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Allarme della Cna: "Imprese esterne per i lavori al cracker Versalis"

Imprese e lavoratori brindisini ancora una volta esclusi dai grandi interventi di manutenzione di Eni a Brindisi? L'allarme giunge da Cna a proposito della notizia secondo cui, a seguito della fermata dell'impianto di cracking di Versalis, all'interno del petrolchimico, sarebbero stati chiamati a lavorare un migliaio di lavoratori in più

BRINDISI – Imprese e lavoratori brindisini ancora una volta esclusi dai grandi interventi di manutenzione di Eni a Brindisi? L’allarme giunge da Cna a proposito della notizia secondo cui, a seguito della fermata dell’impianto di cracking di Versalis, all’interno del petrolchimico, sarebbero stati chiamati a lavorare un migliaio di lavoratori in più. “Si tratterebbe, in buona parte, tuttavia, di ditte, e quindi di lavoratori, non locali”, secondo la stessa Cna.

“Già da tempo la Cna ha lanciato questo allarme: negli ultimi tempi, infatti, le grandi aziende presenti sul territorio continuano a penalizzare le piccole e medie imprese locali e l’indotto. Una situazione insopportabile e, soprattutto, non più tollerabile, considerato soprattutto – si legge in un comunicato della confederazione - che parliamo di un territorio che, proprio a causa dell’insediamento di queste grandi aziende,  ha già pagato un prezzo altissimo sia dal punto di vista sociale che ambientale. Brindisi sembra, ormai, essere diventata sempre più ‘terra di conquista’, dove chi si insedia con i propri impianti, una volta ottenuto ciò che serve per avviare la produzione, ‘dimentica’ di avere anche dei doveri che, nel caso specifico, equivalgono al coinvolgimento di manodopera ed imprese del posto”.

E’ paradossale, secondo Cna, “che vengano chiamate imprese da fuori Brindisi ad eseguire attività sulle quali le aziende brindisine hanno una lunga storia di competenze e di professionalità. Sta accadendo in questi giorni nel petrolchimico, accade da tempo nell'ambito dell'industria energetica, aeronautica e farmaceutica, settori peraltro in cui vi sono imprese che hanno goduto negli ultimi anni di notevoli risorse pubbliche a sostegno dei loro investimenti. Tali industrie operano ricorrendo spesso a procedure del tutto prive di trasparenza e utilizzando fornitori di altri territori per attività su cui, invece, vi è una consolidata presenza di Pmi locali”.

“Per cui – conclude Cna - sollecitiamo con forza le istituzioni locali ad intervenire per costruire le condizioni per un rapporto più trasparente e contestualmente rivolgiamo un invito al confronto, serio e costante, a chi da questa città ha ‘preso’ e ricevuto tanto e continua a prendere e ricevere ancora oggi”.

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