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Enel vuole trasferire in centrale il Centro ricerca. Sindacati contrari

Non è affatto chiusa la partita per salvare il Centro Ricerca Enel di Brindisi Cerano. Sono sempre le organizzazioni sindacali di categoria a lanciare l’allarme, dopo un incontro svoltosi l’1 gennaio, durante il quale l’azienda ha comunicato che intende abbandonare la struttura

BRINDISI – Non è affatto chiusa la partita per salvare il Centro Ricerca Enel di Brindisi Cerano. Sono sempre le organizzazioni sindacali di categoria a lanciare l’allarme, dopo un incontro svoltosi l’1 gennaio, durante il quale l’azienda ha comunicato che intende abbandonare la struttura, attigua al complesso della centrale termoelettrica “rilasciandola alla proprietà”, e trasferendo gli addetti ai laboratori in altri locali da individuare all’interno della centrale stessa. In altre parole, l’attuale sede del centro resterà chiusa ed inutilizzata, con un taglio dei costi di esercizio, che equivale ad un taglio nel settore dei servizi esterni, dicono Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil.

Le segreterie dei tre sindacati di categoria degli elettrici “hanno evidenziato forti perplessità rispetto a una scelta che è motivata da sole ragioni di costo e che, oltre a interferire significativamente con il regolare svolgimento di tutte le attività di ricerca e servizio in corso, in campo ambientale ed energetico, cancellerebbe di fatto dal territorio un ulteriore sito, uno dei simboli della presenza del gruppo Enel a Brindisi.

Centro ricerche Enel di CeranoTutto ciò contravvenendo anche a impegni che il Gruppo Enel aveva assunto nel tempo con sindacato e istituzioni locali (convenzioni) e nonostante i notevoli carichi di lavoro per attività strategiche di interesse della generazione globale di Enel sugli impatti ambientali e sanitari degli insediamenti industriali/energetici”.

Tutte attività svolte, dicono ancora i sindacati, “anche mediante collaborazioni e interconfronti con istituti di ricerca, Enea, Università e organismi pubblici di controllo come Ispra e Arpa”. Ma c’è anche il già richiamato “inevitabile impatto occupazionale nel settore degli addetti ai servizi di sede (pulizia, vigilanza ecc.) che la scelta di Enel determinerà nel già grave contesto socio economico  territoriale”.

Perciò Cgil, Cisl e Uil chiedono ad Enel di organizzare un incontro formale e presentare un progetto “complessivo e dettagliato” a garanzia delle professionalità dei lavoratori, delle attività di ricerca e delle dotazioni strumentali e tecnologiche dei laboratori presenti a Brindisi. Ma i sindacati sono già pronti anche a coinvolgere le istituzioni locali legittimate ad intervenire dalle convenzioni sottoscritte con Enel negli anni passati.

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