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Venerdì, 29 Marzo 2024
Economia

Ambiente: Arpa Puglia propone un confronto a settembre sul caso Brindisi

Un momento di confronto tra i ricercatori e i cosiddetti portatori di interesse per stabilire una metodologia condivisa e rigorosa per la valutazione degli impatti sanitari degli impianti industriali di Brindisi. Lo ha sollecitato Arpa Puglia con una lettera, datata 15 luglio 2015, indirizzata al Ministero della Salute, direzione generale della prevenzione sanitaria, al presidiente e alla giunta della Regione Puglia

BRINDISI – Un momento di confronto tra i ricercatori e i cosiddetti portatori di interesse per stabilire una metodologia condivisa e rigorosa per la valutazione degli impatti sanitari degli impianti industriali di Brindisi. Lo ha sollecitato Arpa Puglia con una lettera, datata 15 luglio 2015, indirizzata al Ministero della Salute, direzione generale della prevenzione sanitaria, al presidiente e alla giunta della Regione Puglia. E’ la risposta – peraltro evidenziata in sede di audizione davanti alla preposta commissione del Senato, il 22 luglio scorso, del direttore di Arpa Puglia, Giorgio Assennato – alla teoria dei 44 decessi l’anno dovuti alle polveri sottili emesse dalla centrale a carbone di Cerano, indicate in uno studio di alcuni ricercatori dei Cnr di Lecce e Bologna.

Arpa Puglia non condivide le stime riportate nello studio, ma rileva a questo punto l’esigenza di fare chiarezza. E chiede proprio alla Regione di farsi promotrice, a settembre, di questo confronto a Brindisi. Nella lettera, Giorgio Assennato nella veste di direttore generale dell’agenzia ma anche di responsabile scientifico del Progetto Jonico Salentino, e Lucia Bisceglie responsabile attuativa del Centro salute ambiente, rileva che “i ricercatori stimano un impatto compreso tra i 4 ed i 28 decessi, con un range di incertezza statistica che va da 1 a 44: pertanto la comunicazione mediatica è sicuramente distorta rispetto ai risultati pubblicati”.

“Ad ogni buon conto, deve essere precisato che le stime di impatto, come quella eseguita nello studio in esame e nella nostra Vds (Valutazione del danno sanitario, ndr), non identificano specifici casi di morte di persone fisiche causati dalle emissioni industriali, ma hanno un significato operativo in termini di fornire indicazioni circa la necessità o meno di attivare interventi di contenimento”, si legge ancora nella lettera di Arpa Puglia a Regione e Ministero della Salute.

A nostro parere, in considerazione delle rilevantissime implicazioni di carattere preventivo, autorizzativo e politico-economico,  il tema della metodologia della stima degli impatti sanitari – prosegue la lettera di Assennato e Bisceglia – e quello dell’utilizzo dei risultati ai fini di un appropriato risk management, meritano un rigoroso approfondimento tecnico-scientifico”. Da qui la proposta di un confronto a breve termine.

“In questo senso, appare opportuno sollecitare un momento di confronto tra i ricercatori e i diversi portatori di interesse: la Regione Puglia, che per prima ha emanato disposizioni di rango normativo per la valutazione dei danni sanitari associati alle emissioni industriali, potrebbe promuovere nel mese di settembre, per il tramite delle sue Agenzie e nell’ambito delle attività del Centro Salute Ambiente, l’organizzazione di un convegno che veda la partecipazione delle massime autorità a livello nazionale e internazionale, a partire dal Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di Sanità”.

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