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Accordi con la Marina e perplessità

BRINDISI – Una cosa è certa: anche se parte in causa dell’accordo di programma con la Marina Militare, come l’Autorità portuale, il Comune di Brindisi non ci ricaverà nulla. L’addendum del 2010 predisposto dal presidente pro tempore dell’Authority, Giuseppe Giurgola, lascia la gestione dell’operazione interamente nella mani dell’ente della ex Stazione marittima.

BRINDISI – Una cosa è certa: anche se parte in causa dell’accordo di programma con la Marina Militare, come l’Autorità portuale, il Comune di Brindisi non ci ricaverà nulla. L’addendum del 2010 predisposto dal presidente pro tempore dell’Authority, Giuseppe Giurgola, lascia la gestione dell’operazione interamente nella mani dell’ente della ex Stazione marittima.

Proprio per l’incombenza di dar corso all’addendum, unica parte del protocollo pensato e firmato la prima volta nel 1995 (sindaco Errico), modificato nel 1999 (sindaco Antonino) passando il Comune da un ruolo primario ad un ruolo secondario, questo pomeriggio il commissario straordinario, prefetto Bruno Pezzuto, aveva convocato i rappresentati dei partiti e movimenti politici della città, e tra cento perplessità ha ricevuto un mandato per tentare l’inserimento di qualche modifica quando il 21 gennaio si andrà al tavolo tecnico.

L’addendum vale 17 milioni, sono soldi del Cipe, li gestirà solo l’Autorità portuale per appaltare progetti e lavori destinati all’ampliamento della ricettività (400 posti letto in più) e della logistica (officine e depositi) della caserma Carlotto che ospita la Forza da Sbarco, sulla ex statale 16 per S.Vito dei Normanni, a Brancasi. Alla Marina Militare non interessa infatti più la colmata di Capo Bianco per spostarvi la zona Pol (combustibili) che da molti anni strozza il porto nel Seno di Levante, pur inutilizzata da lungo tempo.

Interessa invece soddisfare le esigenze della Forza da Sbarco, una questione di cui la città non può disinteressarsi, ma su cui è chiamata di fatto solo a votare. Lo hanno detto i partiti al commissario Pezzuto, esprimendo diverse e numerose perplessità.  La Marina in cambio rinuncerà alla ex zona Pol nel Seno di Levante, che andrà però all’Autorità portuale, mentre non è previsto per ora lo sblocco della altre servitù comprese nell'accordo del 1995-1999, dall'Isola di S.Andrea (Forte a Mare e Opera a Corno) ai due capannoni ex Saca attigui all’Arsenale nel Seno di Ponente, che il Comune aveva ceduto alla Marina.

Riprendersi almeno quelli, è il mandato affidato a Pezzuto, che ci proverà a inserire una clausola, nell’addendum del 2010. C’è anche il problema della nuova destinazione dell’area di Capo Bianco, che nasce come zona di espansione industriale, per diventare poi nel 2009 con variante contestuale al Piano regolatore portuale zona carburanti per la Marina, mentre ora dovrebbe perdere quest’ultima destinazione d’uso. Per diventare cosa? Tema aperto, a quanto sembra.

Tornando alla zona ex Pol, che ne farà l’Authority, a parte l’apertura del passaggio sulla banchina che finalmente riunirà le due sponde del Seno di Levante e il porto interno a quello medio (miracolo riuscito solo a Benedetto XVI con la sua visita a Brindisi, poi erano riapparse le barriere)? I grandi serbatori vanno smontati e smaltiti, l’area va bonificata, ci vogliono milioni. Tutto a carico dell’ente che prenderà in carico l’area con tanti ringraziamenti da parte della Marina Militare.

Milioni che però non sono compresi nei 17 del Cipe, destinati tutti alla Carlotto. Non è escluso che la zona ex Pol - che passerrà all'Autorità nello "stato d'uso riscontrabile alla consegna" resti a lungo, allora, un ammasso di ferro vecchio con tanti saluti, allora, alle speranze di arredo urbano e di water front accessibili ai cittadini, e alle attività commerciali e turistiche. Insomma, un addendum di problemi ai tanti che la città ha già.

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