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Sabato, 20 Aprile 2024
Economia

Al porto di Brindisi tutto in calo, carbone incluso: i dati dell'emergenza

BRINDISI – Il sindaco Domenico Mennitti non potrà essere della partita per cause di forza maggiore (è appena uscito dalla terapia intensiva, ma dovrà restare in ospedale e sotto cura ancora per un periodo non quantificabile al momento), il nuovo presidente dell’Autorithy, Hercules Haralambides, se ne è andato in vacanza già da una settimana.

BRINDISI – Il sindaco Domenico Mennitti non potrà essere della partita per cause di forza maggiore (è appena uscito dalla terapia intensiva, ma dovrà restare in ospedale e sotto cura ancora per un periodo non quantificabile al momento), il nuovo presidente dell’Autorithy, Hercules Haralambides, se ne è andato in vacanza già da una settimana.

Sembra già svanito quel clima di attesa positiva portato dal cambio al vertice della direzione dell’ente portuale, proprio quando la stagione estiva è già in fase inoltrata e i problemi paiono aumentati. E gli indicatori, almeno sino al primo trimestre 2011, sono tutti negativi. Lo dicono i dati finalmente accessibili sul sito “Porto di Brindisi”: merci e passeggeri sono calati nel 2010 rispetto all’anno precedente, e nel gennaio-marzo 2011 la linea picchia ancor più verso il basso.

Anche la voce carbone è in picchiata, per ora. Il pilastro del traffico merci, nonché principale fonte di fatturato del porto di Brindisi, anzi, ha determinato proprio la tendenza generale del settore. Ecco in che misura: nel 2010 il calo complessivo del traffico merci + stato, rispetto al 2009, dell’8,12%. In controtendenza le rinfuse liquide, che grazie soprattutto ai prodotti chimici, sono aumentate del 12,72%. Ma le rinfuse solide sono scese del 14,91% trascinate dal calo del 15,80% del carbone, passato da 6.512.022 tonnellate (dato 2009) a 5.483.200 tonnellate.

In rosso pure l’andamento per le merci varie in colli, calate del 10,25% in coincidenza evidente con la diminuzione dei Tir, calati dell’11,64% a causa soprattutto della flessione nel traffico con l’Albania (-17,83) piuttosto che di quello con la Grecia (-10,64). E c’è una accentuazione della tendenza negativa anche nel primo trimestre 2011rispetto al primo trimestre 2010: totale merci -11,61; rinfuse liquide -10,89; rinfuse solide -14,09; merci varie in colli -0,91; la voce carbone tra le merci solide segna un -20,92%.

Tornando all’estate e ai passeggeri, non sono ancora disponibili i dati del primo trimestre 2011, ma solo quelli del 2010 in relazione al 2009, con un calo dello 0,62 per cento (da 524.104 a 520.853). Ma la flessione, -10,90%, sta soprattutto nel traffico con l’Albania, mentre quello con la Grecia è sceso del 3,39. Come per i Tir, si tratta di un indicatore preoccupante perché i movimenti tra Brindisi e Valona avevano contribuito a dare il segno più alle statistiche del porto di Brindisi nel 2008 e nel 2009, mentre oggi – ad esempio – i traghetti in servizio a Brindisi sono stati visti di più nei reportage sulla guerra di Libia, carichi di profughi imbarcati a Misurata, che sulla rotta nel Canale d’Otranto.

Si abbandona Valona, non si fa nulla per riprendere Durazzo. E tutto ciò in uno scenario di flessione complessiva delle attività portuali. Cosa dire? Si spera che Haralambides utilizzi queste due settimane di ferie per sistemare la logistica del suo trasferimento a Brindisi e per organizzare di conseguenza i suoi impegni accademici a Rotterdam. Perché qui la situazione non consente più errori, ritardi e rinvii (a partire dal nuovo Piano regolatore portuale).

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