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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Torna il binomio gas-Tony Blair: questa volta per il gasdotto del consorzio Tap

La combinazione "gas-Tony Blair-Puglia" non è nuova. C'era l'allora premier laburista inglese a fare pressing diplomatico sul governo Berlusconi per favorire l'iter del rigassificatore British Gas di Brindisi, che è affondato solo sbattendo contro la roccia di una inchiesta della procura

La combinazione “gas-Tony Blair-Puglia” non è nuova. C’era l’allora premier laburista inglese a fare pressing diplomatico sul governo Berlusconi per favorire l’iter del rigassificatore British Gas di Brindisi, che è affondato solo sbattendo contro la roccia di una inchiesta della procura, e contro l’opposizione delle amministrazioni locali. Un servizio dell’inviato del Financial Times sulla storia del rigassificatore non fu affatto tenero né con la multinazionale dell’energia né con il governo del suo Paese per come era stata gestita l’operazione. Ed è ancora una volta la stampa britannica a informare il mondo che la combinazione “gas-Blair-Puglia” trova un nuovo sponsor, il presidente azero Ilham Aliyev, considerato un dittatore a tutti gli effetti anche dalla diplomazia Usa,oltre che dagli oppositori interni e dai movimenti internazionali per i diritti dell’uomo. Lo scoop è del Guardian. Blair non ha per ora risposto al quotidiano.

Il percorso del gasdotto TapQuesta volta il metano è quello dei giacimenti del Mar Caspio nell’area sotto la sovranità dell’Azerbaigian, e non c’è in ballo un rigassificatore ma il gasdotto Tap, il primo che taglierà il nastro – secondo i programmi – nella corsa tra le grandi condotte che utilizzeranno il gas di aree strategiche dal punto di vista energetico che non sono sotto il controllo della Russia. Trans Adriatic Pipeline si collegherà al rubinetto del gasdotto turco-greco, e la sua derivazione di ben 800 chilometri da Kipoi nel nord-est della Grecia, all’Albania e al punto di approdo sulla costa di San Foca, avrà un tratto subacqueo di 115 chilometri, che raggiungerà la profondità massima di 820 metri. Il progetto prevede una portata di 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno, destinati in gran parte alla rete dell’Europa Occidentale. Ma c’è un problema: la condotta Snam da Brindisi a Minerbio in Emilia-Romagna, se non sarà completato il raddoppio di oltre 600 chilometri fortemete osteggiato in Umbria, nelle Marche e anche in Abruzzo, non potrà sostenere questo compito.

Blair, che viene presentato nel servizio del Guardian sia come consigliere del presidente azero che come consulente del consorzio Tap, è già al centro delle critiche dei movimenti ambientalisti salentini ed internazionali, dei quali il giornale britannico ha raccolto le opinioni. Sembra di rivivere la storia del rigassificatore che British Gas voleva costruire all’imboccatura del porto di Brindisi. Il servizio riporta anche le risposte di Tap alle accuse di grave minaccia agli equilibri ambientali di quel tratto di costa salentino rappresentato dal punto di sbarco e dalla stazione di compressione ad esso collegata. Il consorzio internazionale aveva già valutato alcuni anni fa l’opzione di uno sbarco a Brindisi, infine scartata dopo aver studiato quattro diverse soluzioni per il punto di approdo della condotta sottomarina: a Cerano, a sud e a nord del Petrolchimico, nella zona di Acque Chiare a nord dell’area aeroportuale.

Tutte le ipotesi di approdo del gasdotto TapTroppi intoppi: zone Sic sottomarine (distese di Posidonia oceanica), interferenze con installazioni industriali, interferenze con una delle piste dell’aeroporto, ma anche la grossa grana rappresentata dal fatto che l’intera zona industriale di Brindisi e quasi tutta quella portuale sono comprese nel Sito inquinato di interesse nazionale, che comporterebbe per l’opera una carico molto pesante di prescrizioni aggiuntive ed iter autorizzativi. Ma lo sbarco del gasdotto deve avvenire in Puglia, Tap è considerata un’opera strategica sia dal governo italiano che dall’Unione europea, soprattutto alla luce delle attuali crisi russo-ucraina e libica. La politica salentina sa che sarà molto difficile bloccare l’opera, ma tutti temono contraccolpi elettorali e allora qualcuno ha provato a riaccreditare l’opzione Brindisi, tra i primi l’ex segretario regionale del Pd, Sergio Blasi, presentando tale assoluzione quasi come un regalo perché in cambio si dovrebbe convertire a gas la centrale a carbone di Cerano.

I soliti polpettoni avvelenati, perché questa combinazione Tap a Brindisi – centrale di Cerano convertita a gas non ha affatto il parere favorevole dell’Enel, e se la si vuol mettere sul piano della volontà delle popolazioni locali, neppure di queste, già alle prese da decenni con impatti ambientali devastanti, e con le coste sotto tiro per le autorizzazioni rilasciate dal governo nazionale sia per un parco eolico offshore che per nuove prospezioni petrolifere. Insomma, l’unico risultato di queste pressioni per dirottare di nuovo il “tubo” verso Brindisi rischiano di accendere la miccia di uno scontro tra territori, tipico effetto delle situazioni in cui la politica è in ritardo e non ha in realtà proposte alternative condivise tra i territori: “Non sulla tua costa? E perché sulla mia?”. Ancora una volta la politica lascia fare tutto alle aziende: Tap da anni conduce una “campagna sociale” incontrando comitati, sindaci, popolazioni. Non con grandi risultati, a quanto pare, ma non si è visto un ministro, un sottosegretario sceso a San Foca a spiegare perché il progetto Tap è strategico, a garantire vigilanza sui lavori, a spiegare se ci saranno o meno effetti collaterali all’interramento e al passaggio della condotta sino al punto di collegamento con la rete Snam.

Non sono gli ambientalisti, le amministrazioni locali, a rendere – come sostiene Confindustria – questi territori poco attrattivi ed inaffidabili per gli investimenti, ma la qualità dell’impegno della politica attorno a questi temi. O si tratta dietro le quinte (vedi le carte del processo British Gas, con eminenti esponenti del centrodestra leccese, brindisino e romano impegnati in prima persona a sostenere l’operazione, azioni tuttavia non ritenute penalmente rilevanti), o si pratica lo scaricabarile spinto. Blair almeno ci mette la faccia.

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