghetto e ro-ro a Sant’Apollinare (35,5 milioni), la rigenerazione urbana del sito ex Cemat che si trova nel rione Bozzano (10 milioni), la rilocalizzazione dell’attività della Marina Militare in zona Capobianco (35 milioni), il primo stralcio della messa in sicurezza idraulica della città di Brindisi per gli alvei dei canali Cillarese e Patri (10 milioni).

Non solo. Sono stati indicati anche: il completamento della messa in sicurezza geomorfologica della costa a Nord (14 milioni), le opere di urbanizzazione per la riconversione dell’ex base Nato per attività turistico-ricettive e ricreative (12 milioni), l’allungamento – a beneficio delle attività portuali - della pista lato nord dell’aeroporto di Brindisi (20 milioni) e il recupero funzionale del compendio del Castello Alfonsino e dell’isola di Sant’Andrea (40 milioni). A tale elenco sarà aggiunto, come emerso nel dibattito, una scheda riguardante il rilancio della Cittadella della ricerca.

Tra gli assenti, i parlamentari brindisini Elisa Mariano, Toni Matarrelli che pure sostenne Consales all’epoca delle amministrative salvo un cambio d’opinione, così come quelli della parte opposta come Nicola Ciracì e Vittorio Zizza, i consiglieri regionali ad eccezione del solo grillino Gianluca Bozzetti, ancora una volta costretto a rammaricarsi dell’assenza della Regione e di nuovo all’attacco di Emiliano sul fronte Tap.

Nessuna traccia dei consiglieri comunali di centrodestra e dell’altro centrosinistra: “Ho invitato tutti e comunque l’incontro era pubblico, poteva intervenire chiunque”, ha precisato Consales che intende giocare d’anticipo sulla Regione visto che ha preparato, sempre con Rollo, un elenco di proposte per accedere ai fondi dell’Invimit, la società del Ministero dell’Economia e delle Finanze che ad ottobre scorso ha “avviato l’iter per istituire una dotazione stimata di 300 milioni di euro dedicata alla Puglia”.

Brindisi si candida per realizzare un campo da golf con villaggio sportivo nelle aree a margine dell’invaso Cillarese e per il recupero e la valorizzazione del Castello Alfonsino con opera a corno e isola di Sant’Andrea, dell’ex collegio navale Tommaseo, dell’ex polveriera Montenegro, dei capannoni ex Saca, del Parco del Cillarese e della relativa oasi e dell’aera costiera di Sbitri. Ancora con fondi Invimit, spera di riqualificare il comprensorio della Cittadella della Ricerca e di valorizzare il laboratorio agroalimentare della Camera di Commercio.

E poi azioni nel settore immobiliare, a partire da Palazzo Montenegro, per seguire con la valorizzazione dell’ex cinema Di Giulio, della scuola Perasso, del palazzo ex intendenza Finanze, degli immobili di proprietà del Comune, la sede dell’ex Croce rossa e infine la restituzione delle aree già sede dell’Agenzia delle Entrate a zone a verde.

In materia di ciclo dei rifiuti, il Comune chiede interventi per 98 milioni di euro: la messa in sicurezza e la bonifica della falda della discarica Autigno per 15 milioni, il revamping dell’impianto di compostaggio da 12mila tonnellate per 10 milioni, il revamping del sito di biostabilizzazione e Cdr per 7,5 milioni, la nuova discarica pubblica per i rifiuti urbani per sei milioni, impianto di essiccamento dei fanghi per 26,8 milioni (Consorzio Asi), nuovo impianto di compostaggio da 48mila tonnellate per 16,5 milioni (Comune e Asi), fogna pluviale a servizio della zona industriale per 7,5, ammodernamento della fognatura e revamping impianto trattamento acque reflue sempre in zona industriale per otto milioni e completamento della discarica ex Veolia.

Dai sindacalisti, via libera alle proposte per il contratto di sviluppo, a patto che non si dimentichino le problematiche esistenti in relazione al Petrolchimico. All’incontro c’erano i rappresentanti del Comune, del Consorzio Asi, della Provincia, della Camera di Commercio, dell’Autorità Portuale, di Confindustria, della Cna, del consorzio Cetma, dell’An

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